Come scrive il ricercatore Tom Kirkwood “(…) Quando una molecola di vitamina C incontra un radicale libero, si ossida neutralizzando così il radicale. La vitamina C ossidata vien a sua volta riconvertita al proprio stato iniziale per azione enzimatica.”

In pratica la vitamina C è come un pugile che entra nel ring, prende un bel gancio alla mascella, si ritira nell’angolo per recuperare e ricomincia da capo la propria lotta. 

Con il termine vitamina C in realtà indichiamo diversi composti, che presentano tutti la medesima azione fisiologica dell’Acido Ascorbico, un composto idrosolubile, che si presenta sotto forma di piccoli cristalli, incolori, dal forte sapore acido: l’essere umano non è in grado di sintetizzarla e deve necessariamente procurarsela attraverso l’alimentazione. 

In quale alimenti troviamo la Vitamina C? 

Particolarmente ricchi sono gli agrumi (tutti, ma soprattutto arance e pompelmo), nei kiwi, pomodori, peperoni, fragole, broccoli, rucola, spinaci, papaya, lattuga.

Una piccola quantità è comunque presente nella maggior parte di verdura e frutta ma è da sottolineare che il contenuto di Vitamina C nei cibi subisce un significativo calo a seguito di conservazione e cottura dell’alimento. 

La concentrazione massima plasmatica di Vitamina C si ottiene con dosi di assunzione fra i 200 ed i 1000 mg al dì, e l’eventuale eccesso è eliminato tramite le urine.

La maggior parte della vitamina viene eliminata dal corpo in tre o quattro ore, ecco perché essa deve essere assunta diverse volte al giorno. Inoltre la capacità dell’organismo di assorbire la vitamina C viene però ridotta da diverse situazioni come il fumo, lo stress, in caso di febbre alta e si riduce notevolmente con l’invecchiamento. 

Quali sono le sue funzioni?

Biosintesi del Collagene: il Collagene rappresenta un elemento strutturale fondamentale del tessuto connettivo, ossa, cartilagini, legamenti, pelle e vasi sanguigni. 

Biosintesi della Carnitina: la Carnitina è una sostanza necessaria per il metabolismo dei grassi.

La stanchezza cronica, il malessere, la fatica, sintomi tipici della carenza di vitamina C, derivano proprio da questo. 

Sintesi della Noradrenalina: la Noradrenalina è un importante neurotrasmettitore del Sistema Nervoso Centrale ed è anche un ormone essenziale nel modulare la risposta allo stress. 

Sintesi di un enzima chiamato PA: questo enzima è fondamentale per portare all’attivazione di importanti peptidi ormonali, quali ossitocina, vasopressina, colecistochinina, calcitonina, gastrina.

Tutti questi peptidi sono fondamentali per i processi digestivi, per i processi metabolici, per meccanismi di controllo della pressione arteriosa e di contrattilità della muscolatura uterina. 

Biosintesi dei Sali biliari, biosintesi degli Ormoni steroidei (Estrogeni, Testosterone), attivazione dell’acido folico 

Aumento della capacità intestinale di assorbire il Ferro: azione favorente l’incorporazione del Ferro a livello dei tessuti, dove ne aumenta la biodisponibilità a livello intracellulare. 

Carenza La carenza di vitamina C può portare quindi ad anemia. Occorre sempre una corretta integrazione anche con vitamina C, in tutte o quasi, le forme di anemia. 

Azione Antiossidante La Vitamina C è il principale antiossidante presente nel sangue e nei fluidi corporei. La vitamina C è necessaria per proteggere le membrane cellulari dai danni causati dai radicali liberi, lavorando in associazione alla vitamina E. 

Difesa da infezioni batteriche e virali Durante un processo infettivo, i neutrofili (cellule immunitarie del sangue, fondamentali come difesa dalle infezioni) assorbono e concentrano al loro interno grandi quantità di vitamina C.

Anche in questo la Vitamina C funziona come un antiossidante, proteggendo dal danno ossidativo i neutrofili durante la loro battaglia con i microbi. 

Quali sono le controindicazioni della Vitamina C?

In soggetti affetti da emocromatosi, una malattia ereditaria che comporta forte accumulo di Ferro nei tessuti, è probabile che dosi elevate di Vitamina C, ripetute nel tempo, possano favorire processi ossidativi negli organi in cui si accumula il ferro, rendendo più rapido l’inevitabile progressione della malattia. 

La vitamina C ed i suoi cataboliti sono eliminati a livello del rene: l’acido ossalico, che deriva dal catabolismo della vitamina C, potrebbe rappresentare un fattore di rischio per la formazione di calcoli renali.

Rimane tuttavia dibattuta questa azione negativa della vitamina C.

La formazione di calcoli renali è più facile avvenga in soggetti predisposti alla Calcolosi Renale, o laddove si assumano elevate dosi di Vitamina C tramite l’assunzione di integratori (superiore ad 1 grammo al giorno). 

Inoltre dosi eccessive di vitamina C possono dare alcuni effetti collaterali come disordini intestinali o diarrea, gas intestinali o dolori addominali, arrossamenti cutanei e nausea. 

Quando assumerla?

Numerosi sono gli integratori di Vitamina C presenti sul mercato, in forme diverse, e spesso in associazione ad altre vitamine e nutrienti (Esi vitamina C pura, C tard, Cebion..) 

Quando scegliamo un integratore vitamina C, in particolare ad alto dosaggio, è opportuno scegliere formulazioni a lento rilascio, che rilasciano gradualmente la vitamina C nell’organismo aumentandone di conseguenza l’assorbimento.

Un rilascio graduato nel tempo nel caso di un integratore o una somministrazione ripetuta nell’arco della giornata di quote di verdura e frutta, favoriscono un miglior assorbimento. 

Sono diverse le condizioni nelle quali è consigliata una costante integrazione con Vitamina C di sintesi: 

  • Forti fumatori e fumatori passivi
  • Chi segue diete restrittive, ed in particolare povere di frutta e di verdura fresche 
  • Chi soffre di patologie che riducono l’assorbimento intestinale della Vitamina C  e di nutrienti in genere 
  • Pazienti in stato avanzato di patologie renale o in dialisi 
  • Raffreddore comune e influenza stagionale 
  • Malattie virali e batteriche in genere 
  • Stati di sovra-affaticamento fisico e mentale 
  • Dimagramento eccessivo 

La preziosa Vitamina C, come tutti gli altri nutrienti, presenta notevoli proprietà positive, ma, pur in casi particolari e selezionati, proprietà negative.

Possiamo sicuramente dire che è difficilissimo, o praticamente impossibile, assumere dosi eccessive, e quindi nocive, di Vitamina C con la sola alimentazione: è solo l’integrazione “fai da te”, con megadosi di Vitamina C , che può comportare danni all’organismo!

Anche in caso di ricorso all’integrazione, è sempre necessario mantenere un buon consumo di frutta e di verdura, in modo da assicurarsi tutti gli altri nutrienti preziosi presenti in questi alimenti. 

 

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Si tratta di tre tipologie di Colliri nel formato Multidose. 

Il collirio è una preparazione oftalmica, generalmente a base acquosa, all’interno della quale sono presenti sostanze attive capaci di alleviare e/o trattare disturbi o malattie degli occhi. 

Difatti, mentre alcuni colliri sono destinati alla cura di vere e proprie patologie oftalmiche (ad esempio, congiuntiviti, glaucoma, uveite, ecc.), altri sono riservati al miglioramento di disturbi oculari di natura non patologica (ad esempio, occhi rossi, occhi secchi, ecc.). 

Oltre alla più specifica classificazione in funzione degli attivi contenuti e delle indicazioni terapeutiche, i colliri possono essere suddivisi anche in due macrogruppi in funzione del recipiente che li contiene.

In questo caso, possiamo distinguere confezioni monodose e confezioni multidose.

Spesso viene confuso il formato Multidose con il termine “monodose” ingannati dal singolo flacone per l’applicazione.

La differenza tra le due tipologie di contenitori è proprio nella forma che li caratterizza.

Considerando il singolo flacone come un recipiente riutilizzabile più e più volte fino a 3-4 settimane dopo l’apertura, a seconda del prodotto utilizzato e le singole fialette monodose utilizzabili, a seconda dei casi, fino a 12-24 ore dopo l’apertura (far riferimento a quanto riportato sul foglietto illustrativo).

Visto l’uso “monodose”, in queste formulazioni non è necessaria l’aggiunta di conservanti. 

 Iridil, Isomar e Fitoeye: quali sono le principali differenze? 

  • Iridil 

Iridil gocce oculari è una soluzione sterile per uso oftalmico con un pH fisiologico, a base di acqua distillata di Hamamelis, acqua distillata di Camomilla, acqua distillata di Euphrasia note per le loro proprietà rinfrescanti e lenitive e dall’acqua distillata di Malva nota per le sue proprietà calmanti.La soluzione è confezionata in pratici contenitori polidose da 10 ml.

 Quando è indicato Iridil? 

L’azione combinata di questi elementi naturali, allevia l’arrossamento oculare dovuto a cause ambientali quali vento, sole, fumo, inquinamento, ambienti condizionati e da affaticamento visivo dovuto a intenso impegno per lavoro e studio, eccessivo uso del computer ed esposizione alla luce.
Può essere utilizzato anche da chi porta lenti a contatto.

Come utilizzare Iridil? 

Aprire il flacone rimuovendo il tappo di protezione ruotandolo. Instillare 1/2 gocce in ciascun occhio premendo leggermente il flaconcino. Dopo l’uso, richiudere immediatamente il flacone: il contenuto può essere riutilizzato entro 28 giorni dalla prima apertura. Indicato anche per uso frequente, più volte al giorno se necessario, in base al bisogno o alle indicazioni del medico. 

  •  Isomar Occhi 

Isomar Occhi, grazie alla formulazione delicata a base di acqua di mare, acido ialuronico ed estratti vegetali, deterge e idrata anche quotidianamente gli occhi per un pronto sollievo. Contiene :

Soluzione di acqua di mare isotonica: ha la stessa concentrazione salina dei nostri fluidi corporei (0,9% in NaCl), deterge la superficie oculare portando via batteri e corpi estranei.
Acido ialuronico: idrata la superficie oculare per una pronta azione umettante e un benessere prolungato. 

-Estratti vegetali (Cineraria Marittima, Calendula, Fiordaliso, Elicrisio, Eufrasia) ed Ipromellosa (Idrossipropil-Metil-Cellulosa) dalle proprietà lenitive, lubrificanti e reidratanti.

Quando è indicato Isomar Occhi? 

Isomar Occhi dona un rapido sollievo in caso di arrossamento, irritazione, bruciore, prurito e sensazione di corpi estranei e in seguito a lacrimazione ed affaticamento indotti da fattori quali: esposizione al vento e a raggi solari, polveri, smog, fumi, caldo secco, ambienti climatizzati, permanenza prolungata davanti a schermi video ed uso di lenti a contatto.

Isomar Occhi concorre in maniera significativa a lenire i disturbi causati dal contatto dei pollini con la congiuntiva aiutando ad alleviare i sintomi allergici. In più aiuta nei casi di secchezza oculare e si può usare in presenza di qualsiasi tipo di lenti a contatto.

 Come utilizzare Isomar Occhi? 

Aprire la confezione, estrarre il flacone ed instillare 1/2 gocce nell’occhio ogni 4-5 ore.
Il flacone può essere richiuso e la soluzione rimasta può essere riutilizzata entro 6 mesi dalla prima apertura.
Utilizzabile anche con le lenti a contatto applicate. Per una maggiore azione lubrificante e lenitiva, è consigliata l’instillazione di Isomar Occhi prima dell’applicazione delle lenti. 

  •        Fitoeye

Fitoeye è una soluzione sterile per uso oftalmico adatto per coloro che soffrono di secchezza oculare, scarsa lacrimazione ed arrossamento dovuto da agenti esterni e condizionati dall’uso di lenti a contatto.  

Cosa contiene? 

La formulazione di FitoEYE utilizza nuove molecole di origine vegetale e si avvale delle proprietà intrinseche dell’Echinacea.

Grazie ad un innovativo metodo di estrazione – da piantagioni biologiche di Echinacea – si ricavano estratti di cellule staminali meristematiche con riconosciute proprietà umettanti, tosteroli ad attività emolliente, aminoacidi ad attività nutriente e sali minerali utili al bilanciamento osmotico 

Acido Ialuronico, che presenta elevate proprietà viscoelastiche, incrementa la lubrificazione ed il comfort soprattutto in caso di occhi secchi. 

Estratti Vegetali (Eufrasia, Camomilla) ed Ipromellosa (Idrossipropil-Metil-Cellulosa) dalle proprietà lenitive, antinfiammatorie, lubrificanti e reidratanti.  

Quando è indicato Fitoeye? 

Fitoeye Gocce Oculari sono particolarmente indicate in caso di arrossamento, irritazione, bruciore, prurito ed affaticamento indotti da fattori quali: esposizione al vento e a raggi solari, polveri, smog, fumi, caldo secco, ambienti climatizzati, permanenza prolungata davanti a schermi video ed uso di lenti a contatto.

In più concorre in maniera significativa a lenire i disturbi causati congiuntiviti stagionali o perenni, secchezza oculare e eventuali terapie topiche irritanti. 

Come utilizzare Fitoeye? 

Instillare direttamente nell’occhio 1 o 2 gocce, quando se ne avverte la necessità.

Utilizzo previsto non superiore alle 3/4 volte al giorno con intervalli di 3-4 ore tra una instillazione e l’altra. Una volta aperto il flacone utilizzare entro 90 giorni.

Compatibile con lenti a contatto.

Quali sono le similitudini tra Iridil, Isomar e Fitoeye? 

Avendo analizzato in dettaglio le tre composizioni possiamo chiaramente mettere in luce la comune presenza di estratti vegetali che determinano i tre dispositivi.

Questi, sono particolarmente utili in caso di arrossamento, irritazione, bruciore, prurito ed affaticamento indotti da fattori come l’ esposizione al vento e a raggi solari, polveri, smog, fumi, caldo secco, ambienti climatizzati, permanenza prolungata davanti a schermi video.

Riconoscendoli tutti compatibili con lenti a contatto, una principale differenza che caratterizza esclusivamente Isomar e Fitoeye è la presenza di Acido Ialuronico e Ipromellosa utili in caso di secchezza oculare ed arrossamento grazie alle elevate proprietà viscoelastiche, lubrificanti e reidranti.

 

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Il termine dismenorrea deriva dal greco e significa “difficile flusso mestruale”; è il più comune sintomo che affligge tra il 40% e il 70% delle donne e presenta tipicamente un dolore crampiforme o cronico che colpisce la parte bassa dell’addome. 

Quali sono i sintomi? 

  • Dolori di tipo crampiformi e colico  
  • Cefalea 
  • Nausea 
  • Stipsi o diarrea 
  • Lombalgia  
  • Pollachiuria  

Perché si avverte la sensazione di dolore? 

Durante il ciclo la parete dell’utero si contrae energicamente in modo da favorire l’espulsione del tessuto che si trova all’interno della sua cavità.

Le contrazioni comprimono i vasi sanguigni causando un arresto temporaneo dell’afflusso di sangue e dell’apporto di ossigeno all’utero; in assenza di ossigeno, il tessuto uterino rilascia sia alcune sostanze chimiche che provocano l’insorgenza del dolore, sia altre sostanze, chiamate prostaglandine, che se prodotte in abbondanza stimolano maggiormente la contrazione muscolare accrescendo in tal modo la sensazione di dolore. 

Dal punto di vista clinico, la dismenorrea può essere classificata in primaria e secondaria: 

DISMENORREA PRIMARIA: il dolore avvertito non trova giustificazione in una patologia pelvica, si presenta in modo ricorrente, con crampi che insorgono entro 24 ore dall’inizio del flusso mestruale e possono protrarsi fino al 3 giorno.

Il picco di dolore è massimo in coincidenza all’inizio del flusso. 

DISMENORREA SECONDARIA:  è legata alla presenza di patologie ginecologiche e non.

È il caso per esempio dell’endometriosi, fibromi, adenomiosi ecc..

La manifestazione dolorosa, molto intensa, accompagna tutto il periodo in cui si hanno perdite mestruali, ma può anche verificarsi durante altri periodi rispetto alla mestruazione e può essere associata a dispareunia (dolore a livello dell’area vaginale e dopo un rapporto sessuale) e metrorragia (perdita di sangue fibroso nel periodo intermestruale). 

Come calmare i dolori mestruali?

Le terapie di prima linea per la gestione della dismenorrea primaria e secondaria coinvolgono farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) come l’Ibuprofene, il naprossene sodico, il ketoprofene, l’acido acetilsalicilico (aspirina).

Si può provare ad alleviare il dolore anche con il paracetamolo, anche se è stato dimostrato che ha minore efficacia rispetto all’ibuprofene e all’acido acetilsalicilico. 

Generalmente è consigliato iniziare la terapia prima dell’inizio del flusso mestruale e continuare il dosaggio in base a una pianificazione per 2 o 3 giorni dopo l’inizio della mestruazione. 

Per ridurre il dolore può essere utile anche l’applicazione topica di calore (applicazioni locali di una patch addominale indossata per 12 ore consecutive al giorno).

Inoltre svolgere regolare esercizio fisico, seguire tecniche di rilassamento e seguire una dieta sana ed equilibrata può essere davvero d’aiuto; per quanto poco invitante possa apparire durante il ciclo, l’esercizio fisico, anche soltanto sotto forma di una passeggiata, può favorire la circolazione sanguigna, aumentando i livelli di ossigeno ed endorfine (antidolorifici naturali e ormoni del benessere), e aiutare il corpo a rilassarsi. 

Quale alimentazione è consigliata contro il dolore mestruale?

Alcuni dei sintomi più fastidiosi della dismenorrea (mal di testa, tensioni addominali, crampi, nausea) possono essere alleviati da un’alimentazione adeguata, ricca soprattutto di vitamine del gruppo B e magnesio.

Sono da preferire ad esempio le barbabietole rosse per l’apporto di magnesio, che esercita una azione antispastica e rilassante sull’utero, ma anche spinaci cotti, ceci cotti, albicocche secche, fagioli bianchi e rossi cotti, mais bollito, broccoli, tarassaco crudo, noci, semi di girasole, mandorle, fichi, fichi secchi, prugne, banane. 

Perché integrare il Magnesio? Quale integratore scegliere? 

Il pidolato di magnesio, ovvero un sale di magnesio che favorisce l’ingresso del magnesio all’interno della cellula dove più serve, migliora l’umore, stimola la trasmissione degli impulsi nervosi e la contrazione dei muscoli. Per godere dei suoi benefici, il magnesio va assunto a partire da una settimana prima dell’inizio del ciclo mestruale, fino al suo termine.

In commercio ci sono differenti integratori a base di magnesio, con l’aggiunta di vitamina B6 (buscofen pre-mestruale, magnesio superior, donna mag premestruale, magnesium donna). 

 L’assunzione del magnesio è così efficace da rientrare nelle terapie preventive per alleviare i sintomi della sindrome premestruale. 

 

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Sono definite rare le malattie che colpiscono un numero ristretto di persone e di conseguenza generano problemi specifici legati alla loro rarità.

In Europa una malattia si definisce rara quando colpisce non più di 5 individui ogni 10mila persone.

Si conoscono tra le 6mila e le 8mila malattie rare, molto diverse tra loro ma spesso con comuni problemi di ritardo nella diagnosi, mancanza di una cura, carico assistenziale.
Una malattia può essere rara in una regione, ma essere frequente in un’altra.

Ad esempio, la talassemia, un’anemia di origine genetica, è rara nel Nord Europa, ma è frequente nelle regioni del Mediterraneo.

La “malattia periodica” è rara in Italia, ma è diffusa in Armenia, allo stesso modo, esistono molte malattie che possiedono varianti rare. 

Nel loro insieme costituiscono un problema sanitario importante e coinvolgono milioni di persone in tutto il mondo. 

Principali caratteristiche delle malattie rare 

Circa l’80% dei casi è di origine genetica, per il restante 20% si tratta di malattie multifattoriali derivate, oltre che da una suscettibilità individuale, anche da altri fattori (ad esempio, alcuni fattori ambientali, alimentari) oppure dall’interazione tra cause genetiche e ambientali. Le malattie rare sono malattie gravi, spesso croniche e talvolta progressive.

Esiste una grande differenza rispetto all’età in cui compaiono, alcune possono manifestarsi in fase prenatale, altre alla nascita o durante l’infanzia, altre ancora in età adulta.

Possono presentarsi già dalla nascita o dall’infanzia, come nel caso dell’amiotrofia spinale infantile, della neurofibromatosi, dell’osteogenesi imperfetta, delle condrodisplasie o della sindrome di Rett oppure, come accade in più del 50% delle malattie rare, comparire nell’età adulta, come la malattia di Huntington, la malattia di Crohn, la malattia di Charcot-Marie-Tooth, la sclerosi laterale amiotrofica, il sarcoma di Kaposi o il cancro della tiroide. 

Elementi medico-sociali alla base delle malattie rare 

Le conoscenze scientifiche e mediche sulle malattie rare sono scarse e non adeguate.

Per molto tempo sono state ignorate dai medici, dai ricercatori e dalle istituzioni e non esistevano fino a pochi anni fa attività scientifiche e politiche finalizzate alla ricerca nel campo delle malattie rare.

Per la maggior parte di queste malattie ancora oggi non è disponibile una cura efficace, ma numerosi trattamenti appropriati possono migliorare la qualità della vita e prolungarne la durata.

In alcuni casi sono stati ottenuti progressi sostanziali, dimostrando che non bisogna arrendersi ma, al contrario, perseguire e intensificare gli sforzi nella ricerca e nella solidarietà sociale. 

Infatti, nonostante la loro numerosità ed eterogeneità, le malattie rare sono accomunate da diversi aspetti che includono: la difficoltà per il malato a ottenere una diagnosi appropriata e rapida, la rara disponibilità di cure risolutive, l’andamento della malattia spesso cronico-invalidante, il peso individuale, familiare e sociale rilevante. 

Nonostante i numerosi progressi, la ricerca scientifica va ulteriormente incentivata per comprendere i meccanismi alla base delle malattie rare e sviluppare nuovi approcci diagnostici e terapeutici. 

In Italia, dal 2001 sono stati istituiti: 

  • Rete nazionale dedicata alla prevenzione, sorveglianza, diagnosi e terapia delle malattie rare 
  • Registro nazionale malattie rare presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) 
  • Elenco di malattie rare per le quali è riconosciuto il diritto all’esenzione dalla partecipazione al costo delle prestazioni di assistenza sanitaria incluse nei Livelli essenziali di assistenza – LEA (DM 279/2001 e DPCM del 12 gennaio 2017) 

Ecco il portale 

https://www.malattierare.gov.it/malattie/ricerca 

Qui è possibile individuare l’intera classificazione delle malattie rare, i centri di diagnosi e cura e le associazioni di riferimento. 

Fonti: ISS, Ministero della Salute, Orphanet 

Avere un sonno disturbato può determinare diverse conseguenze, più o meno impattanti sulla nostra qualità di vita e sull’efficienza con cui svolgiamo le attività quotidiane.  

Importante è ricordare che persone diverse possono reagire diversamente alla privazione del sonno. 

Le cause che possono essere alla base di un sonno disturbato, possono essere fattori oggettivi o cause soggettive.

Anche l’assunzione di determinate sostanze stimolanti, come caffè, alcol o nicotina, o praticare attività tendenzialmente non rilassanti nelle 3-4 ore precedenti il coricamento possono disturbare il sonno notturno. 

Disturbi del sonno: quali sono le cause?

Tra le principali conseguenze di un sonno disturbato, sono da citare: l’astenia, cioè una significativa sensazione di stanchezza; i disturbi dell’attenzione, della concentrazione e della memoria, per gli adulti sul lavoro, per gli adolescenti nelle attività scolastiche; eccessiva sonnolenza diurna; disturbo dell’umore; ansia e facile irritabilità. 

Molti di noi hanno provato o hanno sentito parlare almeno una volta del binomio sonno disturbato e stati di ansia.

In alcuni casi, le due condizioni possono essere strettamente correlate tra di loro perché l’ansia si inserisce all’interno di un circolo vizioso tale per cui le due problematiche si alimentano a vicenda. 

Laila e Zzzquil sono solo alcuni dei rimedi utilizzati per ansia e disturbi del sonno: vediamo insieme differenze e similitudini.

Laila è un farmaco indicato per il sollievo dei sintomi d’ansia lieve e per favorire il sonno; è formulato in capsule molli. Laila contiene il Silexan®, principio attivo a base di olio essenziale di lavanda (Lavandula angustifolia Miller). 

La posologia di Laila è di una capsula molle al giorno (corrispondente a 80 mg di olio essenziale di Lavanda) sia per gli adulti che per gli adolescenti di età superiore ai 12 anni. 

Laila può essere assunto in qualunque momento della giornata, ingerendo la capsula intera con un bicchiere d’acqua.  

ZzzQuil NATURA è un integratore alimentare naturale per il sonno, che aiuta ad addormentarsi in modo naturale e rapido grazie alla melatonina che contribuisce alla diminuzione del tempo necessario per addormentarsi e ad un mix di ingredienti naturali (camomilla, lavanda e valeriana) che favoriscono il rilassamento.

Inoltre la sua dose elevata di vitamina B6 favorisce il normale metabolismo energetico! 

Si consiglia l’utilizzo di 1 pastiglia di melatonina gommosa al giorno, da assumere 30 minuti prima di coricarsi. ZzzQuil NATURA è disponibile in due comodi formati da 30 o 60 pastiglie gommose. 

Quali sono le similitudini quindi tra Laila e Zzzquil?

Entrambi hanno in comune la presenza della lavanda. 

La lavanda aiuta quindi a dormire? 

Diversi studi hanno evidenziato che gli effetti principali della lavanda sono quelli di abbassare il livello di stress e calmare il nervosismo. Il suo olio essenziale agisce per promuovere uno stato di rilassamento generalizzato che aiuta di conseguenza a prendere sonno più facilmente. Possiamo quindi affermare che la lavanda sì…può anche aiutare a dormire! 

Quali sono le differenze?  

In Zzzquil Natura troviamo l’aggiunta di 1 mg di melatonina, un vero alleato per chi ha problemi di sonno.

Riduce i tempi di addormentamento, mantiene un ciclo sonno-veglia equilibrato, regolarizza il sonno notturno e stabilizza il ritmo circadiano.

Completa la formulazione l’aggiunta di valeriana (30 mg) e camomilla (10 mg): erbe officinali note per loro proprietà rilassanti. L’associazione tra melatonina e vitamina B6 aiuta a ridurre il senso di affaticamento: in particolare la vitamina B6 (1,4 mg) contribuisce al normale metabolismo energetico e permette di combattere la stanchezza e l’affaticamento, aiutando il nostro corpo a mantenere la giusta energia durante il giorno.

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Un colpo di freddo, un movimento troppo brusco, troppe ore passate in una posizione scomoda: ecco come può comparire la cervicale.

Cos’è, come trattare e come prevenire la Cervicalgia?

La cervicale, il cui termine medico è cervicalgia, è un dolore nella regione posteriore del rachide cervicale.  

Le vertebre cervicali, ossia le sette ossa brevi che compongono il tratto della colonna vertebrale più vicino alla testa e che ne permettono i movimenti, sono le più sensibili della colonna vertebrale, dove si accumulano tensioni muscolari in seguito a stati di stress, ai quali si aggiungono posture scorrette sul luogo di lavoro e cattive abitudini alimentari.  

Quello che sembra un “semplice” dolore al collo non deve essere assolutamente sottovalutato da un punto di vista clinico, posturologico e, a volte, anche psicologico: a soffrirne sono sei italiani su dieci. 

Dolore cervicale: quali sono i sintomi? 

A contraddistinguere questo disturbo è la comparsa di dolore a livello posteriore del collo.

Tale dolore, spesso, irradia alle spalle e talvolta anche alle braccia, rendendo difficoltosi i movimenti; inoltre a questi sintomi se ne possono associare altri. 

ll dolore cervicale può essere diviso in: 

-Cervicalgia propriamente detta: determina, oltre al dolore al collo, una rigidità muscolare che limita la mobilità della zona interessata. Spesso viene confusa con il torcicollo! 

-Sindrome cervico-brachiale che si distingue per un irradiamento del dolore a spalle e braccia, anche fino alla mano.

Un segnale importante può essere l’eccessiva sensibilità o formicolii agli arti, sintomi dovuti a una compressione dei nervi cervicali. 

-Sindrome cervico-cefalica responsabile di emicrania (un tipo di cefalea), affezioni alla vista o all’udito, vomito e nausea. 

Quali sono le cause della Cervicalgia?  

Esistono diversi fattori che determinano una predisposizione dei dolori cervicali 

Sicuramente un’errata postura è tra le prime cause: le persone che lavorano con il busto piegato in avanti o passano molte ore davanti al computer o in auto sono più predisposte a questo tipo di problemi rispetto invece a chi, per lavoro o per abitudine, si muove di più. 

Ci sono poi cause traumatiche come infortunio sul lavoro, un colpo di frusta, colpi di freddo, traumi articolari e il trasporto di oggetti pesanti possono causare problematiche alla zona cervicale, sia alle strutture ossee (schiacciamenti della colonna, compressione delle vertebre, fratture) che a quelle muscolari (contratture, stiramenti, strappi).  

Se la cervicale insorge dopo aver mangiato, potrebbe essere dovuta ad una malocclusione dentale, gengiviti, ma non solo; se insorge dopo un pasto può essere correlata ad alcune patologie dell’apparato gastrointestinale, quali la gastrite o disturbi a carico della cistifellea (infiammazione e calcoli biliari).

Le difficoltà digestive possono in alcuni casi riverberarsi a livello delle vertebre cervicali. 

Ma non solo… sia la sedentarietà che la palestra possono essere causa di dolori cervicali: chi pratica attività fisica, ha una muscolatura più forte e tonica.

I muscoli non allenati e poco tonici non sostengono adeguatamente la colonna vertebrale e quindi anche il tratto delle vertebre cervicali.

Anche in palestra bisogna prestare attenzione: un’esecuzione sbagliata e/o la mancanza di stretching prima e dopo l’esercizio, può portare a eccessivo sforzo dei muscoli del collo. 

Quali sono le cure?

La cura può prevedere un trattamento farmacologico e un trattamento fisioterapico, in base all’entità del dolore. 

Per cervicalgie lievi possono essere sufficienti farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) come naprossene, ibuprofene e acido Acetilsalicilico, che agiscono su infiammazione e dolore.

Questi possono essere assunti sia per via orale oppure attraverso pomate e cerotti che rilasciano il principio attivo localmente o in alternativa analgesici puri come il paracetamolo. 

Nei casi di dolore acuto e intenso si può ricorrere a oppiacei o analgesici (per via orale o iniettabile), da stabilire la posologia in base all’entità del disturbo e alle condizioni del paziente.

Il cortisone è un ottimo anti-infiammatorio e va preferito quando il dolore intenso e limitante ha cause infiammatorie. 

Alcune forme di cervicalgia (soprattutto in esiti di “colpo di frusta” o chi soffre di cervicoartrosi) possono essere alleviate indossando un collare cervicale morbido, ma l’uso deve essere parsimonioso e controllato per non indurre sequele di rigidità muscolare o posturale capaci di indurre a loro volta cronicizzazione del dolore.

La sua è una funzione di sostegno della colonna cervicale, sostegno che aiuta ad alleviare il dolore.  

Le strategie e gli approcci del trattamento fisioterapico sono molteplici e mirati a ridurre il dolore, intervenire sull’articolarità in senso migliorativo, e ripristinare la funzionalità di tratto cervicale e spalle, affinché il paziente possa ritornare alla vita che conduceva prima dell’insorgenza della patologia. 

Come prevenire la cervicale?

Per coloro che presentano una situazione di cronicità, l’atto migliore per rarefare gli eventi algici è la prevenzione.

Controllare la postura, ad esempio, specialmente quando si è seduti, è indispensabile per mantenere per quanto possibile la corretta curvatura della lordosi cervicale o impedire scorrette inclinazioni.  

Prestare attenzione alla propria forma fisica, attraverso un costante allenamento e a un’alimentazione sana, aiuta a mantenere forti e tonici i muscoli del nostro corpo, compresi quelli del tratto cervicale 

È consigliabile, soprattutto ai pazienti che hanno già sofferto di questo disturbo, per chi fa lavori d’ufficio, oppure è costretto a guidare per lunghi tratti di strada, di potenziare i muscoli della cervicale con esercizi ad hoc, in modo da ridurre il rischio di contratture, ma anche prevenire altri disturbi. 

Il magnesio è utile contro i dolori da cervicale?  

Il Magnesio è un minerale, presente nelle cellule del nostro organismo, molto importante per il nostro benessere e con molteplici funzioni: un’integrazione di magnesio nella dieta può contribuire al rilassamento della muscolatura, riducendo così gli episodi di cervicalgia.

Il magnesio non solo rilassa la muscolatura, ma aiuta ad riequilibrare il sistema nervoso, favorisce il sonno, riduce lo stato di stress, migliora lo stato di salute delle articolazioni; non a caso vertigini, ed altre sintomatologie come i formicolii e gli spasmi della palpebra sono segnali di una sua carenza. 

Anche l’uso di alcuni integratori a base di L-acetilcarnitina, acido alfa-lipoico, e PEA, un neurotrofico con proprietà anti-infiammatorie si sono rivelati particolarmente utili. 

L’arrivo del freddo periodo invernale con conseguente abbassamento delle naturali difese immunitarie,  aggiunto ad altri fattori come inquinamento, errata alimentazione e mancanza di attività fisica, incrementano le possibilità che insorga uno stress ossidativo: rafforzare il sistema immunitario è quindi una necessità e una priorità per tutti! 

Qual è la correlazione tra papaya fermentata, sistema immunitario e sistema antiossidante? 

 Il sistema immunitario è un insieme di meccanismi biologici che permette al nostro organismo di riconoscere e tollerare ciò che gli appartiene, ed eliminare ciò che gli è estraneo per proteggerci dagli attacchi dei microrganismi viventi presenti nell’ambiente (batteri, virus, funghi, parassiti), ma anche dalle nostre stesse cellule che, se alterate, diventano pericolose (per esempio le cellule cancerose). 

Il sistema immunitario è strettamente legato al sistema antiossidante, vista la sua capacità di distruggere i costituenti cellulari alterati dall’aggressione dei radicali liberi; quando il sistema antiossidante dell’organismo non è in grado di contrastare i radicali liberi prodotti dall’organismo, si determina, appunto, lo stress ossidativo. 

Gli antiossidanti giocano un ruolo fondamentale perché sono in grado di proteggere le cellule dallo stress ossidativo e preservare quindi la loro funzione: le cellule del sistema immunitario contengono una più elevata concentrazione di antiossidanti rispetto alle altre cellule dell’organismo. 

E la papaya? proprietà e benefici del frutto della longevità 

Le proprietà antiossidanti del frutto della papaya sono note da tempo e sono prevalentemente riconducibili al suo contenuto in vitamine e minerali. 

La papaya è un frutto tropicale della Carica papaya, specie appartenente alla famiglia delle Caricacee; si tratta di una pianta nativa dell’America Centrale, ma che oggi è diffusa in molte aree del mondo subtropicale.  

In particolare 100 g di papaya apportano: 

60 mg di vitamina C, 265 µg di vitamina A (retinolo equivalente, 140 mg di potassio, 28 mg di calcio, 16 mg di fosforo, 7 mg di sodio, 0,5 mg di ferro, magnesio, rame, 0,3 mg di niacina, 0,03 mg di tiamina, 0,03 mg di riboflavina, folati e acido pantotenico. 

La papaya, se non ancora matura, contiene anche la papaina, un enzima proteolitico che favorisce la digestione e aiuta la regolarità intestinale: è un frutto molto utile in caso di gastrite e digestione lenta e molto utile contro la nausea mattutina di cui soffrono spesso le donne in gravidanza. 

Flavonoidi, carotenoidi e vitamina C sono tutti elementi di cui la papaya è ricca e che donano a questo frutto le sue spiccate proprietà antiossidanti: regalano longevità combattendo l’invecchiamento cellulare, svolgendo un’azione anti aging sulla pelle e proteggendo l’organismo. Tra i carotenoidi troviamo il licopene, potente antiossidante che aiuta anche a prevenire malattie degenerative. 

Grazie al contenuto di vitamina C, vitamina A e di minerali come il potassio, lo zinco e il magnesio, la papaya aiuta a combattere la stanchezza e a remineralizzare l’organismo donando energia e rivelandosi utile anche contro lo stress psico fisico e per rinforzare il sistema immunitario prevenendo raffreddore influenza e malanni di stagione. 

Il frutto fresco, in estratto o liofilizzato, possiede però solo discrete proprietà antiossidanti esogene attribuibili alle vitamine.

L’azione antiossidante di questo frutto è infatti, potenziata nella papaya fermentata che è possibile reperire sotto forma di integratore. 

Cosa si intende per papaya fermentata? 

La Papaya, raccolta ancora acerba, viene sottoposta al processo di bio-fermentazione che modifica il contenuto originario del frutto, arricchendolo di nuove proprietà e sostanze più complesse che risultano essere particolarmente preziose per l’organismo.

Immun’Âge, a base di papaya fermentata “FPP” (Fermented Papaya Preparation), ne è l’esempio: un integratore utile per rinforzare le difese dell’organismo in modo completamente naturale, è un vero e proprio alleato sul quale contare nei momenti di debolezza ed è un valido aiuto quotidiano per il nostro benessere 

La Papaya bio-fermentata FPP® è efficace nel ridurre l’eccesso di radicali liberi, risultando un ottimo coadiuvante alimentare da impiegare in caso di stress psicofisico e affaticamento provocato dall’abbassamento delle naturali difese dell’organismo: può essere pertanto assunto per sostenere le difese antiossidanti, riducendo lo stress ossidativo ed i sintomi ad esso correlati, riduce i danni al DNA ed aiuta il sistema immunitario ad essere più efficiente. 

Inoltre la Papaya bio-fermentata Immun’Âge può essere utile in chi assume integratori di ferro in caso di anemia… 

Non tutti, infatti, tollerano l’integrazione di ferro, che può causare disturbi gastrointestinali, ma uno studio recente, compiuto su giovani donne anemiche ha evidenziato come, grazie all’assunzione di Papaya Bio-Fermentata FPP® di Immun’Âge®, fosse possibile ridurre l’incidenza dei disturbi gastrointestinali e contemporaneamente diminuire lo stress ossidativo. 

Papaya e pazienti diabetici: quali benefici?

I pazienti diabetici hanno un sistema immunitario più debole: si ammalano con maggior facilità e frequenza, hanno maggior probabilità di contrarre virus e infezioni e sono soggetti a complicanze dovute alle infezioni, quali per esempio le ulcere croniche. 

Diversi studi hanno evidenziato che l’assunzione di Papaya Bio-fermentata FPP® Immun’Âge® sostiene le difese immunitarie e riduce l’incidenza di ferite croniche da infezioni tipiche dei diabetici. 

In definita possiamo sicuramente affermare che la papaya è molto ricca di sostanze antiossidanti, utili per difendere l’organismo dall’azione dannosa dei radicali liberi, responsabili dei processi di invecchiamento cellulare; ma come afferma anche l’istituto superiore di sanità non ci sono sufficienti dati scientifici che dimostrino particolari effetti benefici, tanto da considerarlo un elisir di lunga vita. 

Si tratta sicuramente dell’estratto fermentato di un frutto, la papaya, che fornisce nutrienti antiossidanti paragonabili a quelli di molti altri vegetali della stessa categoria. 

Nurofen Influenza e Raffreddore, Momenxsin o Vicks Flu Action?

In caso di Influenza e Raffreddore ci capita spesso di non riuscire ad individuare il prodotto più adatto alle nostre esigenze.

Abbiamo già visto la differenza tra Nurofen Influenza e Raffreddore e Tachifludec ma quali sono le differenze rispetto al Momenxsin o Vicks Flu Action? 

 Andiamo a vedere in dettaglio. 

Che cos’è Nurofen Influenza e Raffreddore e a cosa serve? 

Nurofen Influenza e Raffreddore contiene due principi attivi: 

  • ibuprofene, che appartiene a un gruppo di medicinali chiamati farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) la cui azione permette di ridurre il dolore, e il gonfiore provocati dall’infiammazione e di abbassare la febbre; 
  • pseudoefedrina cloridrato, appartiene a un gruppo di medicinali chiamati vasocostrittori la cui azione sui vasi sanguigni all’interno del naso serve per alleviare la congestione nasale. 

Nurofen Influenza e Raffreddore è indicato negli adulti e negli adolescenti al di sopra dei 12 anni per il trattamento dei sintomi del raffreddore e dell’influenza quali naso chiuso (congestione nasale e sinusale), dolori, mal di testa, lieve febbre e mal di gola. 

Si rivolga al medico se non si sente meglio o si sente peggio dopo 3 giorni negli adolescenti al di sopra dei 12 anni e dopo 5 giorni negli adulti. 

Quando assumere Nurofen Influenza e Raffreddore? 

Se non diversamente prescritto dal medico, la dose iniziale raccomandata negli adulti e negli adolescenti oltre i 12 anni è 1-2 compresse al giorno, poi, se necessario 1-2 compresse ogni 4 ore. Si consiglia l’assunzione a stomaco pieno. 

Che cos’è Momenxsin? 

Momenxsin contiene due principi attivi: ibuprofene e pseudoefedrina cloridrato. 

L’ibuprofene appartiene a una classe di medicinali denominati antinfiammatori non steroidei (FANS). I FANS danno sollievo alleviando il dolore e abbassando la febbre.
La pseudoefedrina cloridrato appartiene a una classe di principi attivi chiamati vasocostrittori, che agiscono sui vasi sanguigni del naso per alleviare la congestione nasale. 

Momenxsin è indicato per il trattamento sintomatico della congestione nasale in caso di raffreddore associato a mal di testa e/o febbre, in adulti e adolescenti di età pari o superiore a 15 anni. 

Si consiglia l’assunzione di questa associazione di principi attivi soltanto se presenta sia naso chiuso che mal di testa o febbre. Se manifesta uno solo di questi sintomi parli con il farmacista o il medico riguardo all’uso di ibuprofene o pseudoefedrina da soli. 

Quando assumere Momenxsin? 

La dose raccomandata per gli adulti e gli adolescenti di età pari o superiore a 15 anni è di:1 compressa ogni 6 ore, al bisogno. In caso di sintomi più gravi, assuma 2 compresse ogni 6 ore, al bisogno. 

Si consiglia sempre di assumere la dose efficace più bassa per il periodo più breve necessario ad alleviare i sintomi. 

Le compresse sono per uso orale. Devono essere deglutite intere e non masticate, con un bicchiere d’acqua, preferibilmente durante i pasti. Si consiglia l’assunzione a stomaco pieno. 

Che cos’è Vicks Flu Action? 

Vicks Flu Action contiene i principi attivi ibuprofene, un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS), e pseudoefedrina, che è un decongestionante nasale. 

  • L’ibuprofene riduce il dolore, il gonfiore e la febbre. 
  • La pseudoefedrina agisce sui capillari del naso per alleviare la congestione nasale. 

Vicks Flu Action è indicato per il sollievo sintomatico della congestione nasale con cefalea, febbre e/o dolore associati a raffreddore e influenza.Vicks Flu Action è indicato negli adulti e negli adolescenti di età superiore a 15 anni. 

Usi questo prodotto di associazione solo se ha il naso congestionato con dolore o febbre. Non usi questo prodotto se ha solo uno di questi sintomi. 

La dose raccomandata è: 

Adulti e adolescenti di età pari o superiore a 15 anni: 1 compressa ogni 4-6 ore al bisogno. Per sintomi più gravi, 2 compresse ogni 6-8 ore al bisogno. Non superare la dose massima giornaliera di 6 compresse. Deglutire le compresse con acqua, preferibilmente a stomaco pieno.

Non spezzare o frantumare le compresse. 

 Andando ad analizzare le tre formulazioni possiamo chiaramente definirli come specialità medicinali utili nel trattamento a breve termine dei sintomi del raffreddore e dell’influenza, ma facilmente riusciamo ad individuare la totale assenza di differenze tra i tre prodotti. 

Infatti, le tre specialità medicinali presentano un uguale dosaggio di 200mg di Ibuprofene e 30 mg di Pseudoefedrina Cloridrato nella forma farmaceutica di compresse rivestite con film.

 

Cosa differisce tra gli insettorepellenti in commercio e quali scegliere per proteggere tutta la famiglia dalle punture dei più fastidiosi insetti estivi?  

 

 Una delle domande più frequenti dei clienti è:

“Quali rimedi portare in vacanza?”

Quali farmaci portare in valigia?

I farmaci da portare in viaggio dipendono da diversi fattori quali: destinazione, tipo e durata del viaggio.

A seconda del Paese in cui trascorreremo le nostre vacanze, è bene analizzare in dettaglio la situazione sanitaria, le relative malattie e vaccini da cui provvedere prima del viaggio.

Il sito del Ministero della Salute: Viaggiare Sicuri ci fornisce tutte le indicazioni utili sulla situazione Sanitaria del Paese da visitare.

Ma in linea di massima possiamo individuare i farmaci indispensabili da portare in viaggio:

  •        antipiretico – [paracetamolo]
  •        antinfiammatorio/analgesico– [ketoprofene/ ibuprofene]
  •        antidiarroico –  [loperamide]
  •        antibiotico a largo spettro d’azione –  [amoxicillina]
  •        farmaco contro mal d’auto, mal di mare, mal di aereo – [dimenidrinato]
  •        farmaco anti-stitichezza
  •        farmaco anti-emetico (in caso di vomito, nausea e problemi digestivi)
  •        pomata contro ematomi e distorsioni
  •        crema anti-scottature/eritemi/irritazioni
  •        Farmaci antistaminici/cortisonici su indicazione del medico curante
  •        un collirio
  •        prodotto repellente contro le zanzare ed altri insetti
  •        Eventuali sali per la reidratazione, disinfettanti per l’acqua potabile, disinfettanti per le vie urinarie oltre naturalmente a  qualsiasi altro medicinale il medico ci prescriva (ad es. farmaci antimalarici se la zona è a rischio) o ci consigli di portare con noi.
  •        Kit pronto soccorso da viaggio con disinfettante, garze, cerotti e l’occorrente per una medicazione
  •        termometro

 

Altri farmaci per combattere e eventualmente prevenire sintomatologie che spesso colpiscono noi viaggiatori sono:

-Integratore alimentare a base di melatonina utilissimo a riprendersi dal jet lag.

-I fermenti lattici, per prevenire la diarrea del viaggiatore e regolarizzare la flora intestinale.

-Soluzione isotonica arricchita con acqua di mare o spray nasale arricchito di Argento Colloidale e Propoli – indispensabile rimedio in caso di raffreddamento e congestione per adulti e bambini

-Rimedio naturale efficace per la funzionalità delle mucose dell’apparato respiratorio.

 

In caso di vacanza in località calde ed eventuale esposizione al sole non dimenticare:

Crema solare con  filtri UVA/ UVB, in grado di conferire un ampio spettro di protezione solare e proteggere l’epidermide dal fotoinvecchiamento e dagli eritemi solari.

-After sun, in grado di lenire ed idratare la pelle dopo l’esposizione al sole

-Protettivo capelli: ideale per contrastare l’effetto dannoso del sole e del sale marino.

 

Ancora consigliamo per coloro che seguono una terapia medica cronica di portare un’adeguata scorta di medicinali (ad es. antidiabetici, antipertensivi, antiepilettici, antianginosi, anticoncezionali ecc.) che copra in eccesso il periodo di tempo in cui si troveranno lontani da casa.

In caso di ulteriori domande e prima di assumere un farmaco consigliamo di rivolgersi al proprio medico curante.

 

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