Scegliere il collutorio giusto è di fondamentale importanza.  

Cos’è il collutorio? 

Il collutorio, dal latino colluere, che significa sciacquare, è una soluzione liquida utilizzata per risciacquare la cavità orale. 

I collutori rinfrescano l’alito e aiutano a rimuovere i residui di cibo, ma non sostituiscono l’abitudine regolare a spazzolare i denti almeno due volte al giorno e a passare quotidianamente il filo interdentale. 

Possiamo suddividerli in due grandi categorie in base alla funzione: 

  • Collutori per cure terapeutiche: vengono prescritti dal dentista per particolari problematiche, ad esempio per curare delle lesioni a seguito di un intervento chirurgico; 
  • Collutori per ausilio all’igiene orale: sono quelli che ci interessano in questo articolo e che ora tratteremo nel dettaglio. 

I collutori, infatti, possono essere utilizzati per diversi scopi: 

  • antiplacca; 
  • antisettico;  
  • per combattere l’alito cattivo 

 Proprio perché sono diverse le funzioni che possono assolvere, sul mercato ne esistono una grande varietà. È quindi importante scegliere il più adatto in base alle nostre esigenze: 

  • in caso di problemi di alitosi si può scegliere un prodotto apposito, che contenga elementi in grado di neutralizzarlo e che sia fresco e rinfrescante. Ad esempio la GUM fa un collutorio Halicontrol, un collutorio antibatterico a base di Cetilpiridinio Cloruro ed oli essenziali che ha la capacità di catturare e neutralizzare i composti volatili che si trovano nel cavo orale , impedendo la reazione tra enzimi responsabili del cattivo odore.  
  • per prevenire le carie è opportuno un prodotto contenente del  fluoro. Per esempio, la formulazione Elmex con fluoruro amminico, forma un duplice scudo attivo di calcio e fluoro che remineralizza e protegge efficacemente  dalle carie. Aiuta quindi anche a prevenire le lesioni che possono causare la formazione proprio delle carie. 
  • Per le gengive sanguinanti e infiammate esistono prodotti appositi, con elevato contenuto di antisettici ed antimicrobici che riducono la placca e aiutano a combattere la gengivite. Un agente molto utilizzato è la clorexidina, presente nei collutori della curasept, specifici per gengive infiammate. 

E per proteggere lo smalto dei denti? Il collutorio per lo smalto Curasept Biosmalto ha la capacità di interagire chimicamente con i tessuti duri del dente, depositando una nuova fase minerale in continuità con quella preesistente. 

Il collutorio Biorepair a base invece di cristalli di idrossiapatite, contiene appunto questo minerale in idrossiapatite che costituisce il 90% dello smalto dei denti e il 70% della dentina. Grazie alla loro capacità biomimetica proprio di questi cristalli, cioè la capacità di imitare in tutto e per tutto la componente di struttura biologica, si insinua nelle micro scalfiitture del dente e lo riparano. 

E per la sensibilità dei denti? 

La sensibilità dei denti è dovuta all’esposizione della dentina, struttura portante del dente, che è attraversata da tubuli che contengono appunto queste fibre nervose. La dentina normalmente è coperta dallo smalto e dalla gengiva, per cui non è a contatto con l’ambiente orale. A causa di fattori traumatici abrasivi, per esempio uno spazzolamento errato , erosivi, sostanze acide a contatto con i denti, o anche patologiche, una malattia parodontale, la dentina si trova a non essere più ricoperta dallo smalto oppure dalla gengiva a livello della radice e risponde con il dolore agli stimoli termici, chimici , tattili e osmotici.

In questi casi il collutorio, per esempio elmex sensitive, raggiunge gli spazi interdentali più nascosti e forma uno strato protettivo intorno ai denti rendendo inaccessibili I tubuli che portano all’interno del dente. 

Spesso ci chiedete quando e soprattutto quanto collutorio utilizzare? 

La quantità standard di collutorio è 20 ml.   

Questa quantità è l’indicazione per la maggior parte delle soluzioni in commercio. 

Nel caso di alcuni collutori al fluoro sono necessari anche solo 10 ml. 

 Per qualsiasi collutorio usato è indicato aspettare almeno mezz’ora prima di poter bere o mangiare in modo da potenziare l’efficacia del prodotto. 

Quando invece è preferibile non utilizzare il collutorio? 

Sicuramente per quanto riguarda i bambini, l’igiene orale è più delicata: no al collutorio sotto i 6 anni, mentre sopra i 6 anni si può utilizzare ma sono necessari l’intervento e la supervisione del genitore, per evitare che il prodotto venga ingerito, e l’utilizzo di prodotti specifici per bambini, meglio se sotto consiglio del dentista. 

 

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Aspirina C e Vivin C sono due farmaci molto richiesti nel periodo invernale, periodo in cui l’influenza stagionale la fa da padrona. 

L’influenza rappresenta il malanno invernale più temuto nei mesi freddi. Si manifesta in seguito all’infezione da parte del virus e il nostro organismo risponde con una diversa sintomatologia. 

Febbre: aumento della temperatura corporea; 

Tosse: per eliminare il virus dall’apparato respiratorio; 

Mal di testa e dolori muscolari; 

Debolezza fisica;

Vediamo insieme quali sono le differenze tra Aspirina C e Vivin C e il motivo del loro utilizzo negli stati influenzali! 

ASPIRINA C 

Aspirina C è un farmaco ad azione antifebbrile, antinfiammatoria e analgesica: agisce dai primi sintomi di raffreddore ed influenza dando un rapido sollievo. Inoltre la presenza di vitamina C  ha un effetto positivo sul sistema immunitario. 

Quali sono i principi attivi di Aspirina C?  

Una compressa di aspirina C contiene  

-400 mg Acido acetilsalicilico 

-240 mg Acido ascorbico (Vitamina C) 

Come si assume? 

Sciogliere 1 o 2 compresse di Aspirina C in mezzo bicchiere d’acqua. 

Dosaggio: 1 o 2 compresse ripetendo la dose, se necessario, ad intervalli di 4-8 ore, sino a 3-4 volte al giorno. 

 

VIVIN C 

Vivin C è un farmaco antifebbrile, antinfiammatorio e analgesico. Indicato in caso di: 

– Terapia sintomatica degli stati febbrili e delle sindromi influenzali e da raffreddamento  

-Dolori di lieve e media entità quale mal di testa, mal di denti, nevralgie, dolori mestruali, dolori reumatici e muscolari.  

 Quali sono i principi attivi presenti nel Vivin C?  

Una compressa di Vivin C contiene  

330 mg Acido acetilsalicilico 

-200 mg Acido ascorbico (Vitamina C) 

 Come si assume? 

1-2 compresse fino a 3-4 volte al giorno, disciolte in un bicchiere d’acqua non gassata. 

Quale sono quindi le differenze e similitudini ?  

Avendo analizzato in dettaglio i due farmaci possiamo chiaramente affermare che sia Vivinc C che Aspirina C contengono i medesimi principi attivi ossia Acido acetilsalicilico e Acido ascorbico. 

Si differenziano, invece, sicuramente per il dosaggio: 330 mg di acido acetilsalicilico nel Vivin C e 400 mg nell’aspirina C, e 200 mg di Acido ascorbico nel Vivin C e 240 mg nell’aspirina C. 

ASPIRINA C E VIVIN C: stomaco pieno o stomaco vuoto? 

L’assunzione deve avvenire necessariamente a stomaco pieno! 

Assumere acido acetilsalicilico a stomaco vuoto può irritare la mucosa gastrica, poiché l’acido acetilsalicilico è noto per essere leggermente irritante per lo stomaco. 

Bambini e adolescenti? 

Entrambi i medicinali non devono essere assunti da bambini e ragazzi di età inferiore ai 16 anni. 

 

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Cosa si intende per disturbi dell’umore? 

I disturbi d’umore comprendono un insieme di condizioni caratterizzate da una persistente o ricorrente serie di sintomi psico-fisici, eccessivamente elevati o ridotti. I disturbi d’umore più frequenti sono la depressione(eccessivo abbassamento del tono dell’umore) e il disturbo bipolare (momenti di depressione si alternano a mania, ossia a un’euforia patologica). 

La tristezza può essere considerata una risposta universale dell’uomo a delusioni e a situazioni avverse (es. abbandono dell’ambiente familiare, morte di una persona cara ecc.), così come l’euforia è legata al successo e al raggiungimento di obiettivi. Tuttavia, se queste reazioni emotive sono eccessivamente intense e durano troppo a lungo, oppure insorgono in assenza di un evento scatenante, devono essere considerate anormali. 

I disturbi d’umore possono essere correlati alla presenza di patologie neurologiche ed organiche, come malattia di Parkinson, morbo di Alzheimer, neoplasie e alcune malattie croniche. Possono essere considerati, quindi, il risultato della combinazione di predisposizione individuale, fattori ambientali sfavorevoli e disfunzioni di alcuni circuiti cerebrali. 

Quali sono i sintomi? 

I sintomi psicofisici associati ai disturbi d’umore dipendono dalla specifica condizione e possono variare da persona a persona. Tuttavia, questi possono comprendere: astenia, affaticabilità, drastico aumento o diminuzione del peso corporeo, sguardo fisso, calo della libido e dell’efficienza sessuale, oppressione toracica e cardiopalmo, disuria, dispepsia, stipsi, insonnia o ipersonnia, agitazione e iperattività del sistema nervoso autonomo. I disturbi d’umore, a differenza delle reazioni emotive normali, comportano, inoltre, una significativa compromissione delle interazioni sociali e delle capacità lavorative. 

Per poter parlare di un disturbo vero e proprio, queste condizioni richiedono una persistente alterazione nel tempo, che interferisca con le normali attività sociali, familiari e lavorative del soggetto che ne soffre. Si parla in questo caso di tono dell’umore deflesso. Nello specifico, le variazioni dello stato d’animo: 

  • avvengono spesso spontaneamente;
  • sono di eccessiva entità;
  • si accompagnano a sintomi diversificati che impediscono all’individuo di svolgere le proprie attività quotidiane. 

 Come capire se si soffre di disturbo dell’umore? 

Riconoscere se si soffre di un disturbo dell’umore può essere complesso poiché coinvolge molteplici fattori e i sintomi possono variare da persona a persona.  

Tuttavia, ci sono alcuni segnali che potrebbero indicare la presenza di un disturbo, che tende a manifestarsi spesso attraverso: 

  • sentimenti di profonda tristezza;
  • tendenza all’isolamento;
  • apatia;
  • perdita di interesse e di piacere nelle attività quotidiane;
  • Insonnia e disturbi del sonno;
  • scarso desiderio sessuale;
  • problemi di concentrazione, memoria o capacità decisionali;
  • perdita o aumento eccessivo di appetito. 

Se riscontri alcuni di questi sintomi e noti che persistono da molto, impattando significativamente con la tua vita quotidiana, sia a lavoro che nelle relazioni, potrebbe essere utile rivolgersi a un professionista della salute mentale, che saprà indicarti l’approccio corretto per agire sull’umore.  

Consigli pratici

I consigli pratici per non sentirsi giù di morale sono differenti e vanno dal cibo allo sport: alzare il livello di serotonina non è poi così complicato. 

Quali sono i rimedi per sollevare l’umore? 

1)Cibi e nutrienti amici dell’umore:

Il legame tra umore, emozioni e cibo è tra i più speciali e, anche se non è una novità è normale sentirsi più contenti dopo aver mangiato il nostro piatto preferito.  Interessante è comprendere come determinati nutrienti influiscono sul tono dell’umore. Stiamo parlando di: 

Triptofano, un amminoacido essenziale e precursore della serotonina, che l’organismo non è in grado di produrre e perciò deve essere integrato con la dieta o una supplementazione specifica. Si trova nel cioccolato fondente (da sempre noto come alimento che rilascia gli ormoni connessi all’emotività); nella frutta secca; nei latticini, nei legumi; nelle verdure di colore verde; nella carne e nel pesce. 

Vitamine del gruppo B, in particolare la vitamina B6, essenziale per migliorare il tono dell’umore e per il corretto funzionamento del sistema nervoso. Essa è presente, ad esempio, nei cereali integrali, nei legumi, nelle patate, negli spinaci, nella frutta (esclusi gli agrumi), nelle carni bianche, nel pesce e in alcune erbe aromatiche (basilico e prezzemolo). 

Sali minerali, come magnesio, zinco, ferro e selenio, sono necessari per il corretto funzionamento del sistema nervoso, regolando i meccanismi che influiscono sul tono dell’umore. Essi si trovano in molti alimenti della dieta, sia di origine vegetale (legumi, frutta secca, verdura) sia di origine animale (uova, carne e pesce). 

Carboidrati, dove gli zuccheri giocano un ruolo fondamentale per il buonumore, dato che favoriscono la produzione di serotonina. È da sottolineare, in ogni caso, che un eccessivo consumo di zuccheri semplici, oltre a vanificare ogni dieta dimagrante, si può tradurre in picchi di glicemia che portano a degli sbalzi d’umore poco piacevoli. Merendine e cioccolatini quindi vanno bene, ma solo ogni tanto! 

2)Integratori per sostenere il tono dell’umore 

Quando si vuole combattere il cattivo umore e migliorare la qualità del proprio stato emotivo, si può ricorrere anche ad integratori specifici, in grado di regolare il tono dell’umore ed alleviare le ansie, grazie a ingredienti come il magnesio, vitamina B6 e triptofano, melissa.  

Melissa: nota per le proprietà distensive e rilassanti, oltre che per essere una pianta aromatica molto apprezzata per il suo sapore dolce; 

Lavanda: utilizzata per fare infusi rilassanti od anche sotto forma di olio essenziale per l’aromaterapia finalizzata ad alleviare ansia e stress; 

Magnesio: soprattutto se associato a Niacina e alla Vitamina B2, contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso e alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento; 

L-Triptofano: è il precursore della serotonina, ormone che agisce come neurotrasmettitore, controlla l’umore a livello cerebrale e provoca il restringimento dei vasi sanguigni. 

3)Una buona dose di sole e aria aperta 

4)Esercizio fisico giornaliero

L’esercizio fisico aumenta il rilascio postsinaptico di neurotrasmettitori monoaminici (dopamina e serotonina). Entrambi giocano un ruolo ben conosciuto nella regolazione dell’umore.

5)Un sonno di qualità  

 

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Cosa fare in caso di prurito anale? 

Il prurito anale è una condizione di prurito e irritazione nella pelle intorno all’ano. Il prurito può peggiorare durante la notte o dopo movimenti intestinali. Si consiglia di non graffiare, perché l’irritazione può peggiorare ed espandersi. Infatti, graffiare con le unghie può provocare danni alla pelle e persino infezione dell’area.

Si stima che il prurito anale colpisca tra l’1 e il 15% della popolazione ed è fino a 4 volte più diffuso negli uomini rispetto alle donne.

Ci sono due tipi principali di prurito anale:

1)Prurito anale primario (idiopatico): non ha alcuna causa sottostante ed è il tipo più comune (circa il 50-90% dei casi);

2)Prurito anale secondario: può essere dovuto a molte cause come infezioni, dermatiti da contatto o problemi dermatologici, malattie sistemiche e così via.

Ma quali sono i sintomi ?

Ci sono alcuni sintomi tipici del prurito anale quali:

  • Pizzicore o prurito anale costante;
  • Irritazione nell’area anale;
  • Sensazione di bruciore nell’ano;
  • Sensazione di ossessione, in casi gravi e persistenti;
  • Disturbi del sonno nei pazienti con casi avanzati.

E invece quali sono le cause ?

Alcune cause del prurito anale possono essere:

  • Uso eccessivo di saponi e altri prodotti di igiene intima
  • Sfregamento della parte intima con salviette bagnate o carta igienica ruvida
  • Eccesso di sudore o umidità
  • Abbigliamento intimo troppo stretto o aderente
  • Alcuni alimenti o bevande tra cui bevande gassate o con caffeina come caffè, tè o cola, e alimenti piccanti o acidi come pomodori e agrumi
  • Diarrea o costipazione

Altre cause possono includere:

Infezioni: alcuni batteri, funghi o parassiti possono provocare pruriti o irritazioni, tra cui: stafilococco aureo o streptococco piogene, candida albicans (un tipo di lievito), vermi e sarcoptes scabiei (acari di scabbia). È importante notare che i vermi sono più comuni nei bambini che negli adulti;

Condizioni dermatologiche: la psoriasi, la dermatite da contatto (allergeni o altri irritanti) o la dermatite atopica possono anche causare eruzioni cutanee nell’area anale;

Morbo di Crohn;

Stress o ansia;

Malattie sistemiche: diabete mellito, leucemia, linfomi, malattie della tiroide e del fegato (ittero ostruttivo);

Malattie del colon e dell’anca: prolasso rettale, emorroidi interne ed esterne, ferite anali (ulcere) o fistole;

Medicinali sistemici o topici, quali chinina, colchicina e oli minerali;

Incontinenza fecale o urinaria, a causa del fatto che l’area è molto più umida

Prevenzione

Resistere alla necessità di grattarsi e indossare guanti di cotone durante la notte per evitare di ferirsi con le unghie;

Tenere l’area perianale pulita e asciutta. Nelle persone con prurito anale si raccomanda di lavare con acqua pulita (senza sapone) dopo la defecazione e asciugare con un essiccatore, in quanto gli asciugamani o la carta possono irritare l’area; in alternativa è possibile utilizzarli con piccoli tocchi delicati;

Non usare sapone quando si pulisce l’area anale e nemmeno strofinare con carta o spugna;

Evitare di utilizzare creme profumate, lozioni, bolle o sali da bagno;

Mangiare cibi ad alto contenuto di fibre, per prevenire la diarrea e la costipazione;

Evitare cibi piccanti o acidi e bevande con caffeina;

Evitare di indossare biancheria intima aderente.

Trattamenti per il prurito anale

Il trattamento normalmente si concentra sul mantenimento di una corretta igiene. Se vi è una causa secondaria, questa dovrà essere curata e quindi il trattamento può variare. In generale, i trattamenti di base per combattere il prurito anale includono:

  • Farmaci topici: sono steroidi topici sotto forma di crema che contiene 1% di idrocortisone e aiuta a alleviare prurito e irritazione. La capsaicina topica è un’alternativa per i pazienti con prurito anale cronico;
  • Medicinali orali: antibiotici o antimicotici, che saranno prescritti solo se vi è infezione;
  • Iniezione di blu di metilene (tatuaggio anale): utilizzato in casi avanzati che non rispondono ai farmaci topici. Il blu di metilene è un colorante che viene iniettato nell’area perianale ed elimina il prurito, uccidendo le terminazioni nervose.

NOTA BENE : il trattamento per il prurito anale dipende dalla causa d’origine, pertanto qualsivoglia “cura fai da te”, senza il consulto del medico, è caldamente sconsigliata; tant’è che alcuni trattamenti cosiddetti casalinghi possono addirittura peggiorare il disturbo.

 

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CETIRIZINA: cos’è e a cosa serve?

La Cetirizina è un antistaminico molto conosciuto ed utilizzato  nella cura della rinite allergica, stagionale o cronica, e dell’orticaria. Vediamo insieme indicazioni, controindicazioni ed utilizzi.

Quali sono gli utilizzi della cetirizina?

-Il trattamento dei sintomi nasali e oculari della rinite allergica sia stagionale che perenne, quali intensa lacrimazione, scolo nasale, starnuti.

-Il trattamento dei sintomi dell’orticaria cronica idiopatica quali prurito e arrossamenti.

È utile quindi per il trattamento dei sintomi della cosiddetta febbre da fieno, l’insieme dei sintomi associati all’allergia ai pollini, alla polvere o ad altre sostanze presenti nell’aria, e quelli associati ad allergie ad altri allergeni, come per esempio agli acari della polvere, alla forfora degli animali, alle muffe e agli scarafaggi.

Come agisce la cetirizina e quanto dura il suo effetto?

La cetirizina agisce bloccando l’attività dell’istamina, sostanza che scatena i sintomi delle allergie. Nella maggior parte dei pazienti i sintomi sono alleviati dopo circa 2 ore dalla somministrazione delle compresse e l’effetto rimane per 24 ore.

Come si assume la cetirizina?

In genere si assume una volta al giorno per via orale, sotto forma di compresse, compresse masticabili, sciroppo o gocce. Il principio attivo è  disponibile anche in combinazione con la pseudoefedrina.

 

Qual è la posologia e le modalità di somministrazione della cetirizina in compresse?

-Bambini di età compresa tra 6 e 12 anni: 5 mg due volte al giorno (mezza compressa due volte al giorno).

-Adulti e ragazzi di età superiore ai 12 anni: 10 mg una volta al giorno (1 compressa)

Qual è la posologia di cetirizina in gocce orali?

-Bambini di età compresa tra 2 e 6 anni: 2,5 mg due volte al giorno (5 gocce due volte al giorno).

-Bambini di età compresa tra 6 e 12 anni: 5 mg due volte al giorno (10 gocce due volte al giorno).

Adulti e ragazzi di età superiore ai 12 anni: 10 mg una volta al giorno (20 gocce).

E se si assume Cetirizina più di quanto si deve?

Gli effetti indesiderati possono comparire con intensità incrementata. Sono stati riportati eventi avversi quali confusione,diarrea, capogiri, stanchezza, mal di testa.malessere, dilatazione della pupilla, prurito, irrequietezza, sedazione, sonnolenza, stupore, anomalo ritmo cardiaco rapido, tremore e ritenzione urinaria

Quali sono gli effetti collaterali più importanti?

Gli effetti collaterali più comuni durante il trattamento con Cetirizina sono:

-sonnolenza

-affaticamento

-capogiri e cefalea

Raramente si sono verificati casi di difficolta di minzione e secchezza della bocca.

Possibili interazioni con cibi , bevande o farmaci?

Il paziente in terapia con cetirizina dovrebbe prestare particolare cautela all’assunzione di alcool ed altri principi attivi in grado di aumentare il rischio delle reazioni avverse.

Si può assumere cetirizina in gravidanza?

Come con altri farmaci, l’uso di cetirizina deve essere evitato durante la gravidanza. L’uso accidentale del farmaco da parte di una donna in gravidanza non produce alcun effetto dannoso sul feto, tuttavia l’assunzione del farmaco deve essere interrotta. Anche durante l’allattamento l’uso di cetirizina deve essere evitato perchè oltrepassa il latte materno.

I bambini possono assumere cetirizina?

Si, I bambini possono assumere cetirizina gocce a partied ai 2 anni di età e le compresse a partire dai 6 anni di età. Le compresse di Cetirizina devono essere somministrate al bambino per via orale con un bicchiere di acqua, latte o succo di frutta.

Quali sono i farmaci in commercio contententi cetirizina?

Sicuramente molto conosciuto è lo Zirtec, ma anche Cetirizina Mylan o Cetirizina Sandoz: tutti a base di 10 mg di Cetirizina dicloridrato.

Qual è il principio attivo di Reactine?

Anche Reactine contiene al suo interno cetirizina dicloridrato ma con dosaggio differente rispetto ai precedenti. Contiene 5 mg di Cetirizina dicloridrato e 120 mg di Pseudoefedrina cloridrato, decongestionante delle vie aeree superiori: sono compresse a rilascio prolungato.

Curiosità

Come mai alcuni antistaminici come la cetirizina provocano sonnolenza?

Gli stessi recettori H1 responsabili delle reazioni allergiche sono anche responsabili del mantenimento dello stato di veglia nel cervello. Il fattore principale che contribuisce all’effetto sedativo degli antistaminici è la loro capacità di attraversare la barriera emato-encefalica. Questa è una barriera protettiva che impedisce a sostanze potenzialmente dannose di passare dal sangue al cervello. Tuttavia, alcuni farmaci, compresi gli antistaminici, sono in grado di attraversare questa barriera e influenzare direttamente la funzione cerebrale. Quando gli antistaminici entrano nel cervello, si legano ai recettori responsabili della regolazione del sonno e della veglia, portando a sonnolenza e sedazione.

 

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Magnesio e Potassio: Supradyn, Polase o Massigen?

Magnesio e Potassio: Supradyn, Polase o Massigen?

 

Alte temperature, afa ed eccessivo caldo possono provocare un generale senso di debolezza, spossatezza e crampi muscolari. Si sente spesso parlare di Magnesio e Potassio per poter contrastare questi sintomi, ma cosa sono? Quale sono le differenze tra Supradyn, Polase e Massigen magnesio e potassio?

Il nostro organismo è composto da minerali essenziali in quantità differenti. Oltre a costituire ossa e tessuti, sono indispensabili per il buon funzionamento delle cellule e quindi dell’organismo stesso. Fra questi troviamo anche il magnesio e il potassio: si tratta di due minerali “interdipendenti” per cui una carenza di magnesio alla lunga provoca anche una carenza di potassio.

Ma andiamo a vederli in dettaglio:

Il potassio è un macroelemento, cioè uno dei minerali presenti tipicamente nell’organismo in quantità elevate. Di fatto si tratta del minerale presente in maggior quantità nelle cellule; il corpo di un individuo adulto ne contiene circa 180 grammi.

 

A che cosa serve il potassio?

Il potassio è coinvolto in diversi fenomeni del nostro organismo. Partecipa alla contrazione muscolare, inclusa quella del muscolo cardiaco, contribuisce alla regolazione dell’equilibrio dei fluidi e dei minerali all’interno e all’esterno delle cellule e aiuta a mantenere la pressione nella norma, attenuando gli effetti del sodio. Può inoltre ridurre il rischio di calcoli renali ricorrenti e le possibilità di perdita di tessuto osseo dovuta all’invecchiamento.

…e a che cosa serve il Magnesio?

Il Magnesio è uno dei principali protagonisti per il buon funzionamento della pompa sodio-potassio che regola il trasporto di ioni sodio e potassio dentro e fuori la cellula. Rappresenta un elemento indispensabile per un corretto metabolismo energetico e l’attività dei muscoli; e da non dimenticare il suo importante contributo alla normale attività cardiocircolatoria, e nella prevenzione alla formazione delle placche aterosclerotiche.

Si sente spesso parlare del Magnesio per il benessere mentale, in particolare migliora l’irritabilità, i disturbi del sonno e la stanchezza mentale, favorendo la lucidità della mente ed eliminazione di scorie e tossine dall’organismo.

Supradyn, Massigen Magnesio e Potassio, Polase sono tre integratori a base di Magnesio e Potassio tra i più conosciuti ed utilizzati.

Vediamo insieme le differenze: 

Supradyn

Integratore alimentare a base di Magnesio e Potassio e vitamine

Come si assume?

Una bustina al giorno da sciogliere in un bicchiere d’acqua (ca 200ml)

Formato

-14 bustine granulato effervescente  o  24 bustine granulato effervescente

Polase

Integratore a base di Potassio e Magnesio che aiuta a combattere stanchezza e fatica fisica dovuta al caldo.

Come si assume?

Si consiglia l’assunzione di una bustina oppure due compresse dopo i due pasti principali, fino ad un massimo di 3 bustine oppure 6 compresse al giorno

Formato

-12, 24 e 36 bustine di granulato effervescente con vero succo di arancia

-12 e 24 bustine di granulato effervescente con vero succo di limone

-60 compresse deglutibili senza zucchero

Massigen Magnesio e potassio

Integratore alimentare  a base di Potassio e Magnesio e vitamina A, C, E.

Come si assume?

Si consiglia di assumere 2 bustine al giorno dopo i pasti principali

Formato

-24 bustine al gusto arancia rossa

Quando assumere magnesio e potassio?

Molto spesso ci si domanda quando assumere Magnesio e Potassio durante la giornata.  

In realtà, non c’è una regola fissa: se pratichiamo attività fisica, possiamo assumere l’integratore al termine dell’allenamento, in modo da equilibrare i sali persi durante lo sforzo atletico.

Oppure, ancora, lo possiamo assumere magnesio e potassio durante la giornata, quando ne sentiamo la necessità (ad esempio se sentiamo di avere le “pile” scariche, quando siamo sotto stress eccessivo, quando sudiamo e abbiamo caldo). 

Se prevediamo una giornata impegnativa può essere importante assumerli al mattino per ricevere la giusta carica. Può essere interessante l’assunzione continuativa a cicli o al bisogno in caso di particolari necessità.

Ma perché viene consigliato di assumere questi due minerali proprio durante il periodo estivo?

Una sana e corretta alimentazione consente una corretta assunzione di magnesio e potassio ma, durante il periodo estivo e in situazioni particolari di eccessiva sudorazione, potrebbe non essere sufficiente. In particolare, quando le temperature aumentano, la pressione sanguigna scende e compaiono spossatezza, affaticamento, crampi muscolari e stanchezza…affidarsi al proprio medico e farmacista per individuare l’integrazione più corretta può essere molto importante. 

 

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Cosa fare in caso di Diarrea?

Cosa fare in caso di diarrea?

 

Capita a molte persone di soffrirne ogni tanto e, di solito, non è preoccupante. Ciò nonostante la diarrea può essere fastidiosa e spiacevole finché non termina e ciò avviene, generalmente, nel giro di pochi giorni o di una settimana.

Imodium e Dissenten sono due farmaci utilizzati per il trattamento della diarrea!

 Vediamo insieme le differenze!

Cos’è e cosa contiene l’Imodium®?

Questo medicinale, acquistabile senza obbligo di prescrizione medica, contiene Loperamide: principio attivo che agisce sull’intestino riducendo i movimenti intestinali e lo stimolo dell’evacuazione.

Quando assumere Imodium?

Imodium è indicato per il trattamento sintomatico della diarrea occasionale (acuta).

Dosaggio?

-Adulti

Inizi il trattamento con 2 capsule (4 mg); se necessario, prosegua con 1 capsula (2 mg) dopo ogni evacuazione successiva di feci non formate.

La dose massima è di 8 capsule al giorno (16 mg).

-Bambini e adolescenti (età compresa tra i 6 e i 17 anni)

Inizi il trattamento con 1 capsula (2mg); se necessario, prosegua con 1 capsula (2 mg) dopo ogni evacuazione successiva di feci non formate. La dose massima deve essere calcolata in base al peso corporeo (3 capsule ogni 20 Kg), ma non deve superare le 8 capsule al giorno. 

Nei bambini da 6 a 12 anni di età, IMODIUM deve essere usato sotto controllo medico.

Interrompa l’uso di IMODIUM quando le feci ritornano normali, o se non ha più movimenti intestinali da 12 ore o se ha difficoltà ad evacuare (stitichezza).

Non usi, comunque, IMODIUM per più di 2 giorni.

Formulazioni?

-IMODIUM® Capsule Rigide

-IMODIUM® capsule molli

-IMODIUM® orosolubile.

Dissenten 

DISSENTEN contiene il principio attivo loperamide che aiuta a bloccare la diarrea, rallentando i movimenti dell’intestino.

Questo medicinale è indicato:

– per il trattamento sia della diarrea occasionale che della diarrea ricorrente

(diarrea acuta e riacutizzazioni della diarrea cronica).

La posologia è la stessa dell’IMODIUM, in quanto il principio attivo è lo stesso e nello stesso quantitativo di 2 mg! 

Quale sono le cause della diarrea?

La diarrea è una delle risposte del corpo allo squilibrio intestinale, che potrebbe essere stato causato da virus e batteri: molti casi di diarrea acuta sono proprio causati da virus, più frequentemente da rotavirus (soprattutto nei bambini) e da norovirus; da farmaci e antibiotici i quali uccidono anche i batteri buoni e ne fanno moltiplicare altri. Questo squilibrio all’interno dell’organismo determina la diarrea come effetto collaterale. Infine anche un viaggio porta molto spesso a cambiamenti della dieta, uno dei fattori scatenanti della diarrea. Inoltre, batteri patogeni e parassiti possono entrare nel corpo attraverso cibo, acqua e superfici sconosciuti.

Qual è il meccanismo d’azione della LOPERAMIDE?

La Loperamide (IMODIUM) costituisce un farmaco sintomatico, ossia il blocco della emissione delle feci liquide. Questo farmaco tende ad eliminare il sintomo (diarrea) ma non agisce sulle cause, sui batteri o virus che sono la causa della malattia intestinale. IMODIUM agisce bloccando le scariche liquide ma non elimina la causa che rimane attiva all’interno dell’intestino. Il meccanismo della loperamide è quello di legarsi ad alcuni recettori della parete intestinale, bloccando il rilascio di alcune molecole interne come acetilcolina e prostaglandine, la cui diminuzione nell’organismo riduce il movimento intestinale (peristalsi propulsiva) e aumenta il tempo di transito intestinale, diminuendo notevolmente la fuoriuscita di liquidi (blocco della diarrea). Questo effetto può favorire il ristagno interno di liquidi con la crescita e talvolta ‘esplosione delle colonie batteriche. In tali casi occorre comunque un accurato esame delle feci, che identifichi la causa della diarrea.

Cosa fare in caso di diarrea?

-Importantissima è la reidratazione dopo ogni scarica diarroica, con acqua e/o integratori salini o zuccheri, soprattutto in Paesi caldi.

-Attenzione all’alimentazione: quando si soffre di diarrea si consiglia una dieta semplice a base di banane, riso, mele e pane tostato.

-Per ristabilire l’equilibrio della flora batterica intestinale, sono utili i probiotici che in breve tempo riducono le scariche e i fastidi legati alla diarrea.

-Farmaci antipropulsivi a base di Loperamide, come L’IMODIUM E il DISSENTEN,  servono a ridurre la peristalsi dell’intestino, causata dall’infiammazione o dall’irritazione dovuta all’attacco di tipo microbiologico in concomitanza ad altri fattori di tipo fisico.

Idratazione, fermenti lattici e dieta rappresentano il primo rimedio alla diarrea. Medicinali a base di Loperamide cloridrato sono in grado di fermare i sintomi della diarrea acuta. In caso di diarrea chiedi sempre consiglio al tuo farmacista che saprà indicarti il rimedio più giusto!

Ti stai preparando ad un viaggio e vuoi sapere come prevenire la diarrea del viaggiatore? Leggi il nostro articolo sulla diarrea del viaggiatore!

 

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Artiglio del diavolo: proprietà e benefici.

L’Artiglio del diavolo è una pianta erbacea perenne originaria dell’Africa meridionale e orientale. Le sue radici, essiccate, sono utilizzate per la preparazione di prodotti erboristici e fitoterapici. Le virtù più note della pianta riguardano il suo potere analgesico ed antinfiammatorio. 

Conosciamolo meglio insieme! 

A cosa serve l’artiglio del diavolo e quali sono le sue proprietà? 

Tra le principali proprietà benefiche dell’Artiglio del diavolo troviamo azioni quali: 

  • antinfiammatoria,  
  • analgesica,  
  • spasmolitica,  
  • anti-reumatica,  
  • amaro-tonica 

e lo possiamo usare come rimedio naturale in casi quali: 

  • reumatismi,  artrosi, artriti, tendiniti, 
  • stati  doloranti e di tensione localizzati, infiammazioni muscolari,  
  • eccessiva  attività motoria,  
  • cattiva digestione, gonfiore addominale. 

 

Come può essere utilizzato l’artiglio del diavolo? 

Sono le radici secondarie dell’artiglio del diavolo, che possono raggiungere il peso di ben 600 grammi, ad essere raccolte, sminuzzate e trattate per ottenere le diverse formulazioni. Tradizionalmente applicata in crema, si può assumere allo stesso tempo anche in estratto secco e tintura madre per potenziarne l’azione. 

Artiglio del diavolo crema gel o unguento ? 

L’artiglio del diavolo in crema è forse la formulazione più conosciuta e utilizzata; oggi è affiancata da gel e unguenti, a seconda delle preferenze. Svolge un’azione topica e localizzata sulle parti infiammate o dolenti. In generale, contiene una concentrazione del 10% circa di principio attivo. Ottima per i massaggi defaticanti dopo l’attività sportiva e in tutti i casi di piccoli traumi, va applicata almeno due volte a giorno. 

Estratto secco 

Si tratta della formulazione pronta, in capsule o compresse, ottima per nevralgie e dolori articolari che si può continuare finché la sintomatologia infiammatoria non scompare. Ottimo per il contrastare il dolore muscolare, la posologia classica con cui si assume l’estratto secco di artiglio del diavolo è in capsule da 300 mg, 2-3 compresse a stomaco pieno per 10-15 giorni al mese, da ripetere il mese successivo se il dolore non passa. 

Tintura madre 

Si usa in alternativa a capsule o compresse e si può abbinare alle precedenti formulazioni locali per un’azione più estesa. La tintura madre di artiglio del diavolo si assume allungata in poca acqua: 30 gocce due volte al giorno. 

Decotto o infuso 

L’artiglio del diavolo in infuso e decotto è adatto per contrastare emicrania, dolori mestruali e facilitare la digestione. 

 

  • Per ottenere l’infuso si lascia riposare per qualche minuto un cucchiaio raso di radice in polvere in una tazza di acqua bollente, da bere due volte al giorno 
  • Per preparare il decotto bastano uno o due cucchiaini di radice sminuzzata per una tazza di acqua bollente, da lasciare in infusione per almeno 5 ore. La bevanda ottenuta si assume due o tre volte al giorno 

 

CONTROINDICAZIONI? 

L’artiglio del diavolo presenta diversi effetti collaterali. Essendo una pianta ipoglicemizzante, è controindicata in caso di diabete già trattato con farmaci, in quanto la sua assunzione potrebbe portare sanguinamenti, 

A causa della presenza di sostanze amare, l’artiglio del diavolo è sconsigliato in caso di ulcere e gastriti, in quanto potrebbe determinare il verificarsi di nausea, diarrea e dolori addominali. 

Inoltre, l’artiglio del diavolo interagisce con farmaci anticoagulanti ed ha un effetto ipotensivo, se ne sconsiglia l’uso a chi è sottoposto a questo tipo di terapia. 

 

E nei bambini?

E’ da evitare l’assunzione per I bambini al di sotto dei due anni. 

E nelle donne in gravidanza? 

Da evitare l’assunzione anche in gravidanza poichè l’artiglio del diavolo può stimolare le contrazioni uterine. Da evitare quindi anche durante l’allattamento.  

 

Come scegliere tra più prodotti a base di artiglio del diavolo? La concentrazione fa la differenza  

Ma attenzione, uno dei parametri più importanti da prendere in considerazione per distinguere e scegliere i prodotti a base di arnica è proprio la concentrazione di principi attivi. La concentrazione rappresenta la quantità della sostanza che si trova all’interno del prodotto. Per quanto riguarda l’arnica, sul mercato si possono trovare prodotti con una concentrazione che oscilla da un minimo del 10 per cento, per un effetto più blando, fino al 50 per cento e oltre, una percentuale che le assicura efficacia come rimedio contro i dolori muscolari e articolari.  

 

In conclusione 

L’artiglio del diavolo, nota anche come arpagofito, è una pianta ricca di principi attivi dalle proprietà antinfiammatorie e analgesiche. 

In commercio esistono sia integratori da assumere per via orale, sia prodotti ad uso cutaneo come creme e gel a base di estratti della pianta. Questi si utilizzano come aiuto naturale contro disturbi come artrite reumatoide, osteoartrite (artrosi), dolori articolari ed altre problematiche croniche. 

Gli integratori di artiglio del diavolo possono dare reazioni avverse come diarrea, nausea e vomito, mentre i prodotti da applicare direttamente sulla pelle non hanno particolari controindicazioni. 

 

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Diclofenac: cos’è e quando si assume?

 

Il Diclofenac è attualmente uno dei Fans più utilizzati nel trattamento degli stati infiammatori sia muscolo-scheletrici che sistemici. 

È dotato di proprietà  antidolorifiche,antinfiammatorie e analgesiche. Il suo meccanismo di azione si basa sull’inibizione dell’enzima ciclossigenasi (noto anche come Cox) coinvolto nel metabolismo dei fosfolipidi di membrana.
In caso di traumi o danni tissutali le cellule vanno incontro a una serie di modificazioni tali da aumentare l’espressione dell’enzima ciclossigenasi, che a sua volta scatena una serie di reazioni a catena che portano alla sintesi delle prostaglandine, molecole in grado di facilitare lo sviluppo di una reazione flogistica (infiammatoria). L’attivazione di questo meccanismo porta a una sintomatologia caratterizzata da dolore, aumento della temperatura corporea e astenia. L’utilizzo di farmaci come il Diclofenac serve proprio a modulare l’eccessiva attivazione di questo meccanismo. 

 

  • A COSA SERVE IL DICLOFENAC? 

Il Diclofenac ha proprietà antidolorifiche,antinfiammatorie e analgesiche. Trova impiego nel trattamento delle affezioni reumatiche infiammatorie e degenerative (artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrosi, reumatismi), negli stati dolorosi post-traumatici e nelle infiammazioni. 

 

  • COME SI ASSUME IL DICLOFENAC? 

Il Diclofenac è disponibile per la: 

Somministrazione orale sotto forma di capsule rigide, capsule a lento rilascio , compresse, granulato per soluzione orale e compresse solubili (la dose di diclofenac abitualmente impiegata è di 50-100 mg al giorno, in funzione della gravità dei sintomi presentati dai pazienti, 150 mg è la dose massima giornaliera). 

Somministrazione rettale sotto forma di la dose consigliata è di 50 mg 1-3 volte al giorno, oppure 100 mg 1-2 volte al giorno). 

Somministrazione parenterale (intramuscolare o sottocutanea) sotto forma di soluzione iniettabile (la dose di diclofenac abitualmente impiegata è di 25-75 mg al giorno, secondo la gravità dei sintomi presentati dai pazienti). 

Somministrazione cutanea sotto forma di gel, schiuma cutanea, soluzione dermatologica e cerotti medicati (Quando si utilizza il gel a base di diclofenac, si consiglia di effettuare 3-4 applicazioni al giorno;
Quando si utilizza la schiuma cutanea, invece, è consigliabile effettuare 1-3 applicazioni al giorno). 

Sono disponibili in commercio formulazioni sottoforma di gel e schiuma gel a diverse percentali (1%, 2%, 3% contenenti per 100g di prodotto rispettivamente 1g, 2g, 3g di Diclofenac sodico), interessante è la formulazione al 4% che si presenta come spray liquido, da nebulizzare localmente, non ha bisogno di essere massaggiato a lungo, penetra facilmente e si assorbe subito. 

Nel caso del cerotto medicato, si consiglia di applicare 1-2 cerotti e di sostituirlo/i ogni 12-24 ore, secondo prescrizione medica). Anche per quanto riguarda i cerotti medicati sono disponibili cerotti contenenti Diclofenac 140mg, Diclofenac 180mg. 

Somministrazione oculare sotto forma di collirio (La posologia del farmaco deve essere stabilita dal medico su base individuale). 

 

  • DICLOFENAC IN GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO 

È controindicato se si sta pianificando una gravidanza, poiché il Diclofenac può influenzare negativamente la fertilità femminile. 

Durante il primo e il secondo trimestredi gravidanza, il Diclofenac dovrebbe essere utilizzato solo se il medico lo ritiene assolutamente necessario.
Nel terzo trimestre di gravidanza, invece, il farmaco è controindicato a causa dei danni che può provocare al feto (tossicità cardiopolmonare, disfunzioni renali e prolungamento del tempo di sanguinamento alla nascita) e alla madre (inibizione delle contrazioni uterine con conseguente ritardo o prolungamento del travaglio e aumento del tempo di sanguinamento).
Inoltre, l’utilizzo del Diclofenac è controindicato anche nelle madri che allattano al seno. 

 

  • QUANDO È NECESSARIA LA PRESCRIZIONE DI DICLOFENAC? 

Diclofenac a dosaggio di 50mg/75mg per compressa,capsula rigida o a lento rilascio, richiede una prescrizione, possono essere vendute quindi solo dietro ricetta medica.  

Forme monodose come supposte, compresse o capsule che contengono 25 mg di principio attivo, e anche unguenti, gel, spray, sono vendibili liberamente senza obbligo di ricetta medica. 

 

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Antispasmina Colica® o Buscopan® compresse?  

Quando assumerli? Cosa contengono questi medicinali senza obbligo di prescrizione e in che cosa differiscono?  

Andiamo ad analizzarli in dettaglio. 

 

Cosa contiene Buscopan? 

Buscopan® è un farmaco a base di N-butilbromuro di joscina,  appartiene ad un gruppo di medicinali chiamati alcaloidi della belladonna semisintetici  

Quando è indicato Buscopan? 

Buscopan® è indicato nel trattamento sintomatico delle manifestazioni spastico-dolorose del tratto gastroenterico. 

Dosaggio consigliato: 

La dose raccomandata per gli adulti e adolescenti di età superiore a 14 anni è la seguente, salvo diversa prescrizione medica: 

Compresse rivestite 

1-2 compresse rivestite 3 volte al giorno.
Le compresse devono essere assunte intere con una adeguata quantità di acqua. 

In pediatria nei bambini di età compresa tra i 6 ed i 14 anni deve seguire esattamente la prescrizione del medico. 

 

Cosa contiene Antispasmina Colica®? 

Antispasmina Colica® contiene due principi attivi papaverina cloridrato e Belladonna e serve per favorire il rilassamento della muscolatura dell’intestino e dello stomaco (apparato gastrointestinale). 

Quando è indicato Antispasmina Colica®? 

Antispasmina Colica si usa nel trattamento degli spasmi e del dolore dello stomaco e dell’intestino. 

Dosaggio consigliato: 

La dose raccomandata negli adulti è:  

  • da 2 a 6 compresse al giorno per Antispasmina Colica 10 mg + 10 mg 2
  • da 1 a 3 compresse al giorno per Antispasmina Colica Forte 50 mg + 10 mg.

 Uso nei bambini Antispasmina Colica è controindicata nei bambini al di sotto dei 12 anni. 

 

Dunque, in cosa differiscono Buscopan e Antispasmina Colica? 

In sostanza analizzando le controindicazioni e gli effetti collaterali, i due farmaci sono praticamente sovrapponibili. L’unico punto di differenza che riscontriamo è la somministrazione in età pediatrica. Antispasmina Colica® non si può somministrare nei bambini di età inferiore ai 12 anni in quanto i principi attivi non sono risultati sicuri in queste età. In più, nonostante il diverso meccanismo d’azione, possiamo dire che questi due farmaci si equivalgono perché hanno lo stesso effetto sul nostro organismo ovvero quello spasmolitico e si usano entrambi per disturbi della motilità di stomaco, intestino e delle vie biliari (tratto gastroenterico). 

 

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