Lactoflorene Pancia Piatta: è un integratore formulato per favorire l’equilibrio della flora intestinale e ridurre il gonfiore addominale. Con probiotici selezionati e ingredienti attivi, questo integratore mira a migliorare la digestione e promuovere una pancia piatta in modo naturale.

Trio Carbone Pancia Piatta: è un integratore innovativo che combina carboni vegetali attivi con erbe digestive per aiutare a ridurre il gonfiore addominale e favorire una migliore salute intestinale. Con la sua formulazione unica, questo integratore mira a assorbire le tossine e migliorare la funzione digestiva, contribuendo così a una pancia piatta e confortevole.

Ma cos’è il gonfiore intestinale?

La sensazione di gonfiore addominale è spesso causata dall’eccessivo accumulo di gas a livello intestinale e può comportare dolore e malessere generale.

L’apparato gastrointestinale produce ogni giorno, per effetto dei batteri che lo popolano, un volume di gas compreso tra 0.5 e 1.5 litri che poi viene eliminato dalle normali funzioni fisiologiche.
Il problema del gonfiore addominale si presenta quando la produzione di questi gas aumenta eccessivamente.

 

Ma quali sono le CAUSE?
Le cause del gonfiore possono essere molteplici:
•squilibrio intestinale (disbiosi)
•cattiva digestione
•alimentazione scorretta
•stress
In tutti questi casi può succedere che il cibo ingerito permanga più a lungo nell’intestino e la sua fermentazione provochi meteorismo, flatulenza e dolori addominali.

 

Scopriamo insieme nel dettaglio questi due integratori: LACTOFLORENE pancia piatta e TRIO CARBONE pancia piatta.

Lactoflorene PANCIA PIATTA

Lactoflorene PANCIA PIATTA è un integratore alimentare a base di fermenti lattici vivi ad azione probiotica, enzimi ed estratti vegetali di Melissa, Camomilla, Passiflora, Zenzero e Finocchio
Lactoflorene PANCIA PIATTA, con fermenti lattici vivi ad azione probiotica, grazie alla sua azione potenziata, agisce all’origine del gonfiore intervenendo direttamente sui seguenti fattori:

Gonfiore addominale: grazie agli estratti di MELISSA, CAMOMILLA, PASSIFLORA, ZENZERO E FINOCCHIO
Stress quotidiano: grazie agli estratti di CAMOMILLA e MELISSA
Cattiva digestione: grazie agli estratti di CAMOMILLA e ZENZERO

La presenza di fermenti lattici vivi ad azione probiotica favorisce inoltre l’equilibrio della flora batterica intestinale

Come si presenta e come viene somministrato?
La busta T-WIN di Lactoflorene PANCIA PIATTA è suddivisa in due camere separate che permettono agli ingredienti contenuti di non interagire fra loro fino al momento dell’assunzione del prodotto, garantendo una conservazione ottimale dei componenti e la loro efficacia.
Modalità d’uso:
Una busta al giorno, lontano dai pasti. Sciogliere il contenuto della busta in un bicchiere d’acqua (180ml) e bere la sospensione ottenuta. Assumere immediatamente dopo la preparazione.

Trio Carbone PANCIA PIATTA

Trio Carbone pancia piatta è un integratore alimentare a base di Enzimi, Carbone vegetale, estratto di Finocchio, Fermenti lattici vivi, Gluco-oligosaccaridi (Bioecolians) e Vitamine del gruppo B, indicato per combattere il gonfiore e l’eccesso di gas, favorire la digestione e il riequilibrio della flora intestinale.

-La miscela di Enzimi ovvero Amilasi, Lattasi, Lipasi e Cellulasi, con Papaina e Alfa-galattosidasi, aiuta a favorire i processi digestivi e l’assorbimento dei nutrienti.
-L’estratto di Finocchio favorisce l’eliminazione dei gas responsabili del gonfiore addominale, una regolare motilità gastrointestinale e la funzione digestiva.
-I Fermenti lattici ad azione probiotica, (Lactobacillus plantarum + Bifidobacterium breve), con i Gluco-oligosaccaridi, contribuiscono all’equilibrio della flora batterica intestinale.
-La Vitamina B6 infine è utile per il buon funzionamento del sistema immunitario, mentre le Vitamine B1, B2 e B5 contribuiscono al normale metabolismo energetico.

Come si presenta?
Il prodotto è composto da due formulazioni sinergiche, confezionate in due bustine monodose accoppiate che vanno assunte contemporaneamente: la prima contiene gli enzimi, il carbone e gli estratti vegetali, la seconda i fermenti lattici vivi.

Trio Carbone Pancia Piatta è un integratore Senza glutine, senza lattosio.

Modalità d’uso:
Sciogliere il contenuto di entrambe le buste in mezzo bicchiere d’acqua e bere la sospensione ottenuta, preferibilmente prima del pasto principale.

 

Suggerimenti e Consigli utili:

Gli integratori possono essere uno strumento utile nel gestire il gonfiore addominale, ma è importante utilizzarli in combinazione con una dieta equilibrata, uno stile di vita sano e altre strategie di gestione del benessere.

SEGUIRE UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE
In caso di gonfiore addominale, è preferibile mangiare verdure cotte; pesce, carni bianche e yogurt. È importante evitare latte e formaggi molto grassi; fibre in eccesso come troppi cibi integrali e verdure crude; alcolici, caffè e bibite gassate.

TENERE IL GIUSTO COMPORTAMENTO A TAVOLA
I pasti consumati in fretta, davanti al computer o allo smartphone sono spesso causa di cattiva digestione. E’ fondamentale mangiare lentamente ed evitare pasti abbondanti, piuttosto è meglio consumare meno cibo ma più frequentemente. E’ inoltre importante evitare di passare troppo tempo seduti dopo i pasti.

AVERE UNO STILE DI VITA SANO
Svolgere un’attività fisica regolare, dedicare il giusto tempo al sonno ristoratore: queste buone abitudini aiutano a ridurre lo stress che si ripercuote sul nostro intestino (non a caso chiamato il “secondo cervello”), causando una cattiva digestione e gonfiore.

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”

Smaltimento farmaci scaduti: ecco come farlo correttamente

I medicinali rientrano fra i rifiuti urbani pericolosi e non possono essere buttati nella pattumiera.

I Nostri Consigli:

Innanzitutto è importante separare il blister dalla scatola di carta. La stessa cosa anche vale per il flaconcino di vetro e anche liberare il foglietto illustrativo.

Le confezioni di carta e cartone devono essere smaltite ovviamente nella carta. I blister in plastica e in metallo devono essere buttati insieme alla plastica se sono di plastica; se sono di alluminio vanno con i metalli. Per le bustine invece, per esempio, se sono vuote , vanno nella differenziata come residuo secco tra i rifiuti non reciclabili; nel caso siano ancora piene vanno smaltite presso i punti di raccolta in farmacia. In caso invece di medicinali liquidi, l ‘intero contenitore viene riposto nel contenitore dei medicinali scaduti in farmacia.

Altra cosa da non fare mai è svuotare i flaconi di farmaci, per esempio antibiotici in sciroppo, negli scarichi di casa. I medicinali, infatti, possono finire nei fiumi e nei mari attraverso le acque reflue, aumentando così il rischio di selezionare batteri resistenti.

Ancora , sfigmomanometri o anche per esempio siringhe o altri dispositivi sanitari taglienti o pungenti come per esempio lamette , bisturi monouso non essendo farmaci vanno smaltiti o all’interno di punti di raccolta di strutture ospedaliere o in stazioni ecologiche attrezzate.

Le pastiglie , compresse, che noi abbiamo liberato dalla plastica, vanno smaltite negli appositi contenitori , nei punti di raccolta presenti nelle farmacie.

Curiosità …

Come comportarsi se dovesse capitare di ritrovare in fondo all’armadietto delle medicine un farmaco che riporta una data di scadenza ormai passata?

È ancora efficace un farmaco scaduto o può essere pericoloso assumerlo?

Il problema non è tanto per la gestione domestica dei farmaci, quanto per situazioni particolari, in cui non è disponibile un’alternativa adeguata al farmaco scaduto, come successo pochi mesi fa per l’ibuprofene. Per questo motivo sono stati condotti studi scientifici ad hoc e i risultati sono rassicuranti, spiega Luca Pasina, responsabile del Laboratorio di Farmacologia clinica e Appropriatezza prescrittiva, ad Adnkronos Salute. Il farmaco non diventa inefficace il giorno dopo la scadenza né causa problemi. In letteratura non è riportato nessun caso di tossicità da farmaco scaduto, non bisogna quindi spaventarsi. Quello che normalmente può succedere è che si perde efficacia. Ma, anche qui, tutti gli studi che hanno valutato questo aspetto hanno fatto vedere che, per periodi anche molto distanti dalla data di scadenza, questa cosa non si verifica.

Farmaci scaduti: quanto dura un farmaco dopo la scadenza?

La scadenza indicata sulle scatole delle medicine non è il risultato di uno studio di stabilità: tale data non stabilisce né l’inefficacia né un potenziale dannoso. Alle case farmaceutiche, infatti, non viene richiesto di determinare quale sia la reale stabilità del prodotto. La data di scadenza delle medicine viene definita in maniera arbitraria dal produttore; viene però garantito che la quantità del principio attivo e la potenza del farmaco rimangano sempre uguali all’interno di quel preciso periodo tra la produzione e la scadenza indicata.

“Ciò però non vuol dire che dopo la scadenza non ci siano dei rischi”- puntualizza il Dr. Pasina – “Da un punto di vista pratico ci sono degli studi di letteratura che hanno indagato se alcuni prodotti perdevano quantità di principio attivo o potenza. Analisi condotte su un numero alto di farmaci”. Ad esempio, uno studio pubblicato su Jama nel 2016 ha analizzato più 3mila lotti su 122 tipi di farmaci diversi e ha dimostrato come quasi il 90% di questi prodotti fossero stabili per oltre un anno dalla scadenza indicata. Mediamente la stabilità si aggirava intorno ai 5 anni e mezzo, con una grossa variabilità: oltre un anno, la percentuale di farmaci stabili era 90% e oltre i quattro anni, era del 12%. Molto dipende dalle formulazioni: i medicinali liquidi sono quelli che hanno più probabilità di perdere di stabilità, mentre normalmente le compresse sono più durevoli.

APPROFONDISCI L’ARGOMENTO GUARDANDO IL VIDEO SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE 

CLICCA QUI

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it 

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui 

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”

Scegliere il collutorio giusto è di fondamentale importanza.  

Cos’è il collutorio? 

Il collutorio, dal latino colluere, che significa sciacquare, è una soluzione liquida utilizzata per risciacquare la cavità orale. 

I collutori rinfrescano l’alito e aiutano a rimuovere i residui di cibo, ma non sostituiscono l’abitudine regolare a spazzolare i denti almeno due volte al giorno e a passare quotidianamente il filo interdentale. 

Possiamo suddividerli in due grandi categorie in base alla funzione: 

  • Collutori per cure terapeutiche: vengono prescritti dal dentista per particolari problematiche, ad esempio per curare delle lesioni a seguito di un intervento chirurgico; 
  • Collutori per ausilio all’igiene orale: sono quelli che ci interessano in questo articolo e che ora tratteremo nel dettaglio. 

I collutori, infatti, possono essere utilizzati per diversi scopi: 

  • antiplacca; 
  • antisettico;  
  • per combattere l’alito cattivo 

 Proprio perché sono diverse le funzioni che possono assolvere, sul mercato ne esistono una grande varietà. È quindi importante scegliere il più adatto in base alle nostre esigenze: 

  • in caso di problemi di alitosi si può scegliere un prodotto apposito, che contenga elementi in grado di neutralizzarlo e che sia fresco e rinfrescante. Ad esempio la GUM fa un collutorio Halicontrol, un collutorio antibatterico a base di Cetilpiridinio Cloruro ed oli essenziali che ha la capacità di catturare e neutralizzare i composti volatili che si trovano nel cavo orale , impedendo la reazione tra enzimi responsabili del cattivo odore.  
  • per prevenire le carie è opportuno un prodotto contenente del  fluoro. Per esempio, la formulazione Elmex con fluoruro amminico, forma un duplice scudo attivo di calcio e fluoro che remineralizza e protegge efficacemente  dalle carie. Aiuta quindi anche a prevenire le lesioni che possono causare la formazione proprio delle carie. 
  • Per le gengive sanguinanti e infiammate esistono prodotti appositi, con elevato contenuto di antisettici ed antimicrobici che riducono la placca e aiutano a combattere la gengivite. Un agente molto utilizzato è la clorexidina, presente nei collutori della curasept, specifici per gengive infiammate. 

E per proteggere lo smalto dei denti? Il collutorio per lo smalto Curasept Biosmalto ha la capacità di interagire chimicamente con i tessuti duri del dente, depositando una nuova fase minerale in continuità con quella preesistente. 

Il collutorio Biorepair a base invece di cristalli di idrossiapatite, contiene appunto questo minerale in idrossiapatite che costituisce il 90% dello smalto dei denti e il 70% della dentina. Grazie alla loro capacità biomimetica proprio di questi cristalli, cioè la capacità di imitare in tutto e per tutto la componente di struttura biologica, si insinua nelle micro scalfiitture del dente e lo riparano. 

E per la sensibilità dei denti? 

La sensibilità dei denti è dovuta all’esposizione della dentina, struttura portante del dente, che è attraversata da tubuli che contengono appunto queste fibre nervose. La dentina normalmente è coperta dallo smalto e dalla gengiva, per cui non è a contatto con l’ambiente orale. A causa di fattori traumatici abrasivi, per esempio uno spazzolamento errato , erosivi, sostanze acide a contatto con i denti, o anche patologiche, una malattia parodontale, la dentina si trova a non essere più ricoperta dallo smalto oppure dalla gengiva a livello della radice e risponde con il dolore agli stimoli termici, chimici , tattili e osmotici.

In questi casi il collutorio, per esempio elmex sensitive, raggiunge gli spazi interdentali più nascosti e forma uno strato protettivo intorno ai denti rendendo inaccessibili I tubuli che portano all’interno del dente. 

Spesso ci chiedete quando e soprattutto quanto collutorio utilizzare? 

La quantità standard di collutorio è 20 ml.   

Questa quantità è l’indicazione per la maggior parte delle soluzioni in commercio. 

Nel caso di alcuni collutori al fluoro sono necessari anche solo 10 ml. 

 Per qualsiasi collutorio usato è indicato aspettare almeno mezz’ora prima di poter bere o mangiare in modo da potenziare l’efficacia del prodotto. 

Quando invece è preferibile non utilizzare il collutorio? 

Sicuramente per quanto riguarda i bambini, l’igiene orale è più delicata: no al collutorio sotto i 6 anni, mentre sopra i 6 anni si può utilizzare ma sono necessari l’intervento e la supervisione del genitore, per evitare che il prodotto venga ingerito, e l’utilizzo di prodotti specifici per bambini, meglio se sotto consiglio del dentista. 

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it 

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui 

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”

Aspirina C e Vivin C sono due farmaci molto richiesti nel periodo invernale, periodo in cui l’influenza stagionale la fa da padrona. 

L’influenza rappresenta il malanno invernale più temuto nei mesi freddi. Si manifesta in seguito all’infezione da parte del virus e il nostro organismo risponde con una diversa sintomatologia. 

Febbre: aumento della temperatura corporea; 

Tosse: per eliminare il virus dall’apparato respiratorio; 

Mal di testa e dolori muscolari; 

Debolezza fisica;

Vediamo insieme quali sono le differenze tra Aspirina C e Vivin C e il motivo del loro utilizzo negli stati influenzali! 

ASPIRINA C 

Aspirina C è un farmaco ad azione antifebbrile, antinfiammatoria e analgesica: agisce dai primi sintomi di raffreddore ed influenza dando un rapido sollievo. Inoltre la presenza di vitamina C  ha un effetto positivo sul sistema immunitario. 

Quali sono i principi attivi di Aspirina C?  

Una compressa di aspirina C contiene  

-400 mg Acido acetilsalicilico 

-240 mg Acido ascorbico (Vitamina C) 

Come si assume? 

Sciogliere 1 o 2 compresse di Aspirina C in mezzo bicchiere d’acqua. 

Dosaggio: 1 o 2 compresse ripetendo la dose, se necessario, ad intervalli di 4-8 ore, sino a 3-4 volte al giorno. 

 

VIVIN C 

Vivin C è un farmaco antifebbrile, antinfiammatorio e analgesico. Indicato in caso di: 

– Terapia sintomatica degli stati febbrili e delle sindromi influenzali e da raffreddamento  

-Dolori di lieve e media entità quale mal di testa, mal di denti, nevralgie, dolori mestruali, dolori reumatici e muscolari.  

 Quali sono i principi attivi presenti nel Vivin C?  

Una compressa di Vivin C contiene  

330 mg Acido acetilsalicilico 

-200 mg Acido ascorbico (Vitamina C) 

 Come si assume? 

1-2 compresse fino a 3-4 volte al giorno, disciolte in un bicchiere d’acqua non gassata. 

Quale sono quindi le differenze e similitudini ?  

Avendo analizzato in dettaglio i due farmaci possiamo chiaramente affermare che sia Vivinc C che Aspirina C contengono i medesimi principi attivi ossia Acido acetilsalicilico e Acido ascorbico. 

Si differenziano, invece, sicuramente per il dosaggio: 330 mg di acido acetilsalicilico nel Vivin C e 400 mg nell’aspirina C, e 200 mg di Acido ascorbico nel Vivin C e 240 mg nell’aspirina C. 

ASPIRINA C E VIVIN C: stomaco pieno o stomaco vuoto? 

L’assunzione deve avvenire necessariamente a stomaco pieno! 

Assumere acido acetilsalicilico a stomaco vuoto può irritare la mucosa gastrica, poiché l’acido acetilsalicilico è noto per essere leggermente irritante per lo stomaco. 

Bambini e adolescenti? 

Entrambi i medicinali non devono essere assunti da bambini e ragazzi di età inferiore ai 16 anni. 

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”

 

Cosa fare in caso di prurito anale? 

Il prurito anale è una condizione di prurito e irritazione nella pelle intorno all’ano. Il prurito può peggiorare durante la notte o dopo movimenti intestinali. Si consiglia di non graffiare, perché l’irritazione può peggiorare ed espandersi. Infatti, graffiare con le unghie può provocare danni alla pelle e persino infezione dell’area.

Si stima che il prurito anale colpisca tra l’1 e il 15% della popolazione ed è fino a 4 volte più diffuso negli uomini rispetto alle donne.

Ci sono due tipi principali di prurito anale:

1)Prurito anale primario (idiopatico): non ha alcuna causa sottostante ed è il tipo più comune (circa il 50-90% dei casi);

2)Prurito anale secondario: può essere dovuto a molte cause come infezioni, dermatiti da contatto o problemi dermatologici, malattie sistemiche e così via.

Ma quali sono i sintomi ?

Ci sono alcuni sintomi tipici del prurito anale quali:

  • Pizzicore o prurito anale costante;
  • Irritazione nell’area anale;
  • Sensazione di bruciore nell’ano;
  • Sensazione di ossessione, in casi gravi e persistenti;
  • Disturbi del sonno nei pazienti con casi avanzati.

E invece quali sono le cause ?

Alcune cause del prurito anale possono essere:

  • Uso eccessivo di saponi e altri prodotti di igiene intima
  • Sfregamento della parte intima con salviette bagnate o carta igienica ruvida
  • Eccesso di sudore o umidità
  • Abbigliamento intimo troppo stretto o aderente
  • Alcuni alimenti o bevande tra cui bevande gassate o con caffeina come caffè, tè o cola, e alimenti piccanti o acidi come pomodori e agrumi
  • Diarrea o costipazione

Altre cause possono includere:

Infezioni: alcuni batteri, funghi o parassiti possono provocare pruriti o irritazioni, tra cui: stafilococco aureo o streptococco piogene, candida albicans (un tipo di lievito), vermi e sarcoptes scabiei (acari di scabbia). È importante notare che i vermi sono più comuni nei bambini che negli adulti;

Condizioni dermatologiche: la psoriasi, la dermatite da contatto (allergeni o altri irritanti) o la dermatite atopica possono anche causare eruzioni cutanee nell’area anale;

Morbo di Crohn;

Stress o ansia;

Malattie sistemiche: diabete mellito, leucemia, linfomi, malattie della tiroide e del fegato (ittero ostruttivo);

Malattie del colon e dell’anca: prolasso rettale, emorroidi interne ed esterne, ferite anali (ulcere) o fistole;

Medicinali sistemici o topici, quali chinina, colchicina e oli minerali;

Incontinenza fecale o urinaria, a causa del fatto che l’area è molto più umida

Prevenzione

Resistere alla necessità di grattarsi e indossare guanti di cotone durante la notte per evitare di ferirsi con le unghie;

Tenere l’area perianale pulita e asciutta. Nelle persone con prurito anale si raccomanda di lavare con acqua pulita (senza sapone) dopo la defecazione e asciugare con un essiccatore, in quanto gli asciugamani o la carta possono irritare l’area; in alternativa è possibile utilizzarli con piccoli tocchi delicati;

Non usare sapone quando si pulisce l’area anale e nemmeno strofinare con carta o spugna;

Evitare di utilizzare creme profumate, lozioni, bolle o sali da bagno;

Mangiare cibi ad alto contenuto di fibre, per prevenire la diarrea e la costipazione;

Evitare cibi piccanti o acidi e bevande con caffeina;

Evitare di indossare biancheria intima aderente.

Trattamenti per il prurito anale

Il trattamento normalmente si concentra sul mantenimento di una corretta igiene. Se vi è una causa secondaria, questa dovrà essere curata e quindi il trattamento può variare. In generale, i trattamenti di base per combattere il prurito anale includono:

  • Farmaci topici: sono steroidi topici sotto forma di crema che contiene 1% di idrocortisone e aiuta a alleviare prurito e irritazione. La capsaicina topica è un’alternativa per i pazienti con prurito anale cronico;
  • Medicinali orali: antibiotici o antimicotici, che saranno prescritti solo se vi è infezione;
  • Iniezione di blu di metilene (tatuaggio anale): utilizzato in casi avanzati che non rispondono ai farmaci topici. Il blu di metilene è un colorante che viene iniettato nell’area perianale ed elimina il prurito, uccidendo le terminazioni nervose.

NOTA BENE : il trattamento per il prurito anale dipende dalla causa d’origine, pertanto qualsivoglia “cura fai da te”, senza il consulto del medico, è caldamente sconsigliata; tant’è che alcuni trattamenti cosiddetti casalinghi possono addirittura peggiorare il disturbo.

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”

 

CETIRIZINA: cos’è e a cosa serve?

La Cetirizina è un antistaminico molto conosciuto ed utilizzato  nella cura della rinite allergica, stagionale o cronica, e dell’orticaria. Vediamo insieme indicazioni, controindicazioni ed utilizzi.

Quali sono gli utilizzi della cetirizina?

-Il trattamento dei sintomi nasali e oculari della rinite allergica sia stagionale che perenne, quali intensa lacrimazione, scolo nasale, starnuti.

-Il trattamento dei sintomi dell’orticaria cronica idiopatica quali prurito e arrossamenti.

È utile quindi per il trattamento dei sintomi della cosiddetta febbre da fieno, l’insieme dei sintomi associati all’allergia ai pollini, alla polvere o ad altre sostanze presenti nell’aria, e quelli associati ad allergie ad altri allergeni, come per esempio agli acari della polvere, alla forfora degli animali, alle muffe e agli scarafaggi.

Come agisce la cetirizina e quanto dura il suo effetto?

La cetirizina agisce bloccando l’attività dell’istamina, sostanza che scatena i sintomi delle allergie. Nella maggior parte dei pazienti i sintomi sono alleviati dopo circa 2 ore dalla somministrazione delle compresse e l’effetto rimane per 24 ore.

Come si assume la cetirizina?

In genere si assume una volta al giorno per via orale, sotto forma di compresse, compresse masticabili, sciroppo o gocce. Il principio attivo è  disponibile anche in combinazione con la pseudoefedrina.

 

Qual è la posologia e le modalità di somministrazione della cetirizina in compresse?

-Bambini di età compresa tra 6 e 12 anni: 5 mg due volte al giorno (mezza compressa due volte al giorno).

-Adulti e ragazzi di età superiore ai 12 anni: 10 mg una volta al giorno (1 compressa)

Qual è la posologia di cetirizina in gocce orali?

-Bambini di età compresa tra 2 e 6 anni: 2,5 mg due volte al giorno (5 gocce due volte al giorno).

-Bambini di età compresa tra 6 e 12 anni: 5 mg due volte al giorno (10 gocce due volte al giorno).

Adulti e ragazzi di età superiore ai 12 anni: 10 mg una volta al giorno (20 gocce).

E se si assume Cetirizina più di quanto si deve?

Gli effetti indesiderati possono comparire con intensità incrementata. Sono stati riportati eventi avversi quali confusione,diarrea, capogiri, stanchezza, mal di testa.malessere, dilatazione della pupilla, prurito, irrequietezza, sedazione, sonnolenza, stupore, anomalo ritmo cardiaco rapido, tremore e ritenzione urinaria

Quali sono gli effetti collaterali più importanti?

Gli effetti collaterali più comuni durante il trattamento con Cetirizina sono:

-sonnolenza

-affaticamento

-capogiri e cefalea

Raramente si sono verificati casi di difficolta di minzione e secchezza della bocca.

Possibili interazioni con cibi , bevande o farmaci?

Il paziente in terapia con cetirizina dovrebbe prestare particolare cautela all’assunzione di alcool ed altri principi attivi in grado di aumentare il rischio delle reazioni avverse.

Si può assumere cetirizina in gravidanza?

Come con altri farmaci, l’uso di cetirizina deve essere evitato durante la gravidanza. L’uso accidentale del farmaco da parte di una donna in gravidanza non produce alcun effetto dannoso sul feto, tuttavia l’assunzione del farmaco deve essere interrotta. Anche durante l’allattamento l’uso di cetirizina deve essere evitato perchè oltrepassa il latte materno.

I bambini possono assumere cetirizina?

Si, I bambini possono assumere cetirizina gocce a partied ai 2 anni di età e le compresse a partire dai 6 anni di età. Le compresse di Cetirizina devono essere somministrate al bambino per via orale con un bicchiere di acqua, latte o succo di frutta.

Quali sono i farmaci in commercio contententi cetirizina?

Sicuramente molto conosciuto è lo Zirtec, ma anche Cetirizina Mylan o Cetirizina Sandoz: tutti a base di 10 mg di Cetirizina dicloridrato.

Qual è il principio attivo di Reactine?

Anche Reactine contiene al suo interno cetirizina dicloridrato ma con dosaggio differente rispetto ai precedenti. Contiene 5 mg di Cetirizina dicloridrato e 120 mg di Pseudoefedrina cloridrato, decongestionante delle vie aeree superiori: sono compresse a rilascio prolungato.

Curiosità

Come mai alcuni antistaminici come la cetirizina provocano sonnolenza?

Gli stessi recettori H1 responsabili delle reazioni allergiche sono anche responsabili del mantenimento dello stato di veglia nel cervello. Il fattore principale che contribuisce all’effetto sedativo degli antistaminici è la loro capacità di attraversare la barriera emato-encefalica. Questa è una barriera protettiva che impedisce a sostanze potenzialmente dannose di passare dal sangue al cervello. Tuttavia, alcuni farmaci, compresi gli antistaminici, sono in grado di attraversare questa barriera e influenzare direttamente la funzione cerebrale. Quando gli antistaminici entrano nel cervello, si legano ai recettori responsabili della regolazione del sonno e della veglia, portando a sonnolenza e sedazione.

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it 

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui 

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!” 

 

Diclofenac: cos’è e quando si assume?

 

Il Diclofenac è attualmente uno dei Fans più utilizzati nel trattamento degli stati infiammatori sia muscolo-scheletrici che sistemici. 

È dotato di proprietà  antidolorifiche,antinfiammatorie e analgesiche. Il suo meccanismo di azione si basa sull’inibizione dell’enzima ciclossigenasi (noto anche come Cox) coinvolto nel metabolismo dei fosfolipidi di membrana.
In caso di traumi o danni tissutali le cellule vanno incontro a una serie di modificazioni tali da aumentare l’espressione dell’enzima ciclossigenasi, che a sua volta scatena una serie di reazioni a catena che portano alla sintesi delle prostaglandine, molecole in grado di facilitare lo sviluppo di una reazione flogistica (infiammatoria). L’attivazione di questo meccanismo porta a una sintomatologia caratterizzata da dolore, aumento della temperatura corporea e astenia. L’utilizzo di farmaci come il Diclofenac serve proprio a modulare l’eccessiva attivazione di questo meccanismo. 

 

  • A COSA SERVE IL DICLOFENAC? 

Il Diclofenac ha proprietà antidolorifiche,antinfiammatorie e analgesiche. Trova impiego nel trattamento delle affezioni reumatiche infiammatorie e degenerative (artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrosi, reumatismi), negli stati dolorosi post-traumatici e nelle infiammazioni. 

 

  • COME SI ASSUME IL DICLOFENAC? 

Il Diclofenac è disponibile per la: 

Somministrazione orale sotto forma di capsule rigide, capsule a lento rilascio , compresse, granulato per soluzione orale e compresse solubili (la dose di diclofenac abitualmente impiegata è di 50-100 mg al giorno, in funzione della gravità dei sintomi presentati dai pazienti, 150 mg è la dose massima giornaliera). 

Somministrazione rettale sotto forma di la dose consigliata è di 50 mg 1-3 volte al giorno, oppure 100 mg 1-2 volte al giorno). 

Somministrazione parenterale (intramuscolare o sottocutanea) sotto forma di soluzione iniettabile (la dose di diclofenac abitualmente impiegata è di 25-75 mg al giorno, secondo la gravità dei sintomi presentati dai pazienti). 

Somministrazione cutanea sotto forma di gel, schiuma cutanea, soluzione dermatologica e cerotti medicati (Quando si utilizza il gel a base di diclofenac, si consiglia di effettuare 3-4 applicazioni al giorno;
Quando si utilizza la schiuma cutanea, invece, è consigliabile effettuare 1-3 applicazioni al giorno). 

Sono disponibili in commercio formulazioni sottoforma di gel e schiuma gel a diverse percentali (1%, 2%, 3% contenenti per 100g di prodotto rispettivamente 1g, 2g, 3g di Diclofenac sodico), interessante è la formulazione al 4% che si presenta come spray liquido, da nebulizzare localmente, non ha bisogno di essere massaggiato a lungo, penetra facilmente e si assorbe subito. 

Nel caso del cerotto medicato, si consiglia di applicare 1-2 cerotti e di sostituirlo/i ogni 12-24 ore, secondo prescrizione medica). Anche per quanto riguarda i cerotti medicati sono disponibili cerotti contenenti Diclofenac 140mg, Diclofenac 180mg. 

Somministrazione oculare sotto forma di collirio (La posologia del farmaco deve essere stabilita dal medico su base individuale). 

 

  • DICLOFENAC IN GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO 

È controindicato se si sta pianificando una gravidanza, poiché il Diclofenac può influenzare negativamente la fertilità femminile. 

Durante il primo e il secondo trimestredi gravidanza, il Diclofenac dovrebbe essere utilizzato solo se il medico lo ritiene assolutamente necessario.
Nel terzo trimestre di gravidanza, invece, il farmaco è controindicato a causa dei danni che può provocare al feto (tossicità cardiopolmonare, disfunzioni renali e prolungamento del tempo di sanguinamento alla nascita) e alla madre (inibizione delle contrazioni uterine con conseguente ritardo o prolungamento del travaglio e aumento del tempo di sanguinamento).
Inoltre, l’utilizzo del Diclofenac è controindicato anche nelle madri che allattano al seno. 

 

  • QUANDO È NECESSARIA LA PRESCRIZIONE DI DICLOFENAC? 

Diclofenac a dosaggio di 50mg/75mg per compressa,capsula rigida o a lento rilascio, richiede una prescrizione, possono essere vendute quindi solo dietro ricetta medica.  

Forme monodose come supposte, compresse o capsule che contengono 25 mg di principio attivo, e anche unguenti, gel, spray, sono vendibili liberamente senza obbligo di ricetta medica. 

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it 

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui 

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!” 

Benagol o Benactiv?

Benagol o Benactiv: quale scegliere in caso di mal di gola?Il mal di gola è uno dei disturbi più diffusi, in particolare in questo periodo. Generalmente si tratta di un’infezione di lieve entità, ma risulta particolarmente fastidioso nel caso in cui i sintomi si prolunghino per qualche giorno. Di solito, il primo sintomo dell’infiammazione alla golaa essere avvertito è una sensazione di fastidio alla gola che evolve, nel giro di qualche ora, per dare origine agli altri sintomi come dolore localizzato alla gola (gola infiammata), difficoltà nella deglutizione. 

 

Per i primi sintomi del mal di gola le pastiglie Benagol  combinano un’azione lenitiva con una antisettica di due principi attivi, 2, 4-diclorobenzil alcol e Amilmetacresolo, in grado di combattere virus e batteri fornendo un rapido sollievo dal dolore.  

 

Qual è la posologia?  1 pastiglia di Benagol da lasciar sciogliere lentamente in bocca ogni 2 o 3 ore. Non superare le dosi consigliate. 

E nei bambini? Non somministrare ai bambini di età inferiore ai 6 anni.  

 

Mal di gola e tosse associata? Gola gonfia? Le pastiglie Benactiv Gola alleviano il mal di gola e la fastidiosa tosse associata fornendo un sollievo duraturo fino a 6 ore. Il prodotto combina 8,75 mg di flurbiprofene, un ingrediente antidolorifico e antinfiammatorio, con l’azione emolliente di una pastiglia. 

Benactiv Gola pastiglie penetra dalla superficie agli strati più profondi del tessuto della gola e combatte il dolore e l’infiammazione che causa mal di gola. 

Benactiv Gola pastiglie può iniziare a fornire sollievo dopo 2 minuti e fino a 6 ore. 

 

Qual è la posologia?  La dose raccomandata per l’utilizzo di Benactiv Gola Pastiglie è di 1 pastiglia da sciogliere lentamente in bocca ogni 3 – 6 ore, a seconda della necessità. 

Non superare la dose di 8 pastiglie nell’arco delle 24 ore. 

Può essere utilizzata nei bambini?

Non somministrare Benactiv gola pastiglie ai bambini di età inferiore ai 12 anni.  

 

Qual è quindi la differenza tra Benagol e Benactiv?

Le Benagol pastiglie dunque hanno come principio attivo un antisettico ovvero una sostanza con un’azione disinfettante  in grado di impedire o/e rallentare lo sviluppo dei microbi e da preferire in caso di primi sintomi del mal di gola. 

Benactiv gola pastiglie hanno invece come principio attivo un antinfiammatorio ad azione antiflogistica, in grado di contrastare i processi infiammatoriche si manifestano a carico di questo distretto corporeo e il dolore che tipicamente li accompagnano. 

 

  • Benagol pastiglie è disponibile nei gusti Miele e Limone, Arancia con Vitamina C, Limone senza zucchero, Mentolo e eucaliptolo, Menta fredda, Fragola.
  • Benactiv pastiglie è disponibile nei gusti Arancia senza zucchero, Miele e Limone.

 

Richiedono la ricetta medica?

Benagol pastiglie e Benactiv pastiglie sono farmaci SOP ( Senza obbligo di Ricetta) disponibili in Parafarmacie e Farmacie.

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”

Brufen e Spididol: sai realmente cosa contengono? 

Spididol e Brufen sono due farmaci in grado di alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione: vediamo insieme similitudini e differenze! 

 

Cos’è Spididol e cosa contiene? 

È un medicinale a base di Ibuprofene sale di arginina. Appartenente alla famiglia degli antinfiammatori non steroidei (FANS), l’ibuprofene, agisce alleviando il dolore (azione analgesica) e riducendo i sintomi dell’infiammazione (azione antinfiammatoria). 

Sale di arginina: a cosa serve?  

Nella preparazione di Spididol, l’ibuprofene subisce un processo di salificazione con l’arginina che si traduce in una diminuzione del tempo necessario affinché il medicinale venga assorbito. Ciò significa una più veloce comparsa dell’effetto analgesico contro i dolori di varia origine e natura.   

Quando è indicato Spididol? 

è un medicinale analgesico-antinfiammatorio indicato per il trattamento di dolori di diversa origine e natura, quali: 

  • mal di testa 
  • mal di denti 
  • dolori mestruali 
  • nevralgie 
  • dolori osteoarticolari (cioè delle ossa) e muscolari 

 

Come si utilizza? 

Spididol 400 mg compresse può essere utilizzato negli adulti e negli adolescenti dai 12 anni in su. 

1 compressa 2-3 volte al giorno. 

Non assumere oltre 3 compresse al giorno (1.200 mg al giorno)  

 

Serve la ricetta medica? 

Spididol 400mg non richiede prescrizione medica: è un medicinale di automedicazione (OTC) che può essere acquistato direttamente in farmacia e parafarmacia. Si consiglia sempre di chiedere chiarimenti al medico o farmacista, soprattutto in caso di dubbi. 

 

Cos’è Brufen e cosa contiene? 

 Brufen Analgesico è un medicinale a base di ibuprofene sale di lisina, un analgesico e antinfiammatorio utile per il trattamento del dolore da lieve a moderato come mal di testa, mal di denti, dolori muscolari e articolari, dolori mestruali, per il trattamento di dolori di diversa origine e natura, 

 

Quando è indicato Brufen? 

 è utile in caso di: 

  • Mal di testa 
  • Mal di denti 
  • Dolori muscolari e articolari 
  • Dolori mestruali 

 

Come e quando si prende Brufen 400mg compresse? 

Per gli adulti e gli adolescenti al di sopra dei 12 anni: assumere, per via orale, 1 compressa fino ad un massimo di 3 volte al giorno, lasciando passare almeno 6 ore tra una somministrazione e l’altra. 

Serve la ricetta medica? 

Su questo aspetto ci viene spesso segnalata una forte confusione da parte dei pazienti, per tale motivo andremo ad analizzarlo in dettaglio. 

È possibile acquistare senza ricetta medica, in quanto farmaco OTC, Brufen Analgesico 12 compresse nel dosaggio da 200 e da 400mg di ibuprofene sale di lisina. 

Sia per la confezione di ibuprofene brufen*30cpr riv 400mg, così come nel dosaggio da 600mg e 800mg richiede sempre la prescrizione del medico. 

In più, sempre come farmaco OTC, è disponibile il Brufen dolore bustine. In questa formulazione in bustine il principio attivo è il Ketoprofene Sale di Lisina, di cui sicuramente conoscerete il similare con il nome commerciale di okitask. 

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”

Autunno: i multivitaminici sono utili per affrontare il cambio di stagione?

I cambi di stagione sono spesso un problema per molte persone, bambini compresi. 

Non è solo una sensazione: è verissimo che possiamo trovarci di fronte ad una stanchezza fisica e psicologica più marcata rispetto ad altri periodi dell’anno. 

Questo perché il nostro organismo deve abituarsi ai nuovi ritmi, alla riduzione delle ore di luce e ai cambiamenti di temperatura che mettono a dura prova fisico e sistema nervoso, rendendoci più vulnerabili all’attacco di virus e batteri, responsabili dei cosiddetti malanni di stagione. 

Possiamo definirlo come il momento più importante per prendersi cura della propria salute e del proprio benessere. 

Come poter prendersi cura del proprio benessere? 

Oltre al mantenimento costante di uno stile di vita sano, fatto di regolare attività fisica e di una alimentazione varia ed equilibrata, ricca di frutta e verdura, un altro elemento che possiamo integrare durante i cambi delle stagioni sono le vitamine ricostituenti e i sali minerali, che contribuiscono al nostro benessere in maniera preziosa e mirata. 

…ma come scegliere l’integratore multivitaminico più idoneo? 

Un multivitaminico completo dovrebbe contenere numerose vitamine e minerali essenziali diversi, vitamine liposolubili (A, D3, E, K1 e K2), e idrosolubili (vitamina C e tutte le vitamine del gruppo B), macrominerali (calcio, magnesio e potassio), microminerali e oligominerali (ferro, iodio, zinco, selenio, rame, manganese, cromo, potassio). 

 

Perché si sente spesso parlare di vitamina D? 

La vitamina D viene assorbita dal sole per il 90% e solo il 10% dal cibo che mangiamo. In autunno e in inverno, le giornate sono più brevi e l’intensità dei raggi solari diminuisce, quindi il corpo produce meno vitamina D, che molto probabilmente sarà addirittura insufficiente. La vitamina D è importante per il sistema immunitario a combattere le infezioni, l’umore e la salute delle nostre ossa. 

Assumere un integratore di vitamina D ad alte dosi si rivela molto utile se ci sono carenze, meglio quindi assicurarsi dello stato di salute attraverso delle analisi del sangue. 

 

E chi non conosce la Vitamina C? 

Nonostante sia un micronutriente risulta essenziale per il suo benessere in quanto interviene in numerosi processi metabolici ed enzimatici. 

In particolare, è molto utile per il sistema immunitario, in quanto riesce ad attivare la funzionalità dei linfociti, le cellule incaricate delle difese immunitarie, e di tutti i processi che regolano la produzione degli anticorpi. In più è un fondamentale antiossidante: protegge dai radicali liberi e riduce lo stress ossidativo.  

Sappiamo che il corpo umano non può produrre vitamina C e non può nemmeno immagazzinarla, risulta dunque utile la sua integrazione soprattutto nei mesi più freddi per aiutare il sistema immunitario, la salute e il benessere generale. 

 

Vitamina B6, Zinco e Niacina 

Potrebbe risultare utile e necessario integrare anche altre vitamine e sali minerali, come la vitamina B6 e lo zinco, che contribuiscono alle normali funzioni del sistema immunitario. 

La vitamina B6, infatti, protegge l’organismo da virus e batteri responsabili dei malanni di stagione. Si trova maggiormente in alimenti come la carne, latte, nei cereali integrali, negli spinaci, nei piselli e in pesci come tonno e salmone. La sua carenza può causare anemia ipocromica e può facilitare la formazione di calcoli nei reni. 

Non dimentichiamo la Vitamina PP (o niacina), è una preziosa alleata per affrontare l’autunno: è coinvolta nella produzione di serotonina, neurotrasmettitore fondamentale per il benessere emotivo. 

 

È chiaro, dunque, che le normali difese del nostro organismo funzionano bene quando sono supportate da uno stile di vita sano, attività fisica ed alimentazione ricca di minerali e vitamine ma, quando queste vengono meno, una integrazione personalizzata può essere utile per ridurre il frequente il rischio di ammalarsi. 

 

Hai bisogno di alcuni chiarimenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti o scrivendo a info@chiediloalfarmacista.it

Vuoi ricevere gli articoli del nostro blog in anteprima direttamente sulla tua casella di posta elettronica? Clicca qui

“L’utilizzo smodato e inconsapevole dei motori di ricerca nel vano tentativo di automedicarsi può avere effetti indesiderati, anche gravi. Ascolta attentamente il tuo medico e il tuo farmacista, non è nocivo!”