IL REFLUSSO è il ritorno dell’acido dallo stomaco nell’esofago, che si può infiammare e provocare dolore.
Ciò può causare sintomi come una sensazione di bruciore dolorosa al torace che sale verso la gola (bruciore di stomaco) e un sapore acido in bocca (rigurgito acido).

Che differenza c’è tra Maalox RefluRAPID e Maalox Reflusso?

Maalox RefluRAPID crea una barriera di gel che protegge meccanicamente la mucosa dell’esofago.
Maalox Reflusso contiene un principio attivo, il pantoprazolo, che agisce sulle cellule parietali dello stomaco e inibisce la produzione di acido cloridrico.

Vediamoli nello specifico!

Cos’è Maalox Reflusso?

Maalox Reflusso contiene pantoprazolo, un inibitore della pompa protonica per contrastare l’acidità di stomaco.
Ogni compressa gastroresistente contiene 20 mg di pantoprazolo (come sodio sesquidrato).

Quando è utile?

È indicato per il trattamento dei sintomi da reflusso come bruciore di stomaco, pirosi e rigurgito acido negli adulti.

Come agisce?
Maalox Reflusso inibisce la secrezione di acido cloridrico nello stomaco, grazie alla sua azione specifica verso le pompe protoniche delle cellule parietali dello stomaco.
Può inibire la secrezione acida indipendentemente dalla stimolazione di altre sostanze che la inducono.

Come va somministrato?
Adulti e adolescenti dai 18 anni di età: assumere 1 compressa al giorno, intera con un liquido, prima di un pasto.
Questo farmaco non è studiato per portare un sollievo immediato. Potrebbe essere necessario assumere le compresse per 2-3 giorni consecutivi per migliorare i sintomi. Una volta raggiunta la completa guarigione dei sintomi, il trattamento deve essere sospeso. Il trattamento non deve superare 4 settimane senza consultare un medico.

 

Cos’è Maalox RefluRAPID?

MAALOX REFLURAPID è un dispositivo medico ad azione meccanica a base di Sodio Alginato, bicarbonato di sodio, sodio carbonato e calcio carbonato, formulato per svolgere 3 azioni sinergiche: bloccare il reflusso acido, ridurre il bruciore e proteggere la mucosa dell’esofago.
È indicato per il trattamento del reflusso gastro-esofageo al fine di ridurre i sintomi ad esso correlati, come ad esempio: bruciore, pirosi gastrica in gravidanza, esofagite da reflusso, rigurgito acido, cattiva digestione, sintomi notturni da reflusso, tosse e infiammazione laringo-faringea.

Come agisce?
MAALOX REFLURAPID grazie all’azione dell’Alginato di Sodio e dei carbonati in esso contenuti, può iniziare ad agire in 3 minuti.
A contatto con l’acido dello stomaco, l’alginato di sodio reagisce formando un gel mentre i carbonati rilasciano anidride carbonica permettendo al gel di galleggiare e di formare così un tappo che impedisce meccanicamente la risalita dei succhi gastrici verso l’esofago. La presenza del bicarbonato contribuisce inoltre a ridurre l’iperacidità di stomaco.

Grazie alle sue peculiari caratteristiche, esplica un effetto barriera che protegge la mucosa dell’esofago dall’aggressione degli acidi, favorendone la rigenerazione e aiutando a prevenire il rischio di ricadute di esofagite da reflusso.
La sua formulazione, caratterizzata da uno specifico bilanciamento tra l’alginato di sodio e i carbonati, favorisce una rapida azione.

Quando è utile?
Maalox RefluRAPID è indicato per il trattamento del reflusso gastroesofageo, rigurgito acido, cattiva digestione, sintomi notturni da reflusso, tosse da reflusso e infiammazione di laringe e faringe.

Come va somministrato?
Adulti e bambini dai 12 anni: assumere 2 o 4 compresse dopo i pasti principali e al momento di coricarsi.
Le compresse devono essere ben masticate; dopo l’assunzione si può ingerire acqua.

Disponibile in diversi formati:
-in bustine, disponibile in confezione da 20 o 28 bustine monodose, può iniziare ad agire in 3 minuti.
-in compresse masticabili, disponibile in confezione da 40 compresse.

 

LO SAPEVI CHE…

-Le compresse gastroresistenti di MAALOX REFLUSSO 20 mg non devono essere masticate o frantumate, e devono essere deglutite intere con del liquido prima del pasto.

-Questo medicinale contiene lecitina derivata dall’olio di soia. Se sei allergico alle arachidi o alla soia, non devi utilizzare questo medicinale.

-Questo medicinale contiene maltitolo.
I pazienti con rari problemi ereditari d’intolleranza al fruttosio non devono assumere questo medicinale.

-E se il reflusso ti ha tolto il sonno qualche notte, ricorda che Maalox RefluRAPID è indicato anche in caso di reflusso notturno.
Maalox RefluRAPID può essere assunto in gravidanza?

-Durante la Gravidanza possono presentarsi i sintomi del reflusso, come bruciore di stomaco o rigurgito acido. Maalox RefluRAPID può aiutarti a combattere questi sintomi anche nel periodo della gravidanza.

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it 

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui 

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!” 

 

Lactoflorene Pancia Piatta: è un integratore formulato per favorire l’equilibrio della flora intestinale e ridurre il gonfiore addominale. Con probiotici selezionati e ingredienti attivi, questo integratore mira a migliorare la digestione e promuovere una pancia piatta in modo naturale.

Trio Carbone Pancia Piatta: è un integratore innovativo che combina carboni vegetali attivi con erbe digestive per aiutare a ridurre il gonfiore addominale e favorire una migliore salute intestinale. Con la sua formulazione unica, questo integratore mira a assorbire le tossine e migliorare la funzione digestiva, contribuendo così a una pancia piatta e confortevole.

Ma cos’è il gonfiore intestinale?

La sensazione di gonfiore addominale è spesso causata dall’eccessivo accumulo di gas a livello intestinale e può comportare dolore e malessere generale.

L’apparato gastrointestinale produce ogni giorno, per effetto dei batteri che lo popolano, un volume di gas compreso tra 0.5 e 1.5 litri che poi viene eliminato dalle normali funzioni fisiologiche.
Il problema del gonfiore addominale si presenta quando la produzione di questi gas aumenta eccessivamente.

 

Ma quali sono le CAUSE?
Le cause del gonfiore possono essere molteplici:
•squilibrio intestinale (disbiosi)
•cattiva digestione
•alimentazione scorretta
•stress
In tutti questi casi può succedere che il cibo ingerito permanga più a lungo nell’intestino e la sua fermentazione provochi meteorismo, flatulenza e dolori addominali.

 

Scopriamo insieme nel dettaglio questi due integratori: LACTOFLORENE pancia piatta e TRIO CARBONE pancia piatta.

Lactoflorene PANCIA PIATTA

Lactoflorene PANCIA PIATTA è un integratore alimentare a base di fermenti lattici vivi ad azione probiotica, enzimi ed estratti vegetali di Melissa, Camomilla, Passiflora, Zenzero e Finocchio
Lactoflorene PANCIA PIATTA, con fermenti lattici vivi ad azione probiotica, grazie alla sua azione potenziata, agisce all’origine del gonfiore intervenendo direttamente sui seguenti fattori:

Gonfiore addominale: grazie agli estratti di MELISSA, CAMOMILLA, PASSIFLORA, ZENZERO E FINOCCHIO
Stress quotidiano: grazie agli estratti di CAMOMILLA e MELISSA
Cattiva digestione: grazie agli estratti di CAMOMILLA e ZENZERO

La presenza di fermenti lattici vivi ad azione probiotica favorisce inoltre l’equilibrio della flora batterica intestinale

Come si presenta e come viene somministrato?
La busta T-WIN di Lactoflorene PANCIA PIATTA è suddivisa in due camere separate che permettono agli ingredienti contenuti di non interagire fra loro fino al momento dell’assunzione del prodotto, garantendo una conservazione ottimale dei componenti e la loro efficacia.
Modalità d’uso:
Una busta al giorno, lontano dai pasti. Sciogliere il contenuto della busta in un bicchiere d’acqua (180ml) e bere la sospensione ottenuta. Assumere immediatamente dopo la preparazione.

Trio Carbone PANCIA PIATTA

Trio Carbone pancia piatta è un integratore alimentare a base di Enzimi, Carbone vegetale, estratto di Finocchio, Fermenti lattici vivi, Gluco-oligosaccaridi (Bioecolians) e Vitamine del gruppo B, indicato per combattere il gonfiore e l’eccesso di gas, favorire la digestione e il riequilibrio della flora intestinale.

-La miscela di Enzimi ovvero Amilasi, Lattasi, Lipasi e Cellulasi, con Papaina e Alfa-galattosidasi, aiuta a favorire i processi digestivi e l’assorbimento dei nutrienti.
-L’estratto di Finocchio favorisce l’eliminazione dei gas responsabili del gonfiore addominale, una regolare motilità gastrointestinale e la funzione digestiva.
-I Fermenti lattici ad azione probiotica, (Lactobacillus plantarum + Bifidobacterium breve), con i Gluco-oligosaccaridi, contribuiscono all’equilibrio della flora batterica intestinale.
-La Vitamina B6 infine è utile per il buon funzionamento del sistema immunitario, mentre le Vitamine B1, B2 e B5 contribuiscono al normale metabolismo energetico.

Come si presenta?
Il prodotto è composto da due formulazioni sinergiche, confezionate in due bustine monodose accoppiate che vanno assunte contemporaneamente: la prima contiene gli enzimi, il carbone e gli estratti vegetali, la seconda i fermenti lattici vivi.

Trio Carbone Pancia Piatta è un integratore Senza glutine, senza lattosio.

Modalità d’uso:
Sciogliere il contenuto di entrambe le buste in mezzo bicchiere d’acqua e bere la sospensione ottenuta, preferibilmente prima del pasto principale.

 

Suggerimenti e Consigli utili:

Gli integratori possono essere uno strumento utile nel gestire il gonfiore addominale, ma è importante utilizzarli in combinazione con una dieta equilibrata, uno stile di vita sano e altre strategie di gestione del benessere.

SEGUIRE UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE
In caso di gonfiore addominale, è preferibile mangiare verdure cotte; pesce, carni bianche e yogurt. È importante evitare latte e formaggi molto grassi; fibre in eccesso come troppi cibi integrali e verdure crude; alcolici, caffè e bibite gassate.

TENERE IL GIUSTO COMPORTAMENTO A TAVOLA
I pasti consumati in fretta, davanti al computer o allo smartphone sono spesso causa di cattiva digestione. E’ fondamentale mangiare lentamente ed evitare pasti abbondanti, piuttosto è meglio consumare meno cibo ma più frequentemente. E’ inoltre importante evitare di passare troppo tempo seduti dopo i pasti.

AVERE UNO STILE DI VITA SANO
Svolgere un’attività fisica regolare, dedicare il giusto tempo al sonno ristoratore: queste buone abitudini aiutano a ridurre lo stress che si ripercuote sul nostro intestino (non a caso chiamato il “secondo cervello”), causando una cattiva digestione e gonfiore.

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”

ASPIRINA E NUROFEN 

Aspirina ed Nurofen sono entrambi farmaci ad azione antinfiammatoria, analgesica ed antipiretica, servono principalmente in caso di febbre e dolore di, ma tuttavia presentano caratteristiche e proprietà diverse. 

ASPIRINA:  

Aspirina contiene come principio attivo l’acido acetilsalicilico, è un antinfiammatorio non steroideo (FANS) che appartiene al gruppo dei salicilati, un analgesico (riduce il dolore) e antipiretico (riduce la febbre). 

NUROFEN: 

Il Nurofen 400mg contiene come principio attivo l’Ibuprofene, è sempre un FANS, agisce contro il dolore e la febbre inibendo le ciclossigenasi (COX-1 e COX-2) nei tessuti periferici e nel Sistema Nervoso Centrale (SNC). 

 L’ibuprofene appartiene al gruppo degli acidi propionici. Questo gruppo, dopo quello dei salicilati (a cui appartiene l’Aspirina), è quello più importante tra gli antinfiammatori non steroidei. 

 

I DUE GRUPPI hanno simile potere analgesico, tuttavia gli acidi propionici sono in genere meglio tollerati dei salicilici a livello gastrointestinale. 

Rispetto all’ Aspirina, infatti, il Nurofen è lievemente meno gastrolesivo, cioè crea meno danni allo stomaco. 

 

Quando vengono utilizzati? 

Il Nurofen viene utilizzato per alleviare il mal di testa, le nevralgie, i crampi mestruali, i dolori muscoloscheletrici (ad esempio il torcicollo), quelli traumatici (associati, ad esempio, a contusioni, distorsioni, strappi muscolari), quelli post-partum e quelli post-operatori.  

L’Aspirina può essere assunta per ridurre il dolore soprattutto quando è legato ad un’infiammazione. Aspirina Dolore e Infiammazione viene utilizzata per il trattamento sintomatico della febbre e/o del dolore da lieve a moderato, come mal di testa, sindrome influenzale, mal di denti, dolori muscolari.
Aspirina Dolore e Infiammazione è specificamente riservata agli adulti e ai ragazzi di età non inferiore a 16 anni. 

Come vengono somministrati? 

Nurofen 400 mg compresse rivestite:  

Adolescenti sopra i 12 anni e adulti: 1 compressa, 2-3 volte al giorno.
L’intervallo tra le dosi non deve essere inferiore alle 4 ore.
Non superi la dose di 1200 mg (3 compresse) nelle 24 ore.  

Aspirina dolore e infiammazione compresse rivestite: 

Adulti e ai ragazzi di età non inferiore a 16 anni:1-2 compresse, ripetendo la dose se necessario, dopo che saranno trascorse almeno 4 ore.  

Per un dosaggio giornaliero massimo di 6 compresse. 

 

Facciamo un Confronto Diretto tra Aspirina e Nurofen

Entrambi i farmaci sono efficaci nel ridurre l’infiammazione e il dolore, ma presentano differenze significative. L’Aspirina ha un effetto anticoagulante, che può essere utile per prevenire attacchi cardiaci e ictus, ma può aumentare il rischio di sanguinamento.  

Il Nurofen, d’altra parte, ha un effetto antinfiammatorio più potente e meno effetti collaterali a livello gastrico, ma può aumentare il rischio di problemi cardiaci e renali con l’uso prolungato. 

La scelta tra Aspirina e Nurofen dipende da vari fattori, tra cui la causa dell’infiammazione, la presenza di altre condizioni mediche e le preferenze personali. 

E tu quale utilizzi maggiormente?! 

 

Vuoi saperne di più? dai uno sguardo al nostro video su YOUTUBE! clicca qui

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it 

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui 

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”

 

ACTIGRIP E ACTIFED

Entrambi sono farmaci ampiamente utilizzati per alleviare sintomi come il naso chiuso, il mal di testa e la febbre. Actifed e Actigrip sono formulati con ingredienti attivi che aiutano a ridurre l’infiammazione e a decongestionare le vie respiratorie, offrendo un sollievo rapido e duraturo ai sintomi. 

QUAL È LA DIFFERENZA SOSTANZIALE TRA I DUE FARMACI? 

ACIGRIP a differenza di ACTIFED contiene anche il PARACETAMOLO! 

Scopriamoli insieme. 

ACTIGRIP 

Actigrip Compresse grazie alla combinazione dei suoi 3 principi attivi con azione antipiretica e antidolorifica, decongestionante e antistaminica riesce a combattere fino a 8 sintomi dell’influenza. 

QUALI SONO I PRINCIPI ATTIVI? 

Una compressa di Actigrip contiene: 

  • Paracetamolo (500 mg): Il paracetamolo fornisce al farmaco un’azione di carattere antipiretico ed è dunque in grado di ridurre la febbre, nonché un’azione di carattere analgesico, limitando la comparsa dei tipici dolori come mal di testa, mal di gola e dolori articolari.
  • Pseudoefedrina cloridrato (60 mg): La pseudoefedrina cloridrato è un agente simpaticomimetico che agisce come decongestionante nasale. Allevia la congestione nasale riducendo il gonfiore delle membrane nasali e facilitando la respirazione.
  • Triprolidina (25mg): La triprolidina è un antistaminico che libera le basse vie respiratorie .  Aiuta a ridurre gli starnuti e libera dal naso che cola. 

COME E QUANDO SI ASSUME? 

Actigrip Compresse è indicato per gli adulti e gli adolescenti con più di 12 anni: una compressa 2-3 volte al giorno. 

Adulti: per un massimo di 5 giorni di terapia; Ragazzi (con più di 12 anni, fino a 18 anni di età): per un massimo di 3 giorni di terapia; Anziani: è raccomandato attenersi al dosaggio minimo 

Assumere le compresse per bocca con un bicchiere d’acqua. L’assunzione del farmaco deve avvenire a stomaco pieno. 

QUALI SONO GLI EFFETTI COLLATERALI? 

Actigrip è un farmaco che può causare fenomeni quali sonnolenza, vertigini e astenia. In casi relativamente comuni può causare inoltre eruzioni di carattere cutaneo, in conseguenza ad una risposta allergica. 

Sono relativamente frequenti episodi di: ispessimento delle secrezioni bronchiali, ritenzione urinaria, nausea, vomito, diarrea. 

ACTIFED 

È un Antistaminico e un decongestionante nasale, grazie ai suoi principi attivi aiuta a decongestionare il naso chiuso, un problema comune e spesso molto fastidioso. 

QUALI SONO I PRINCIPI ATTIVI? 

  • triprolidina cloridrato(2,5mg) : funge da antistaminico, e aiuta a bloccare il naso che cola, la lacrimazione e gli starnuti.
  • pseudoefedrina cloridrato(60mg): La pseudoefedrina cloridrato agisce invece liberando il naso chiuso (decongestionante nasale) ed è un agente simpaticomimetico, e cioè simula gli effetti della stimolazione del sistema nervoso simpatico sui tessuti. Può alleviare la congestione nasale riducendo il gonfiore delle membrane nasali e facilitando la respirazione. 

PER QUANTO TEMPO VA PRESO? E COME SI ASSUME? 

Adulti e ragazzi al di sopra dei 12 anni: una compressa 2-3 volte al giorno.  

Non superare le dosi consigliate e non assumere il farmaco per più di 7 giorni consecutivi 

QUALI SONO GLI EFFETTI COLLATERALI? 

ACTIFED può causare soprattutto sonnolenza,  astenia, vertigini, eruzioni cutanee su base allergica, fotosensibilizzazione, secchezza della fauci, ritenzione urinaria, ispessimento delle secrezioni bronchiali, disturbi gastroenterici come nausea, vomito e diarrea, eventualmente riducibili somministrando il prodotto dopo i pasti, eccitazione del Sistema Nervoso Centrale, specie nei bambini, accompagnate da insonnia, euforia e tremori . 

LO SAPEVI CHE…

SIA ACTIGRIP CHE ACTIFED NON POSSONO ESSERE SOMMINISTRATI IN GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO. 

Inoltre possono causare sonnolenza, vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida! 

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it 

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui 

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”

Scegliere il collutorio giusto è di fondamentale importanza.  

Cos’è il collutorio? 

Il collutorio, dal latino colluere, che significa sciacquare, è una soluzione liquida utilizzata per risciacquare la cavità orale. 

I collutori rinfrescano l’alito e aiutano a rimuovere i residui di cibo, ma non sostituiscono l’abitudine regolare a spazzolare i denti almeno due volte al giorno e a passare quotidianamente il filo interdentale. 

Possiamo suddividerli in due grandi categorie in base alla funzione: 

  • Collutori per cure terapeutiche: vengono prescritti dal dentista per particolari problematiche, ad esempio per curare delle lesioni a seguito di un intervento chirurgico; 
  • Collutori per ausilio all’igiene orale: sono quelli che ci interessano in questo articolo e che ora tratteremo nel dettaglio. 

I collutori, infatti, possono essere utilizzati per diversi scopi: 

  • antiplacca; 
  • antisettico;  
  • per combattere l’alito cattivo 

 Proprio perché sono diverse le funzioni che possono assolvere, sul mercato ne esistono una grande varietà. È quindi importante scegliere il più adatto in base alle nostre esigenze: 

  • in caso di problemi di alitosi si può scegliere un prodotto apposito, che contenga elementi in grado di neutralizzarlo e che sia fresco e rinfrescante. Ad esempio la GUM fa un collutorio Halicontrol, un collutorio antibatterico a base di Cetilpiridinio Cloruro ed oli essenziali che ha la capacità di catturare e neutralizzare i composti volatili che si trovano nel cavo orale , impedendo la reazione tra enzimi responsabili del cattivo odore.  
  • per prevenire le carie è opportuno un prodotto contenente del  fluoro. Per esempio, la formulazione Elmex con fluoruro amminico, forma un duplice scudo attivo di calcio e fluoro che remineralizza e protegge efficacemente  dalle carie. Aiuta quindi anche a prevenire le lesioni che possono causare la formazione proprio delle carie. 
  • Per le gengive sanguinanti e infiammate esistono prodotti appositi, con elevato contenuto di antisettici ed antimicrobici che riducono la placca e aiutano a combattere la gengivite. Un agente molto utilizzato è la clorexidina, presente nei collutori della curasept, specifici per gengive infiammate. 

E per proteggere lo smalto dei denti? Il collutorio per lo smalto Curasept Biosmalto ha la capacità di interagire chimicamente con i tessuti duri del dente, depositando una nuova fase minerale in continuità con quella preesistente. 

Il collutorio Biorepair a base invece di cristalli di idrossiapatite, contiene appunto questo minerale in idrossiapatite che costituisce il 90% dello smalto dei denti e il 70% della dentina. Grazie alla loro capacità biomimetica proprio di questi cristalli, cioè la capacità di imitare in tutto e per tutto la componente di struttura biologica, si insinua nelle micro scalfiitture del dente e lo riparano. 

E per la sensibilità dei denti? 

La sensibilità dei denti è dovuta all’esposizione della dentina, struttura portante del dente, che è attraversata da tubuli che contengono appunto queste fibre nervose. La dentina normalmente è coperta dallo smalto e dalla gengiva, per cui non è a contatto con l’ambiente orale. A causa di fattori traumatici abrasivi, per esempio uno spazzolamento errato , erosivi, sostanze acide a contatto con i denti, o anche patologiche, una malattia parodontale, la dentina si trova a non essere più ricoperta dallo smalto oppure dalla gengiva a livello della radice e risponde con il dolore agli stimoli termici, chimici , tattili e osmotici.

In questi casi il collutorio, per esempio elmex sensitive, raggiunge gli spazi interdentali più nascosti e forma uno strato protettivo intorno ai denti rendendo inaccessibili I tubuli che portano all’interno del dente. 

Spesso ci chiedete quando e soprattutto quanto collutorio utilizzare? 

La quantità standard di collutorio è 20 ml.   

Questa quantità è l’indicazione per la maggior parte delle soluzioni in commercio. 

Nel caso di alcuni collutori al fluoro sono necessari anche solo 10 ml. 

 Per qualsiasi collutorio usato è indicato aspettare almeno mezz’ora prima di poter bere o mangiare in modo da potenziare l’efficacia del prodotto. 

Quando invece è preferibile non utilizzare il collutorio? 

Sicuramente per quanto riguarda i bambini, l’igiene orale è più delicata: no al collutorio sotto i 6 anni, mentre sopra i 6 anni si può utilizzare ma sono necessari l’intervento e la supervisione del genitore, per evitare che il prodotto venga ingerito, e l’utilizzo di prodotti specifici per bambini, meglio se sotto consiglio del dentista. 

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it 

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui 

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”

Aspirina C e Vivin C sono due farmaci molto richiesti nel periodo invernale, periodo in cui l’influenza stagionale la fa da padrona. 

L’influenza rappresenta il malanno invernale più temuto nei mesi freddi. Si manifesta in seguito all’infezione da parte del virus e il nostro organismo risponde con una diversa sintomatologia. 

Febbre: aumento della temperatura corporea; 

Tosse: per eliminare il virus dall’apparato respiratorio; 

Mal di testa e dolori muscolari; 

Debolezza fisica;

Vediamo insieme quali sono le differenze tra Aspirina C e Vivin C e il motivo del loro utilizzo negli stati influenzali! 

ASPIRINA C 

Aspirina C è un farmaco ad azione antifebbrile, antinfiammatoria e analgesica: agisce dai primi sintomi di raffreddore ed influenza dando un rapido sollievo. Inoltre la presenza di vitamina C  ha un effetto positivo sul sistema immunitario. 

Quali sono i principi attivi di Aspirina C?  

Una compressa di aspirina C contiene  

-400 mg Acido acetilsalicilico 

-240 mg Acido ascorbico (Vitamina C) 

Come si assume? 

Sciogliere 1 o 2 compresse di Aspirina C in mezzo bicchiere d’acqua. 

Dosaggio: 1 o 2 compresse ripetendo la dose, se necessario, ad intervalli di 4-8 ore, sino a 3-4 volte al giorno. 

 

VIVIN C 

Vivin C è un farmaco antifebbrile, antinfiammatorio e analgesico. Indicato in caso di: 

– Terapia sintomatica degli stati febbrili e delle sindromi influenzali e da raffreddamento  

-Dolori di lieve e media entità quale mal di testa, mal di denti, nevralgie, dolori mestruali, dolori reumatici e muscolari.  

 Quali sono i principi attivi presenti nel Vivin C?  

Una compressa di Vivin C contiene  

330 mg Acido acetilsalicilico 

-200 mg Acido ascorbico (Vitamina C) 

 Come si assume? 

1-2 compresse fino a 3-4 volte al giorno, disciolte in un bicchiere d’acqua non gassata. 

Quale sono quindi le differenze e similitudini ?  

Avendo analizzato in dettaglio i due farmaci possiamo chiaramente affermare che sia Vivinc C che Aspirina C contengono i medesimi principi attivi ossia Acido acetilsalicilico e Acido ascorbico. 

Si differenziano, invece, sicuramente per il dosaggio: 330 mg di acido acetilsalicilico nel Vivin C e 400 mg nell’aspirina C, e 200 mg di Acido ascorbico nel Vivin C e 240 mg nell’aspirina C. 

ASPIRINA C E VIVIN C: stomaco pieno o stomaco vuoto? 

L’assunzione deve avvenire necessariamente a stomaco pieno! 

Assumere acido acetilsalicilico a stomaco vuoto può irritare la mucosa gastrica, poiché l’acido acetilsalicilico è noto per essere leggermente irritante per lo stomaco. 

Bambini e adolescenti? 

Entrambi i medicinali non devono essere assunti da bambini e ragazzi di età inferiore ai 16 anni. 

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”

 

Cosa si intende per disturbi dell’umore? 

I disturbi d’umore comprendono un insieme di condizioni caratterizzate da una persistente o ricorrente serie di sintomi psico-fisici, eccessivamente elevati o ridotti. I disturbi d’umore più frequenti sono la depressione(eccessivo abbassamento del tono dell’umore) e il disturbo bipolare (momenti di depressione si alternano a mania, ossia a un’euforia patologica). 

La tristezza può essere considerata una risposta universale dell’uomo a delusioni e a situazioni avverse (es. abbandono dell’ambiente familiare, morte di una persona cara ecc.), così come l’euforia è legata al successo e al raggiungimento di obiettivi. Tuttavia, se queste reazioni emotive sono eccessivamente intense e durano troppo a lungo, oppure insorgono in assenza di un evento scatenante, devono essere considerate anormali. 

I disturbi d’umore possono essere correlati alla presenza di patologie neurologiche ed organiche, come malattia di Parkinson, morbo di Alzheimer, neoplasie e alcune malattie croniche. Possono essere considerati, quindi, il risultato della combinazione di predisposizione individuale, fattori ambientali sfavorevoli e disfunzioni di alcuni circuiti cerebrali. 

Quali sono i sintomi? 

I sintomi psicofisici associati ai disturbi d’umore dipendono dalla specifica condizione e possono variare da persona a persona. Tuttavia, questi possono comprendere: astenia, affaticabilità, drastico aumento o diminuzione del peso corporeo, sguardo fisso, calo della libido e dell’efficienza sessuale, oppressione toracica e cardiopalmo, disuria, dispepsia, stipsi, insonnia o ipersonnia, agitazione e iperattività del sistema nervoso autonomo. I disturbi d’umore, a differenza delle reazioni emotive normali, comportano, inoltre, una significativa compromissione delle interazioni sociali e delle capacità lavorative. 

Per poter parlare di un disturbo vero e proprio, queste condizioni richiedono una persistente alterazione nel tempo, che interferisca con le normali attività sociali, familiari e lavorative del soggetto che ne soffre. Si parla in questo caso di tono dell’umore deflesso. Nello specifico, le variazioni dello stato d’animo: 

  • avvengono spesso spontaneamente;
  • sono di eccessiva entità;
  • si accompagnano a sintomi diversificati che impediscono all’individuo di svolgere le proprie attività quotidiane. 

 Come capire se si soffre di disturbo dell’umore? 

Riconoscere se si soffre di un disturbo dell’umore può essere complesso poiché coinvolge molteplici fattori e i sintomi possono variare da persona a persona.  

Tuttavia, ci sono alcuni segnali che potrebbero indicare la presenza di un disturbo, che tende a manifestarsi spesso attraverso: 

  • sentimenti di profonda tristezza;
  • tendenza all’isolamento;
  • apatia;
  • perdita di interesse e di piacere nelle attività quotidiane;
  • Insonnia e disturbi del sonno;
  • scarso desiderio sessuale;
  • problemi di concentrazione, memoria o capacità decisionali;
  • perdita o aumento eccessivo di appetito. 

Se riscontri alcuni di questi sintomi e noti che persistono da molto, impattando significativamente con la tua vita quotidiana, sia a lavoro che nelle relazioni, potrebbe essere utile rivolgersi a un professionista della salute mentale, che saprà indicarti l’approccio corretto per agire sull’umore.  

Consigli pratici

I consigli pratici per non sentirsi giù di morale sono differenti e vanno dal cibo allo sport: alzare il livello di serotonina non è poi così complicato. 

Quali sono i rimedi per sollevare l’umore? 

1)Cibi e nutrienti amici dell’umore:

Il legame tra umore, emozioni e cibo è tra i più speciali e, anche se non è una novità è normale sentirsi più contenti dopo aver mangiato il nostro piatto preferito.  Interessante è comprendere come determinati nutrienti influiscono sul tono dell’umore. Stiamo parlando di: 

Triptofano, un amminoacido essenziale e precursore della serotonina, che l’organismo non è in grado di produrre e perciò deve essere integrato con la dieta o una supplementazione specifica. Si trova nel cioccolato fondente (da sempre noto come alimento che rilascia gli ormoni connessi all’emotività); nella frutta secca; nei latticini, nei legumi; nelle verdure di colore verde; nella carne e nel pesce. 

Vitamine del gruppo B, in particolare la vitamina B6, essenziale per migliorare il tono dell’umore e per il corretto funzionamento del sistema nervoso. Essa è presente, ad esempio, nei cereali integrali, nei legumi, nelle patate, negli spinaci, nella frutta (esclusi gli agrumi), nelle carni bianche, nel pesce e in alcune erbe aromatiche (basilico e prezzemolo). 

Sali minerali, come magnesio, zinco, ferro e selenio, sono necessari per il corretto funzionamento del sistema nervoso, regolando i meccanismi che influiscono sul tono dell’umore. Essi si trovano in molti alimenti della dieta, sia di origine vegetale (legumi, frutta secca, verdura) sia di origine animale (uova, carne e pesce). 

Carboidrati, dove gli zuccheri giocano un ruolo fondamentale per il buonumore, dato che favoriscono la produzione di serotonina. È da sottolineare, in ogni caso, che un eccessivo consumo di zuccheri semplici, oltre a vanificare ogni dieta dimagrante, si può tradurre in picchi di glicemia che portano a degli sbalzi d’umore poco piacevoli. Merendine e cioccolatini quindi vanno bene, ma solo ogni tanto! 

2)Integratori per sostenere il tono dell’umore 

Quando si vuole combattere il cattivo umore e migliorare la qualità del proprio stato emotivo, si può ricorrere anche ad integratori specifici, in grado di regolare il tono dell’umore ed alleviare le ansie, grazie a ingredienti come il magnesio, vitamina B6 e triptofano, melissa.  

Melissa: nota per le proprietà distensive e rilassanti, oltre che per essere una pianta aromatica molto apprezzata per il suo sapore dolce; 

Lavanda: utilizzata per fare infusi rilassanti od anche sotto forma di olio essenziale per l’aromaterapia finalizzata ad alleviare ansia e stress; 

Magnesio: soprattutto se associato a Niacina e alla Vitamina B2, contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso e alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento; 

L-Triptofano: è il precursore della serotonina, ormone che agisce come neurotrasmettitore, controlla l’umore a livello cerebrale e provoca il restringimento dei vasi sanguigni. 

3)Una buona dose di sole e aria aperta 

4)Esercizio fisico giornaliero

L’esercizio fisico aumenta il rilascio postsinaptico di neurotrasmettitori monoaminici (dopamina e serotonina). Entrambi giocano un ruolo ben conosciuto nella regolazione dell’umore.

5)Un sonno di qualità  

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”

Cosa fare in caso di prurito anale? 

Il prurito anale è una condizione di prurito e irritazione nella pelle intorno all’ano. Il prurito può peggiorare durante la notte o dopo movimenti intestinali. Si consiglia di non graffiare, perché l’irritazione può peggiorare ed espandersi. Infatti, graffiare con le unghie può provocare danni alla pelle e persino infezione dell’area.

Si stima che il prurito anale colpisca tra l’1 e il 15% della popolazione ed è fino a 4 volte più diffuso negli uomini rispetto alle donne.

Ci sono due tipi principali di prurito anale:

1)Prurito anale primario (idiopatico): non ha alcuna causa sottostante ed è il tipo più comune (circa il 50-90% dei casi);

2)Prurito anale secondario: può essere dovuto a molte cause come infezioni, dermatiti da contatto o problemi dermatologici, malattie sistemiche e così via.

Ma quali sono i sintomi ?

Ci sono alcuni sintomi tipici del prurito anale quali:

  • Pizzicore o prurito anale costante;
  • Irritazione nell’area anale;
  • Sensazione di bruciore nell’ano;
  • Sensazione di ossessione, in casi gravi e persistenti;
  • Disturbi del sonno nei pazienti con casi avanzati.

E invece quali sono le cause ?

Alcune cause del prurito anale possono essere:

  • Uso eccessivo di saponi e altri prodotti di igiene intima
  • Sfregamento della parte intima con salviette bagnate o carta igienica ruvida
  • Eccesso di sudore o umidità
  • Abbigliamento intimo troppo stretto o aderente
  • Alcuni alimenti o bevande tra cui bevande gassate o con caffeina come caffè, tè o cola, e alimenti piccanti o acidi come pomodori e agrumi
  • Diarrea o costipazione

Altre cause possono includere:

Infezioni: alcuni batteri, funghi o parassiti possono provocare pruriti o irritazioni, tra cui: stafilococco aureo o streptococco piogene, candida albicans (un tipo di lievito), vermi e sarcoptes scabiei (acari di scabbia). È importante notare che i vermi sono più comuni nei bambini che negli adulti;

Condizioni dermatologiche: la psoriasi, la dermatite da contatto (allergeni o altri irritanti) o la dermatite atopica possono anche causare eruzioni cutanee nell’area anale;

Morbo di Crohn;

Stress o ansia;

Malattie sistemiche: diabete mellito, leucemia, linfomi, malattie della tiroide e del fegato (ittero ostruttivo);

Malattie del colon e dell’anca: prolasso rettale, emorroidi interne ed esterne, ferite anali (ulcere) o fistole;

Medicinali sistemici o topici, quali chinina, colchicina e oli minerali;

Incontinenza fecale o urinaria, a causa del fatto che l’area è molto più umida

Prevenzione

Resistere alla necessità di grattarsi e indossare guanti di cotone durante la notte per evitare di ferirsi con le unghie;

Tenere l’area perianale pulita e asciutta. Nelle persone con prurito anale si raccomanda di lavare con acqua pulita (senza sapone) dopo la defecazione e asciugare con un essiccatore, in quanto gli asciugamani o la carta possono irritare l’area; in alternativa è possibile utilizzarli con piccoli tocchi delicati;

Non usare sapone quando si pulisce l’area anale e nemmeno strofinare con carta o spugna;

Evitare di utilizzare creme profumate, lozioni, bolle o sali da bagno;

Mangiare cibi ad alto contenuto di fibre, per prevenire la diarrea e la costipazione;

Evitare cibi piccanti o acidi e bevande con caffeina;

Evitare di indossare biancheria intima aderente.

Trattamenti per il prurito anale

Il trattamento normalmente si concentra sul mantenimento di una corretta igiene. Se vi è una causa secondaria, questa dovrà essere curata e quindi il trattamento può variare. In generale, i trattamenti di base per combattere il prurito anale includono:

  • Farmaci topici: sono steroidi topici sotto forma di crema che contiene 1% di idrocortisone e aiuta a alleviare prurito e irritazione. La capsaicina topica è un’alternativa per i pazienti con prurito anale cronico;
  • Medicinali orali: antibiotici o antimicotici, che saranno prescritti solo se vi è infezione;
  • Iniezione di blu di metilene (tatuaggio anale): utilizzato in casi avanzati che non rispondono ai farmaci topici. Il blu di metilene è un colorante che viene iniettato nell’area perianale ed elimina il prurito, uccidendo le terminazioni nervose.

NOTA BENE : il trattamento per il prurito anale dipende dalla causa d’origine, pertanto qualsivoglia “cura fai da te”, senza il consulto del medico, è caldamente sconsigliata; tant’è che alcuni trattamenti cosiddetti casalinghi possono addirittura peggiorare il disturbo.

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”

 

Cos’è il diabete?

 

Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina. L’insulina è l’ormone, prodotto dal pancreas, che consente al glucosio l’ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno.

 

Diabete tipo 1

Riguarda circa il 10% delle persone con diabete e in genere insorge nell’infanzia o nell’adolescenza. Nel diabete tipo 1, il pancreas non produce insulina a causa della distruzione delle cellule ß che producono questo ormone: è quindi necessario che essa venga iniettata ogni giorno e per tutta la vita.

La causa del diabete tipo 1 è sconosciuta, ma caratteristica è la presenza nel sangue di anticorpi diretti contro antigeni presenti a livello delle cellule che producono insulina. ll diabete di tipo 1 viene classificato tra le malattie cosiddette “autoimmuni”, cioè dovute a una reazione immunitaria diretta contro l’organismo stesso. Tra i possibili agenti scatenanti la risposta immunitaria, sono stati proposti i virus della parotite (i cosiddetti “orecchioni”), il citomegalovirus, i virus Coxackie B, i virus dell’encefalomiocardite.

Diabete tipo 2

È la forma più comune di diabete e rappresenta circa il 90% dei casi di questa malattia. La causa è ancora ignota, anche se è certo che il pancreas è in grado di produrre insulina, ma le cellule dell’organismo non riescono poi a utilizzarla. In genere, la malattia si manifesta dopo i 30-40 anni e numerosi fattori di rischio sono stati riconosciuti associarsi alla sua insorgenza. Tra questi: la familiarità per diabete, lo scarso esercizio fisico, il sovrappeso e l’appartenenza ad alcune etnie. Riguardo la familiarità, circa il 40% dei diabetici di tipo 2 ha parenti di primo grado (genitori, fratelli) affetti dalla stessa malattia, mentre nei gemelli monozigoti la concordanza della malattia si avvicina al 100%, suggerendo una forte componente ereditaria per questo tipo di diabete.

l diabete tipo 2 è capace di vivere accanto a noi per anni restando in silenzio, senza che ce ne accorgiamo. E quando decide di farsi sentire, è già parte di noi, ben radicato. Si calcola che in Italia ci sia oltre un milione di persone con diabete che non sa di averlo: un semplice controllo della glicemia, che può cambiare una vita.

 

Quali sono i Sintomi?

La sintomatologia di insorgenza della malattia dipende dal tipo di diabete. Nel caso del diabete tipo 1 di solito si assiste a un esordio acuto, spesso in relazione a un episodio febbrile, con sete , aumentata quantità di urine , sensazione si stanchezza, perdita di peso, stanchezza, affaticamento, fame intensa, sonnolenza.

Nel diabete tipo 2, invece, la sintomatologia è più sfumata e solitamente non consente una diagnosi rapida, per cui spesso la glicemia è elevata ma senza i segni clinici del diabete tipo 1.

 

Perché nel paziente diabetico  spesso si osserva un aumento del rischio di infezioni?

Le urine di una persona che soffre di diabete, sono più ricche di zuccheri (glucosio) e, quindi, rappresentano un ottimo terreno di crescita per batteri, funghi e microrganismi con un conseguente aumento del rischio di infezioni delle vie urinarie (cistite).

La cute nel soggetto con diabete è sempre più disidratata e secca (xerosi) rispetto alla persona senza diabete, per questo è più frequente che si verifichino infezioni cutanee in caso di piccole abrasioni o ferite che tendono a cicatrizzare più lentamente.

 

Glucosio nel sangue: quali parametri quando non si ha il diabete

Nei soggetti non affetti da diabete  la glicemia a digiuno, dopo cioè almeno 8 ore di digiuno, è generalmente compresa tra 60-99 mg/dl, mentre dopo un pasto, per quanto abbondante, la glicemia raramente supera i 140 mg/dl.
Esiste un altro parametro in grado di valutare l’andamento della glicemia e denominato emoglobina glicata (HbA1c) che permette di stimare in modo retrospettivo la media delle glicemie dei tre-quattro mesi precedenti il suo dosaggio: in tal caso, nei soggetti non affetti da diabete   il valore di normalità di HbA1c si colloca al di sotto di 42 mmol/mol.

 

Diabete in Italia

In Italia il diabete è molto diffuso: sono circa 4,5 milioni le persone con il diabete e, per di più, un milione e mezzo non è diagnosticato. Secondo i dati ISTAT, il rischio di contrarre questa malattia aumenta con l’età: il 21 % della popolazione con più di 75 anni ne è affetto.

l diabete è una caso emblematico di malattia cronica che in parte può essere contenuta adottando stili di vita salutari: porre attenzione ad una corretta alimentazione, ad un apporto calorico equilibrato, eliminare il fumo e il consumo di alcol, praticare attività fisica, sono tutti comportamenti che costituiscono un’importante azione per contrastare l’insorgenza delle complicazioni del diabete.

Il 14 novembre si celebra ogni anno la Giornata mondiale del diabete.

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”

CETIRIZINA: cos’è e a cosa serve?

La Cetirizina è un antistaminico molto conosciuto ed utilizzato  nella cura della rinite allergica, stagionale o cronica, e dell’orticaria. Vediamo insieme indicazioni, controindicazioni ed utilizzi.

Quali sono gli utilizzi della cetirizina?

-Il trattamento dei sintomi nasali e oculari della rinite allergica sia stagionale che perenne, quali intensa lacrimazione, scolo nasale, starnuti.

-Il trattamento dei sintomi dell’orticaria cronica idiopatica quali prurito e arrossamenti.

È utile quindi per il trattamento dei sintomi della cosiddetta febbre da fieno, l’insieme dei sintomi associati all’allergia ai pollini, alla polvere o ad altre sostanze presenti nell’aria, e quelli associati ad allergie ad altri allergeni, come per esempio agli acari della polvere, alla forfora degli animali, alle muffe e agli scarafaggi.

Come agisce la cetirizina e quanto dura il suo effetto?

La cetirizina agisce bloccando l’attività dell’istamina, sostanza che scatena i sintomi delle allergie. Nella maggior parte dei pazienti i sintomi sono alleviati dopo circa 2 ore dalla somministrazione delle compresse e l’effetto rimane per 24 ore.

Come si assume la cetirizina?

In genere si assume una volta al giorno per via orale, sotto forma di compresse, compresse masticabili, sciroppo o gocce. Il principio attivo è  disponibile anche in combinazione con la pseudoefedrina.

 

Qual è la posologia e le modalità di somministrazione della cetirizina in compresse?

-Bambini di età compresa tra 6 e 12 anni: 5 mg due volte al giorno (mezza compressa due volte al giorno).

-Adulti e ragazzi di età superiore ai 12 anni: 10 mg una volta al giorno (1 compressa)

Qual è la posologia di cetirizina in gocce orali?

-Bambini di età compresa tra 2 e 6 anni: 2,5 mg due volte al giorno (5 gocce due volte al giorno).

-Bambini di età compresa tra 6 e 12 anni: 5 mg due volte al giorno (10 gocce due volte al giorno).

Adulti e ragazzi di età superiore ai 12 anni: 10 mg una volta al giorno (20 gocce).

E se si assume Cetirizina più di quanto si deve?

Gli effetti indesiderati possono comparire con intensità incrementata. Sono stati riportati eventi avversi quali confusione,diarrea, capogiri, stanchezza, mal di testa.malessere, dilatazione della pupilla, prurito, irrequietezza, sedazione, sonnolenza, stupore, anomalo ritmo cardiaco rapido, tremore e ritenzione urinaria

Quali sono gli effetti collaterali più importanti?

Gli effetti collaterali più comuni durante il trattamento con Cetirizina sono:

-sonnolenza

-affaticamento

-capogiri e cefalea

Raramente si sono verificati casi di difficolta di minzione e secchezza della bocca.

Possibili interazioni con cibi , bevande o farmaci?

Il paziente in terapia con cetirizina dovrebbe prestare particolare cautela all’assunzione di alcool ed altri principi attivi in grado di aumentare il rischio delle reazioni avverse.

Si può assumere cetirizina in gravidanza?

Come con altri farmaci, l’uso di cetirizina deve essere evitato durante la gravidanza. L’uso accidentale del farmaco da parte di una donna in gravidanza non produce alcun effetto dannoso sul feto, tuttavia l’assunzione del farmaco deve essere interrotta. Anche durante l’allattamento l’uso di cetirizina deve essere evitato perchè oltrepassa il latte materno.

I bambini possono assumere cetirizina?

Si, I bambini possono assumere cetirizina gocce a partied ai 2 anni di età e le compresse a partire dai 6 anni di età. Le compresse di Cetirizina devono essere somministrate al bambino per via orale con un bicchiere di acqua, latte o succo di frutta.

Quali sono i farmaci in commercio contententi cetirizina?

Sicuramente molto conosciuto è lo Zirtec, ma anche Cetirizina Mylan o Cetirizina Sandoz: tutti a base di 10 mg di Cetirizina dicloridrato.

Qual è il principio attivo di Reactine?

Anche Reactine contiene al suo interno cetirizina dicloridrato ma con dosaggio differente rispetto ai precedenti. Contiene 5 mg di Cetirizina dicloridrato e 120 mg di Pseudoefedrina cloridrato, decongestionante delle vie aeree superiori: sono compresse a rilascio prolungato.

Curiosità

Come mai alcuni antistaminici come la cetirizina provocano sonnolenza?

Gli stessi recettori H1 responsabili delle reazioni allergiche sono anche responsabili del mantenimento dello stato di veglia nel cervello. Il fattore principale che contribuisce all’effetto sedativo degli antistaminici è la loro capacità di attraversare la barriera emato-encefalica. Questa è una barriera protettiva che impedisce a sostanze potenzialmente dannose di passare dal sangue al cervello. Tuttavia, alcuni farmaci, compresi gli antistaminici, sono in grado di attraversare questa barriera e influenzare direttamente la funzione cerebrale. Quando gli antistaminici entrano nel cervello, si legano ai recettori responsabili della regolazione del sonno e della veglia, portando a sonnolenza e sedazione.

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it 

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui 

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”