Gentalyn o Gentalyn Beta?

Spesso non si conosce davvero la differenza tra queste due preparazioni medicinali che presentano importanti caratteristiche e differenze.

1) Il Gentalyn è una preparazione per uso topico a base di Gentamicina Solfato cioè un antibiotico, mentre Gentalyn Beta contiene due principi attivi: Gentamicina solfato, antibiotico attivo contro numerosi batteri e Betametasone valerato, cortisone con una funzione importante nel controllo delle infiammazioni.

2) il Gentalyn trova indicazione nelle forme infiammatorie cutanee primitivamente batteriche mentre il Gentalyn Beta viene utilizzato per la cura topica di dermatosi allergiche o di natura infiammatoria infette in un secondo momento.

Ma andiamo a vedere in dettaglio:

GENTALYN

 è un farmaco a base del principio attivo Gentamicina,  antibiotico ad ampio spettro, rappresenta un trattamento topico efficace nelle infezioni batteriche primarie e secondarie della pelle.

Esistono diverse preparazioni?

Si, GENTALYN 0,1% crema e GENTALYN 0,1% unguento.

Presentano la medesima concentrazione di Gentamicina ma in diversa formulazione: unguento e crema.

Per quale trattamento sono indicate?

GENTALYN crema e GENTALYN unguento trovano indicazione nelle forme infiammatorie cutanee primitivamente batteriche come le piodermiti di varia gravità ed estensione, compreso l’ectima, le follicoliti, le sicosi, le foruncolosi, gli eczemi microbici, oltre che nelle forme secondariamente infette come le dermatiti e gli eczemi impetiginizzati, le ulcere da stasi, le lesioni traumatiche, le ustioni e le escoriazioni infette.

GENTALYN BETA

è un farmaco a base del principio attivo Betametasone + Gentamicina, appartenente alla categoria degli Corticosteroidi + antibatterici e nello specifico Corticosteroidi attivi, associazioni con antibiotici.

Esistono diverse preparazioni?

Si, Gentalyn Beta 0,1% + 0,1% e Gentalyn Beta 0,1% + 0,05%. Medesima formulazione in crema ma differente concentrazione di Betametasone

Per quale trattamento sono indicate?

Sono indicate nel trattamento topico delle dermatosi allergiche o infiammatorie secondariamente infette o quando esista la minaccia di infezione. 

Le indicazioni al loro utilizzo sono: eczema (atopico, infantile, nummulare), prurito anogenitale e senile, dermatite da contatto, dermatite seborroica, neurodermatite, intertrigine, eritema solare, dermatite esfoliativa, dermatite da radiazioni, dermatite da stasi e psoriasi.

Gentalyn Beta 0,1% + 0,05% è particolarmente indicato nella terapia di mantenimento delle dermatosi gravi o resistenti una volta ottenuto un adeguato miglioramento con Gentalyn Beta 0,1% + 0,1%, per il trattamento di dermatosi meno gravi o meno resistenti, particolarmente in quelle che colpiscono estese zone del corpo o quelle croniche che richiedono una terapia prolungata.

Serve la ricetta del medico per comprarli?

Si, Ricetta Ripetibile.

Per maggiori chiarimenti rivolgersi al medico o al farmacista

Si tratta di medicinali, leggere attentamente il foglietto illustrativo prima dell’utilizzo.

 

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Vi proponiamo una lista dettagliata degli alimenti consentiti e da evitare per coloro che soffrono di ipercolesterolemia. 

Ipercolesterolemia: gli alimenti consentiti e quelli da evitare

Ipercolesterolemia

Con il termine lipidi si intende un gruppo eterogeneo di sostanze, la cui proprietà comune più rilevante è la bassa solubilità in acqua e la rapida solubilità in solventi organici non polari. Essi svolgono numerose funzioni biologiche: sono componenti strutturali delle membrane cellulari, sono una forma di deposito energetico, possono svolgere attività biologiche nella forma di ormoni, messaggeri intracellulari, trasportatori di elettroni, contribuiscono al senso di sazietà dopo i pasti e conferiscono appetibilità agli alimenti.

I lipidi circolano nel sangue attraverso un sistema di trasporto rappresentato dalle lipoproteine, ovvero particelle costituite da lipidi e proteine, note come apoproteine. Alterazioni al processo di sintesi, di rimodellamento o catabolico delle lipoproteine provocano una variazione quantitativa e/o qualitativa delle lipoproteine plasmatiche, che può a sua volta sfociare in dislipidemie, un gruppo di patologie caratterizzate dall’alterazione del quadro lipoproteico.

L’ipercolesterolemia è difatti una dislipidemia caratterizzata da livelli particolarmente elevati di LDL-colesterolo nel sangue, in assenza di incremento dei livelli di trigliceridi. 

Nel contesto che ci apprestiamo ad approfondire le lipoproteine di principale interesse sono: 

  • LDL (Low Density Lipoproteins): principali trasportatori di colesterolo ai tessuti periferici, sono dotate di un elevato potere aterogeno quando i loro livelli nel sangue superano i valori di soglia.
  • HDL (High Density Lipoproteins): mediano il trasferimento inverso del colesterolo dai tessuti periferici al fegato ed esercitano una funzione anti-aterosclerotica. 

Le dislipidemie, in associazione ad altri fattori di rischio (Es.: obesità, diabete, sindrome metabolica), ricoprono un ruolo fondamentale nelle patologie cardiovascolari.

Al fine di trattare tali patologie e ridurre il rischio cardiovascolare è possibile ricorrere ad approcci terapeutici più conservativi, quali la modifica dello stile di vita (attività fisica per lo più aerobica) e diete ipocaloriche/ipolipidiche, nonché, solo dopo una stima del rischio cardiovascolare globale, all’uso di farmaci specifici in base alla gravità della patologia.

Di seguito vi proponiamo una lista dettagliata degli alimenti consentiti e da evitare per coloro che soffrono di ipercolesterolemia. 

Consigli generali

Il latte e i derivati devono essere selezionati tra quelli completamente scremati (latte e yogurt magri).

Le carni devono essere scelte tra quelle assolutamente magre e la cottura deve servire a un ulteriore impoverimento del grasso. Tra i salumi possono essere utilizzati solo prosciutto, bresaola e speck, sempre considerando solo la parte rigorosamente magra.

Il pane, la pasta, il riso e le patate devono essere utilizzati in maniera estremamente contenuta.

Per contro le verdure a foglia, i pomodori e gli ortaggi in generale possono essere utilizzati liberamente entro il programma calorico. Anche i piselli, lenticchie, ceci e fagioli sono utili purché calcolati entro il piano calorico.

I frutti a elevato contenuto di zucchero (banane, fichi, uva e frutta secca) e soprattutto quelli ad alto contenuto di grassi (nocciole e arachidi, ecc.) o di amidi (castagne) devono essere oggetto di particolare attenzione e uso controllato, mentre la frutta fresca di stagione può essere usata liberamente.

Alimenti consentiti 

Antipasti: prosciutto crudo o cotto, bresaola e speck, senza grasso.

(Evitare: sottaceti, antipasti con salse, maionese, funghi e tartufi)

Minestre: pasta asciutta o riso, condite con burro od olio di oliva crudo, pomodoro fresco (crudo o cotto a parte), parmigiano. Brodo di verdura o di carne sgrassato, con pasta o riso. Passati di verdura. Crema di orzo, semolino, avena

(Evitare: pasta o riso con ragù, pasta con ripieni (tortellini, ravioli). Brodi grassi o concentrati. Zuppe di pesce.)

Carni: vitello, pollo, coniglio, tacchino (sgrassati), manzo (lessati od ai ferri, conditi con olio e limone).

(Evitare: cacciagione, anitra, oca, maiale, salumi, carni affumicate e conservate, trippa, cervello, rognone, animelle, fritture)

Pesci: sogliola, orata, platessa, nasello ai ferri, dentice, triglia, spigola, rombo, palombo, pesce persico, merluzzo fresco (lessati o ai ferri, conditi con olio e limone).

(Evitare: crostacei, molluschi, caviale, trota, salmone, tonno, anguilla, aringhe, sardine, sgombri, acciughe. Pesci conservati o fritti)

Grassi; olio di oliva, di mais, di arachidi. Moderatamente: burro, margarina vegetale (crudi).

(Evitare: lardo, strutto e tutti i grassi fritti.)

Latte e formaggi: latte magro, yogurt al bifido, ricotta

Formaggi freschi, dolci poco grassi o poco stagionati: tomino fresco, mozzarella, scamorza, robiola, crescenza, stracchino, caciotta, parmigiano.

(Evitare: latte intero, panna-formaggi grassi(mascarpone), piccanti (pecorino ecc.), fermentati (gorgonzola))

Verdure: crude, pomodori, verdure a foglia, insalata, ortaggi in generale possono essere utilizzati liberamente entro il programma calorico, lattuga, carote, rape, cavoli, zucca, zucchine, pomodori maturi e sbucciati, fagiolini cotti e decorticati. Gli ortaggi meglio cotti o finemente tritati o passati.

(N.B. Pomodori non consigliati se coesiste reflusso gastro-esofageo; pomodori acidi, cavoli, rape, spinaci, peperoni, ravanelli, melanzane, funghi, tartufi, verdure fritte e sottaceti non consigliati se coesiste sofferenza epatica – ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia).

Uova: in quantità limitata. Se tollerate, alla coque o sode.

(Evitare: fritte, in maionese, in zabaione)

Frutta: frutta fresca di stagione può essere usata tenendo conto del computo calorico, ben matura cruda oppure cotta: mele, pere, pesche, cotta, in marmellata senza zuccheri aggiunti, frullati e macedonia con zucchero (in piccole quantità) e limone.

Dolci: con moderazione: preparati con frutta, marmellata, zucchero, uova, burro, farina. Budini; biscotti secchi

(Evitare: prodotti contenenti panna, cioccolata, liquori, gelati)

Pane: ben cotto, pane biscottato, fette biscottate, grissini e crackers senza grassi.

(Evitare: pane fresco con molta mollica, pane integrale)

Varie: riso bianco ben cotto, tapioca, semolino, fiocchi di mais, patate cotte al forno o al vapore, miele

Bevande: acqua naturale o acqua oligominerale, succhi di frutta o di pomodoro, caffè o tè molto leggeri.

(Evitare bibite ghiacciate, caffè o tè concentrati. Vini a forte gradazione, liquori, aperitivi)

Alimenti da escludere

Grassi: grassi animali in genere: burro, strutto, lardo, pancetta. Grassi vegetali: olio di oliva, margarina, grassi cotti usati più volte o comunque sottoposti al calore.

Carni e sostituti: carni grasse e semigrasse in genere o che comunque presentino grasso visibile: oca, maiale, gallina grassa, pelle di pollame, midollo osseo, bue grasso, frattaglie, cervella, fegato, animelle, rognoni; carni salate e affumicate, trippa, prosciutto crudo, salumi e insaccati in genere o altri derivati conservati: salame, salsiccia, mortadella, wurstel, zampone, cotechino, ecc.); carni cotte con olii o grassi: arrosti, fritti, soffritti, umido e tutte le cotture in tegame in genere; prodotti della pesca: alici salate ed affumicate, salmone affumicato, acciughe, pesce fritto, ostriche, capesante e tutti i molluschi in genere, mitili, gamberi, aragosta, anguilla, aringhe sott’olio, capitone, sardine sott’olio, tonno sott’olio.

Con moderazione: carne in scatola, prodotti della pesca: carpa, cefalo, pesce spada, seppia, triglia, sgombro, sardina, uova (è permesso un uovo alla settimana)

Con moderazione olio vergine o extravergine d’oliva

Latte e Latticini: latte intero, latte in polvere, latte condensato, panna, formaggi alla crema, formaggi fusi in genere (formaggini, sottilette, ecc.), mascarpone, fontina, emmenthal, robiola, taleggio, formaggi fermentati.

Con molta moderazione: caciocavallo, gorgonzola, pecorino, provolone.

Verdure: evitare fritture e condimenti ad alto contenuto di grassi.

Frutta: Frutta sciroppata, mousse di frutta. Gelatina di frutta, se coesiste ipertrigliceridemia. I frutti a elevato contenuto di zucchero (banane, fichi, uva e frutta secca) e soprattutto quelli ad alto contenuto di grassi (avocado, noci, nocciole e arachidi) o di amidi (castagne) devono essere oggetto di particolare attenzione e uso controllato (particolarmente se coesiste ipertrigliceridemia).

Cereali e Derivati: pasta all’uovo, paste ripiene: tortellini, ravioli, cannelloni, pane bianco condito, pane integrale, pane alla crusca, la mollica del pane fresco, pane ai cereali, grissini conditi, riso integrale, brioche, merendine confezionate, biscotti, patate fritte, dolci e altri prodotti di pasticceria a base di crema e cacao, panna montata e gelato, pasta sfoglia, chiacchiere e frittelle.

Con moderazione biscotti secchi e pasta alimentare.

Bevande: bevande gassate, coca cola, cioccolata, liquori e superalcolici in genere. 

Con moderazione: vino (a bassa gradazione alcolica) non più di 250 cc al giorno, oppure birra 400 cc, caffè, the. (N.B. escludere tassativamente il vino ed alcolici se coesiste ipertrigliceridemia-ipertransaminasemia-aumento delle GGT (steastosi).

Varie:  maionese, brodi grassi e brodi di dado; eliminare inoltre tutte quelle confezioni che non dichiarino gli ingredienti o che comunque presentino l’impiego di burro, strutto, oli idrogenati, cacao, olio di cocco, mono o digliceridi.

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In Italia 4 donne e 2 uomini su 10 sono vittime di fratture da osteoporosi dopo i 50 anni.
Una malattia silenziosa, che può nascondersi per molto tempo senza provocare disturbi.

Prevenzione Osteoporosi – Mineralizzazione Ossea Computerizzata

PREVENZIONE OSTEOPOROSI

La gran parte della popolazione adulta e anziana è affetta dal rischio di fratture a causa di numerosi fattori, quali l’invecchiamento, le alterazioni dell’assetto ormonale, la malnutrizione e lo stile di vita sedentario. L’osteoporosi si manifesta con sempre maggiore evidenza nel corso degli anni con una perdita di massa ossea, che nelle donne avviene in maniera rilevante soprattutto nei primi anni dopo la menopausa, a causa dei cambiamenti ormonali.

La diagnosi precoce è perciò una condizione essenziale.

Il miglior sistema per il trattamento dell’osteoporosi è sicuramente la prevenzione, la possibilità cioè di diagnosticare in tempo l’inizio dello sfaldamento dell’osso, in modo tale da intervenire in tempo utile per ritardare e rallentare questo processo fisiologico che si stima colpisca circa cinque milioni di persone in Italia a causa di una mancata diagnosi.

A chi può venire l’Osteoporosi?

L’OMS ha inserito l’osteoporosi tra le 10 patologie più significative al mondo; la stima è che coinvolga 1 donna su 4 in età superiore ai 40 anni, 1 su 3 tra i 60 e 70, 2 su 3 oltre gli 80 anni (totale di 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini affetti). Queste stime sono probabilmente sottostimate perché l’osteoporosi è una “malattia silenziosa” in quanto progredisce per diversi anni prima di dare i segni. Le fratture femorali, vertebrali e del polso rappresentano le più tipiche fratture legate all’osteoporosi.

Che cos’è la MOC?

La riduzione della massa e della densità ossea, misurabile tramite una semplice Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC), potrà mettere in evidenza l’osteopenia (impoverimento osseo) o la più grave osteoporosi. La MOC è una tecnica di investigazione medica diagnostica, che serve a indagare lo stato di mineralizzazione delle ossa. La MOC misura la densità della massa ossea, rilevando un’eventuale degenerazione della struttura. Attualmente la MOC è la tecnica diagnostica di riferimento per effettuare la diagnosi dell’osteoporosi. E’ un esame indolore, non invasivo e sicuro.

Da oggi è possibile effettuare questo esame anche nelle Parafarmacie Chiedilo al Farmacista, senza lunghe attese e con la massima affidabilità.

E’ un metodo efficace, comodo, preciso ed economico per lo screening dell’osteoporosi e la stima del rischio di frattura. La misurazione viene eseguita sul Radio, osso laterale dell’avambraccio,  e consiste nella misurazione della velocità degli ultrasuoni nel tessuto osseo; questa viene correlata con lo spessore corticale e con la densità minerale dell’osso fornendo in questo modo preziose informazioni sulla resistenza ossea.

Chi deve eseguire il test?

• Soggetti in terapie prolungate con: cortisonici, immuno soppressori, a nticonvulsionanti.

• Tutte le donne dai 40-45 anni in su.

• Donne in menopausa precoce, donne che seguono cure ormonali per fase transitoria di menopausa.

• Uomini dai 50 anni in su (ne soffre uno su 8)

• Chi segue cure di calcio e vitamina D

• Soggetti affetti da malattie autoimmuni (tiroide, artrite reumatoide).

• Coloro che hanno familiarità con la patologia (casi in famiglia).

• Chi segue un’alimentazione con scarso apporto di alimenti ricchi di calcio.

• Chi segue diete iper proteiche.

• Donne che hanno già appurato di essere in osteoporosi (controllo).

• Soggetti con insufficienza renale.

• Soggetti in condizione di obesità e sottopeso.

• Soggetti in condizione di sedentarietà.

 

 Per info e prenotazioni contattaci al numero 800.032425 oppure su info@chiediloalfarmacista.it

(nella sezione punti vendita del sito puoi trovare la Parafarmacia Chiedilo al Farmacista più vicina a te)

 

Tratto da Espansione Group S.p.a.

 

 

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Fin d’ora era consuetudine attribuire i dolori articolari e l’artrite che colpiscono le persone obese alle continue sollecitazione alle quali le articolazioni sono sottoposte. Studi recenti hanno invece correlato tale fenomeno ai livelli di infiammazione generati da microbi intestinali che popolano l’intestino delle persone obese. 

Osteoartrite e Obesità

Osteoatrite e Obesità

Fin d’ora era consuetudine attribuire i dolori articolari e l’artrite che colpiscono le persone obese, alle continue sollecitazione alle quali le articolazioni sono sottoposte. Studi recenti hanno invece correlato tale fenomeno ai livelli di infiammazione generati da microbi intestinali che popolano l’intestino delle persone obese. 

In particolare, uno studio condotto dalla University of Rochester Medical Center (URMC), guidato dal Dott. Michael Zuscik, ha evidenziato la connessione tra il microbioma intestinale e l’osteoartite associata all’obesità. 

La ricerca è stata condotta su un campione di popolazione di topi: una parte di essi è stato sottoposta ad una dieta ricca di grassi, mentre l’altra ad un’alimentazione regolare. Dopo 12 settimane di dieta squilibrata, i topi sperimentali erano divenuti obesi e diabetici, presentavano una percentuale di grasso corporeo quasi doppia rispetto ai topi di controllo e manifestavano una flora intestinale dominata da batteri proinfiammatori e quasi totalmente priva di bifidobacteria (batteri probiotici benefici).

I ricercatori hanno sottoposto i ratti a lesione meniscale, comune infortunio atletico noto per causare osteoartrite, e hanno dedotto che, rispetto ai topi magri, la patologia aveva una decorso decisamente più rapido nei topi obesi, tanto da provocare la perdita quasi totale della cartilagine entro le 12 settimane dal danno.

“La cartilagine sostiene le funzioni articolari, fungendo sia da cuscinetto che da lubrificante” ha affermato il Dott. Zuscik, che ha aggiunto – “Quando questa viene meno, le ossa entrano in contatto diretto e risulta necessaria la sostituzione dell’intera cartilagine”. 

La dieta dei topi sperimentali è stata, a questo punto, integrata con prebiotici, che non vengono digeriti dall’organismo, ma favoriscono la crescita e l’attività di Bifidobacterium e di lactobatteri, specie batteriche importanti per la salute digestiva dell’organismo ospite. L’integrazione ha mostrato una riduzione dei batteri proinfiammatori, portando alla conseguente attenuazione dell’infiammazione sistemica e al rallentamento del decorso dell’osteoartite. Il supplemento prebiotico ha quindi invertito quasi completamente i sintomi dell’osteoartrite, rendendo lo stato della cartilagine dei topi obesi analogo a quello dei topi magri, e ha avuto un impatto positivo anche sul diabete, non tanto portando ad una perdita di peso bensì riducendo l’infiammazione diffusa.

In particolare, come prebiotico, si è impiegato l’oligofruttosio, una fibra prebiotica non digeribile, che ha dimostrato di poter ripristinare il profilo microbico tipico dell’intestino magro nel contesto dell’obesità. Questa condizione è infatti associata ad una perdita di Bifidobatteri benefici a vantaggio di specie proinfiammatorie che, in quanto tali, generano infiammazione e richiamano i macrofagi verso le zone infiammate, nel caso specifico l’osteoartite al ginocchio, accelerando il processo degenerativo. L’integrazione con oligofruttosio ripristina dunque il microbioma intestinale, in particolare lo pseudolongum Bifidobacterium, in topi obesi supportando la microflora intestinale e riducendo conseguentemente l’infiammazione del colon, della circolazione e del ginocchio, proteggendolo così dall’osteoartite. “

In conclusione, i topi obesi a cui era stato somministrato oligofruttosio sono rimasti obesi, con lo stesso carico sulle loro articolazioni che, tuttavia, risultavano più sane. A ciò consegue la necessità di ridurre l’infiammazione per proteggere la cartilagine articolare dalla degenerazione, confermando che l’infiammazione, e non le forze biomeccaniche, sostengono l’osteoartite e la degenerazione articolare. 

Lo studio citato è riportato dalla JCI Insight, nell’articolo “Targeting the Gut Microbiome to Treat the osteoarthritis of Obesity”.

Rimangono alcune domande in sospeso che solo con ulteriori studi sarà possibile chiarire. Innanzitutto, sono necessari ulteriori approfondimenti circa la correlazione tra abbondanza microbica, contestualmente all’obesità, e l’integrazione con oligofruttosio. Inoltre, sebbene vi siano correlazioni tra microbiomi intestinali umani e di topi, i batteri che proteggevano i topi dall’osteoartite correlata all’obesità potrebbero non svolgere la stessa funzione nell’organismo umano o essere differenti.

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(Paracetamolo) Tachipirina® o (ibuprofene) Nurofen®?

 

È una domanda che spesso viene posta ai nostri farmacisti soprattutto dalle Neo Mamme.

Partiamo dal principio ed andiamo ad analizzare in dettaglio le caratteristiche:

(Paracetamolo) Tachipirina® o (ibuprofene) Nurofen® sono due farmaci utilizzati in caso di sindrome Influenzale con Febbre, tuttavia è bene sottolineare le differenti caratteristiche di questi due medicinali.

Nurofen®-Ibuprofene:

E’ un farmaco che rientra nella famiglia dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Il farmaco è dotato di proprietà analgesica, antinfiammatoria e antipiretica.

Tachipirina® – Paracetamolo:

E’ un farmaco ad azione analgesica e antipiretica. Non è dotato di azione antinfiammatoria ma di una spiccata attività analgesica.

Nei primi anni di vita e in età scolare i BAMBINI sono maggiormente suscettibili all’influenza e alle altre malattie da raffreddamento perché le loro difese immunitarie sono ancora in via di sviluppo ed ancora di più a causa della costante esposizione a virus e batteri, dovuta alla permanenza per molte ore al giorno in luoghi chiusi (scuole) a stretto contatto con altri coetanei.

Quali sono i classici sintomi dell’influenza nei bambini ?

  • Febbre
  • Tosse
  • Mal di pancia
  • Raffreddore
  • Dolori muscolari
  • Mal di testa
  • Nausea e vomito.

È ovvio che il medico debba essere interpellato in ogni occasione, ma soprattutto quando questi sintomi riguardano bambini sotto i sei mesi o con malattie croniche specifiche che potrebbero aggravarsi con l’influenza.

In questo articolo cercheremo di dare una linea guida utile per l’uso dei farmaci più comuni.

Come premesso all’inizio del nostro articolo (Paracetamolo) Tachipirina® o (ibuprofene) Nurofen® sono i due farmaci più utilizzati in caso di sindrome influenzale. Sono i farmaci di elezione per l’azione antipiretica che presentano entrambe le molecole.

Come meccanismo d’azione, emivita e durata dell’effetto:

la durata d’azione dell’Ibuprofene è maggiore, circa 6/8 ore,  contro la durata del Paracetamolo 4/6 ore. 

Questa differenza permette 3 somministrazioni giornaliere per l’ Ibuprofene contro le 4 somministrazioni giornaliere del Paracetamolo.

In età pediatrica, inoltre, la sindrome influenzale è spesso accompagnata da mal di gola e infiammazione delle prime vie aeree, risulta chiaro che in questo caso specifico è più utile somministrare un medicinale come l’Ibuprofene per la sua componente antinfiammatoria responsabile di effetti terapeutici molto  interessanti oltre ad una durata d’azione maggiore.

Può essere utile somministrare entrambi i farmaci?

L’uso alternato di questi farmaci non si è dimostrato più efficace nel controllare la febbre rispetto all’uso dei singoli farmaci. C’è un numero crescente di segnalazioni avverse legate all’uso combinato e alternato del Paracetamolo e dell’Ibuprofene di tipo Epatico, Renale e Gastro-intestinale.

Allora quali sono i criteri di scelta?

Riguardo quindi ai criteri di scelta dell’uno o dell’altro bisogna fare riferimento ai sintomi:

in caso di sola febbre è preferibile adoperare il Paracetamolo che presenta un livello di sicurezza maggiore ma in caso di febbre associata l dolore intenso o infiammazione è preferibile utilizzare l’ibuprofene in quanto produce un effetto mirato sui diversi sintomi.

Come usare la Tachipirina®?

Per i bambini è indispensabile rispettare la dose definita in funzione del loro peso corporeo. La posologia da utilizzare, riportata anche negli stampati del farmaco è la seguente:

Compresse da 500 mg

  • Bambini di peso compreso tra 21 e 25 kg (approssimativamente tra i 6 ed i 10 anni): ½ compressa alla volta, da ripetere se necessario dopo 4 ore, senza superare le 6 somministrazioni al giorno
  • Bambini di peso compreso tra 26 e 40 kg (approssimativamente tra gli 8 ed i 13 anni): 1 compressa alla volta, da ripetere se necessario dopo 6 ore, senza superare le 4 somministrazioni al giorno
  • Ragazzi di peso compreso tra 41 e 50 kg (approssimativamente tra i 12 ed i 15 anni): 1 compressa alla volta, da ripetere se necessario dopo 4 ore, senza superare le 6 somministrazioni al giorno
  • Ragazzi di peso superiore a 50 kg (approssimativamente sopra i 15 anni): 1 compressa alla volta, da ripetere se necessario dopo 4 ore, senza superare le 6 somministrazioni al giorno.

Granulato effervescente da 500 mg in bustine

Sciogliere il granulato effervescente in un bicchiere d’acqua

  • Bambini di peso compreso tra 26 e 40 kg (approssimativamente tra gli 8 ed i 13 anni): 1 bustina alla volta, da ripetere se necessario dopo 6 ore, senza superare le 4 somministrazioni al giorno
  • Ragazzi di peso compreso tra 41 e 50 kg (approssimativamente tra i 12 ed i 15 anni): 1 bustina alla volta, da ripetere se necessario dopo 4 ore, senza superare le 6 somministrazioni al giorno
  • Ragazzi di peso superiore a 50 kg (approssimativamente sopra i 15 anni): 1 bustina alla volta, da ripetere se necessario dopo 4 ore, senza superare le 6 somministrazioni al giorno.

Granulato effervescente da 125 mg in bustine

Sciogliere il granulato effervescente in un bicchiere d’acqua

  • Bambini di peso compreso tra 7 e 10 kg (approssimativamente tra i 6 ed i 18 mesi): 1 bustina alla volta, da ripetere se necessario dopo 6 ore, senza superare le 4 somministrazioni al giorno
  • Bambini di peso compreso tra 11 e 12 kg (approssimativamente tra i 18 ed i 24 mesi): 1 bustina alla volta, da ripetere se necessario dopo 4 ore, senza superare le 6 somministrazioni al giorno
  • Bambini di peso compreso tra 13 e 20 kg (approssimativamente tra i 2 ed i 7 anni): 2 bustine alla volta (corrispondenti a 250 mg di paracetamolo), da ripetere se necessario dopo 6 ore, senza superare le 4 somministrazioni al giorno
  • Bambini di peso compreso tra 21 e 25 kg (approssimativamente tra i 6 ed i 10 anni): 2 bustine alla volta (corrispondenti a 250 mg di paracetamolo), da ripetere se necessario dopo 4 ore, senza superare le 6 somministrazioni al giorno.

Sciroppo da 120 mg/5 ml

Alla confezione è annesso un bicchierino-dosatore con indicate tacche di livello corrispondenti alle capacità di 5 ml; 7,5 ml; 10 ml; 15 ml e 20 ml.

  • Bambini di peso compreso tra 7 e 10 kg (approssimativamente tra i 6 ed i 18 mesi): 5 ml alla volta (corrispondenti a 120 mg di paracetamolo), da ripetere se necessario dopo 6 ore, senza superare le 4 somministrazioni al giorno
  • Bambini di peso compreso tra 11 e 12 kg (approssimativamente tra i 18 ed i 24 mesi): 5 ml alla volta (corrispondenti a 120 mg di paracetamolo), da ripetere se necessario dopo 4 ore, senza superare le 6 somministrazioni al giorno
  • Bambini di peso compreso tra 13 e 20 kg (approssimativamente tra i 2 ed i 7 anni): 7,5 – 10 ml alla volta (corrispondenti rispettivamente a 180 e 240 mg di paracetamolo), da ripetere se necessario dopo 6 ore, senza superare le 4 somministrazioni al giorno
  • Bambini di peso compreso tra 21 e 25 kg (approssimativamente tra i 6 ed i 10 anni): 10 ml alla volta (corrispondenti a 240 mg di paracetamolo), da ripetere se necessario dopo 4 ore, senza superare le 6 somministrazioni al giorno
  • Bambini di peso compreso tra 26 e 40 kg (approssimativamente tra gli 8 ed i 13 anni): 15-20 ml alla volta (corrispondenti rispettivamente a 360 e 480 mg di paracetamolo), da ripetere se necessario dopo 6 ore, senza superare le 4 somministrazioni al giorno
  • Ragazzi di peso compreso tra 41 e 50 kg (approssimativamente tra i 12 ed i 15 anni): 20 ml alla volta (corrispondenti a 480 mg di paracetamolo), da ripetere se necessario dopo 4 ore, senza superare le 6 somministrazioni al giorno
  • Ragazzi di peso superiore a 50 kg (approssimativamente sopra i 15 anni): 20 ml alla volta (corrispondenti a 480 mg di paracetamolo), da ripetere se necessario dopo 4 ore, senza superare le 6 somministrazioni al giorno

Gocce orali, soluzione da 100 mg/ml

Una goccia di Tachipirina gocce orali corrisponde a 2,7 mg

  • Bambini di peso compreso tra 3,2 e 6 kg (approssimativamente tra la nascita ed i 6 mesi): 16-23 gtt alla volta (corrispondenti rispettivamente a 43,2 e 62,1 mg di paracetamolo), da ripetere se necessario dopo 6 ore, senza superare le 4 somministrazioni al giorno
  • Bambini di peso compreso tra 7 e 10 kg (approssimativamente tra i 6 ed i 18 mesi): 40-46 gtt alla volta (corrispondenti rispettivamente a 108 e 124,2 mg di paracetamolo), da ripetere se necessario dopo 6 ore, senza superare le 4 somministrazioni al giorno
  • Bambini di peso compreso tra 11 e 12 kg (approssimativamente tra i 18 ed i 24 mesi): 40-46 gtt alla volta (corrispondenti rispettivamente a 108 e 124,2 mg di paracetamolo), da ripetere se necessario dopo 4 ore, senza superare le 6 somministrazioni al giorno.

Supposte da 125 mg “Prima Infanzia”

  • Bambini di peso compreso tra 6 e 7 kg (approssimativamente tra i 3 ed i 6 mesi): 1 supposta alla volta, da ripetere se necessario dopo 6 ore, senza superare le 4 somministrazioni al giorno
  • Bambini di peso compreso tra 7 e 10 kg (approssimativamente tra i 6 ed i 18 mesi): 1 supposta alla volta, da ripetere se necessario dopo 4 – 6 ore, senza superare le 5 somministrazioni al giorno
  • Bambini di peso compreso tra 11 e 12 kg (approssimativamente tra i 18 ed i 24 mesi): 1 supposta alla volta, da ripetere se necessario dopo 4 ore, senza superare le 6 somministrazioni al giorno.

Supposte da 250 mg “Bambini”

  • Bambini di peso compreso tra 11 e 12 kg (approssimativamente tra i 18 ed i 24 mesi): 1 supposta alla volta, da ripetere se necessario dopo 8 ore, senza superare le 3 somministrazioni al giorno
    Bambini di peso compreso tra 13 e 20 kg (approssimativamente tra i 2 ed i 7 anni): 1 supposta alla volta, da ripetere se necessario dopo 6 ore, senza superare le 4 somministrazioni al giorno.

Supposte da 500 mg

  • Bambini di peso compreso tra 21 e 25 kg (approssimativamente tra i 6 ed i 10 anni): 1 supposta alla volta, da ripetere se necessario dopo 8 ore, senza superare le 3 somministrazioni al giorno
  • Bambini di peso compreso tra 26 e 40 kg (approssimativamente tra gli 8 ed i 13 anni): 1 supposta alla volta, da ripetere se necessario dopo 6 ore, senza superare le 4 somministrazioni al giorno.

Supposte da 1000 mg

  • Ragazzi di peso compreso tra 41 e 50 kg (approssimativamente tra i 12 ed i 15 anni): 1 supposta alla volta, da ripetere se necessario dopo 8 ore, senza superare le 3 somministrazioni al giorno
  • Ragazzi di peso superiore a 50 kg (approssimativamente sopra i 15 anni): 1 supposta alla volta, da ripetere se necessario dopo 6 ore, senza superare le 4 somministrazioni al giorno.

Come usare il Nurofen®?

Nurofen Febbre e Dolore Bambini 100mg/5ml Sospensione Orale

5.6 –7 Kg

3 – 6 mesi

2,5 ml

3 nelle 24 ore

7 –10 Kg

6 – 12 mesi

2,5 ml

10 – 15 Kg

1 – 3 anni

5 ml

15 – 20 Kg

4 – 6 anni

7,5 ml (5 ml + 2,5 ml)

20 – 28 Kg

7 – 9 anni

10 ml

28 – 43 Kg

10 – 12 anni

15 ml

Nurofen Febbre e Dolore Bambini 200mg/5ml Sospensione Orale

PESO

ETA’

DOSE singola in ml

n° massimo di SOMMINISTRAZONI/giorno

5.6 –7 Kg

3 – 6 mesi

1,25 ml

3 nelle 24 ore

7 –10 Kg

6 – 12 mesi

1,75 ml

10 – 15 Kg

1 – 3 anni

2,5 ml

15 – 20 Kg

4 – 6 anni

3,75 ml

20 – 28 Kg

7 – 9 anni

5 ml

28 – 43 Kg

10 – 12 anni

7,5 ml

NUROFENBABY 60 MG SUPPOSTE PRIMA INFANZIA (Uso rettale)

Nurofenbaby è indicato nei bambini dai 6 kg (3 mesi) ai 12,5 kg (2 anni) di peso corporeo; La singola dose massima non deve superare i 10 mg di ibuprofene per kg di peso corporeo. L’intervallo tra una somministrazione e la successiva non deve essere inferiore alle 6 ore.

NUROFENJUNIOR 125 MG SUPPOSTE BAMBINI (Uso rettale) 

Nurofenjunior è indicato nei bambini dai 12,5 kg (2 anni) ai 20,5 kg (6 anni) di peso corporeo; La dose massima giornaliera di ibuprofene è pari a 20-30 mg/kg di peso corporeo, suddivisa in 3 o 4 somministrazioni; 

NUROFENKID FEBBRE E DOLORE 100 MG (Uso orale)

capsule molli da masticare senza bisogno di utilizzare l’acqua. Il medicinale è indicato nei bambini con peso corporeo compreso tra 20 kg (7 anni) e 40kg (12 anni). Nei bambini, la dose di ibuprofene dipende dal peso corporeo, di norma 5 – 10 mg/kg di peso corporeo come dose singola. Il dosaggio giornaliero massimo di Nurofenkid Febbre e Dolore è di 20-30 mg/kg di peso corporeo.

Non devono assumere il NUROFEN i bambini con età inferiore a 3 mesi o un peso inferiore a 5,6 Kg. Si tratta di medicinali, consultare il medico e leggere attentamente il foglietto illustrativo prima dell’utilizzo.

Per maggiori informazioni e chiarimenti, non esitate a contattarci. Saremo pronti a rispondere alle vostre domande in Chat o sulla mail info@chiediloalfarmacista.it

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TACHIPIRINA 500 o 1000? “La 1000 è per adulti, la 500 per bambini”, “Non basta la 500 per la febbre”, “Ma mica per la 1000 ci vuole la ricetta?”
Ecco alcune delle affermazioni più comuni. Ma andiamo a vedere in dettaglio quali sono le differenze e soprattutto la verità!

TACHIPIRINA 500 o 1000?

Tachipirina 500 1000 farmacia

  • “La 1000 è per adulti, la 500 per bambini”
  • “Non basta la 500 per la febbre”
  • “Ma mica per la 1000 ci vuole la ricetta?”

Ecco alcune delle affermazioni più comuni. Ma andiamo a vedere in dettaglio quali sono le differenze e soprattutto LA VERITA’!

Sono doverose due fondamentali premesse:

1) Sia Tachipirina 1000 che Tachipirina 500 sono dosaggi per ADULTI

2) In Italia è possibile acquistare senza ricetta la formulazione di Tachipirina 500 e non quella da 1000, che invece richiede ricetta medica.

Dunque La Tachipirina 500 è un farmaco da banco, acquistabile senza ricetta mentre la Tachipirina 1000 è un farmaco etico, acquistabile in farmacia solo se siete in possesso di ricetta bianca del medico con la quale potete ritirare 10 confezioni del suddetto farmaco in sei mesi a partire dalla data di compliazione della ricetta.

Come assumerle?

Per entrambi i dosaggi di Tachipirina va seguita una corretta posologia perché svolgano il giusto effetto terapeutico.

La Tachipirina 1000 è entrata nell’uso per la sua efficacia come antidolorifico nei dolori importanti. E’ infatti utile per dolori acuti e/o cronici come artrosi e cefalea, andando a sostituire nella maggior parte dei casi i farmaci antiinfiammatori, con il vantaggio di non dare problemi allo stomaco e di essere compatibile con chi ha problemi cardiovascolari ed assume determinati farmaci. In questo caso il dosaggio corretto è di due/tre somministrazioni al giorno.

Il dosaggio da 500 mg è invece quello normalmente utile nei dolori di moderata entità e nel controllo della febbre. In questo caso si può usare anche 4 – 6 volte al giorno, per cui il dosaggio finale massimo è sempre di 3 grammi al giorno di paracetamolo, ma questa somministrazione di minore quantità ed eventualmente ripetuta permette un migliore controllo della temperatura che ha sbalzi di minore entità.

A questo punto non conviene utilizzare direttamente la Tachipirina 1000 per la febbre?

No, per  2 motivi:

1) questo dosaggio più alto infatti, può causare abbassamenti repentini della temperatura corporea e successivi innalzamenti altrettanto rapidi quando la dose di farmaco presente nel sangue calerà. Tali notevoli sbalzi, infatti, sono sgradevoli e diminuiscono l’efficacia della febbre nel controllo delle infezioni virali.

2) Con il dosaggio da 500 mg sono naturalmente minori i rischi di sovradosaggio e quindi di tossicità epatica.

L’intossicazione da paracetamolo, sia accidentale che intenzionale, è frequente. Il paracetamolo viene metabolizzato principalmente a livello epatico. Uno dei suoi metaboliti citotossici viene inattivato dalla coniugazione col glutatione. In caso di overdose le riserve di glutatione si esauriscono e ciò porta ad un accumulo del metabolita citotossico.


I sintomi dell’avvelenamento da paracetamolo, come nausea e vomito, a volte accompagnati da letargia ed eccessiva sudorazione, si manifestano di solito entro 24 ore dall’assunzione dello stesso. Il dolore sottocostale localizzato a destra e l’ittero sono segni di danno epatico. Il sovradosaggio da paracetamolo rappresenta, dunque, un’emergenza medica che può portare nel 10-20% dei casi a morte per insufficienza epatica e che richiede una diagnosi precoce ed un rapido trattamento per migliorarne la prognosi.

Una possibile modalità di trattamento è costituita dall’uso dell’N-acetilcisteina (NAC), composto in grado di detossificare il fegato e di proteggere anche dal danno extraepatico attraverso le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.

Si può assumere a stomaco vuoto?

Sì, in genere non causa problemi in quanto a differenza degli antinfiammatori tradizionali (FANS):

  • Non è un acido, quindi non ha azione gastrolesiva diretta quando arriva nello stomaco;
  • il meccanismo di azione è diverso dagli antinfiammatori e non manifesta quindi nemmeno azione gastrolesiva indiretta.

In soggetti a rischio o in caso di effetti collaterali gastrointestinali (nausea, bruciore di stomaco, …) la somministrazione a stomaco pieno potrebbe comunque risultare preferibile.

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Capsule e Compresse: Divisione e Triturazione

triturazione e divisione capsule e compresse

Una componente fondamentale che determina l’efficacia di un farmaco è la sua modalità di assunzione. Esiste una modalità corretta per l’assunzione dei farmaci che varia in relazione alla forma farmaceutica. Abitudine comune è quella di spezzare le compresse, spesso per ottimizzare i costi o triturarle per difficoltà di assunzione.

Ciò non è corretto e spesso è anche dannoso: alcune compresse o capsule sono realizzate proprio per proteggere il principio attivo da attacchi dei succhi gastrici nello stomaco.

ATTENZIONE A:

  • DIVISIONE DI COMPRESSE – Leggi il foglietto illustrativo per verificare la possibilità di frazionare la compressa – NON E’ DIVISIBILE nel caso si tratti di compresse GASTRORESISTENTI o a RILASCIO MODIFICATO
  • TRITURAZIONE DI COMPRESSE – Questa metodica può alterare il principio attivo, modificare l’assorbimento e causare ulcerazioni orali o gastro intestinali (ovviamente da non praticare anche per compresse gastro resistenti e a rilascio modificato)
  • APERTURA DI CAPSULE – Seguono le stesse regole delle avvertenze precedenti – qualora fosse possibile evitare il contatto con luce ed umidità per il principio attivo, assumere la polvere immediatamente dopo aver aperto la capsula.

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