La maschera di Decathlon si trasforma in strumento per la ventilazione respiratoria

Una storia che ancora una volta testimonia l’ingegno italiano si è verificata in questi giorni presso l’Ospedale di Gardone Valtrompia, dove il Dott. Renato Favero ha pensato di far fronte alla carenza di maschere C-PAP ospedaliere, causata dall’emergenza COVID-19 in corso, utilizzando la maschera da snorkeling di Decathlon.

La maschera di Decathlon si trasforma in strumento per la ventilazione respiratoria

Cos’è la C-PAP?

C-PAP, acronimo di Continuous Positive Airway Pressure, in italiano, Pressione Positiva Continua delle vie aeree, è un metodo di ventilazione respiratoria che trova impiego nel trattamento delle apnee ostruttive del sonno o nella BPCO con insufficienza ventilatoria. In pratica, l’apparecchio eroga aria che mantiene aperte le vie aeree ed evita che le strutture anatomiche responsabili delle apnee vengano quindi adeguatamente ventilate.

La ventilazione in modalità PAP viene comunemente impiegata per pazienti con grave insufficienza respiratoria. In questi soggetti la ventilazione PAP può prevenire la necessità di intubazione endotracheale oppure può permettere di rimuovere l’intubazione più prontamente.

Il progetto Charlotte

Al fine di adattare la maschera alle strumentazioni ospedaliere, il Dott. Favero ha contattato la società Isinnova per farsi realizzare stampe 3D di valvole per respiratori compatibili con la maschera. Decathlon ha messo a disposizione il disegno CAD del proprio prodotto affinché la Isinnova potesse studiarlo e generare una valvola perfettamente funzionante. Il prototipo è stato testato presso l’ospedale di Chiari dove pare abbia prodotto gli effetti sperati. Gli inventori hanno chiamato il progetto, nonchè la valvola stessa, Charlotte e ne hanno messo a disposizione di tutti il disegno 3D, scaricabile a questo link (insomma se avete di fianco a voi una stampante 3D, potete stamparla).

Ad oggi né la maschera né la valvola sono certificati, è chiaro che il loro utilizzo è legato allo stato di necessità che stiamo vivendo. La stessa società Isinnova in tal senso ha affermato:

“Ribadiamo che l’idea si rivolge a strutture sanitarie e vuole aiutare a realizzare un maschera d’emergenza nel caso di una conclamata situazione di difficoltà nel reperimento di fornitura sanitaria ufficiale, solitamente impiegata. Né la maschera né il raccordo valvolare sono certificati e il loro impiego è subordinato a una situazione di cogente necessità.
L’uso da parte del paziente è subordinato all’accettazione dell’utilizzo di un dispositivo biomedicale non certificato, tramite dichiarazione firmata”.

Gli italiani hanno sempre avuto un’innata abilità, specialmente nelle difficoltà, nel trovare soluzioni alternative attraverso l’ingegno. Un nostro antenato del resto affermava che “non vi fu mai grande ingegno senza un pò di pazzia.”.

 

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