Igienizzanti mani… Con o senza alcool? 

L’igiene delle mani è un elemento fondamentale per prevenire le infezioni;  infatti una piccola percentuale di microrganismi non patogeni risiedono normalmente sulla cute senza creare danni. A questi, però, possono aggiungersi virus e batteri che circolano nell’aria o con cui veniamo in contatto toccando le diverse superfici.I germi patogeni che si annidano sulla nostra pelle possono essere responsabili di molte malattie, dalle più frequenti e meno gravi, come l’influenza e il raffreddore, a quelle più severe.

gel igienizzante mani

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ogni anno promuove la giornata mondiale per il lavaggio delle mani per ricordare l’importanza di questo gesto semplice, ma essenziale per la prevenzione delle infezioni trasmissibili, soprattutto negli ambienti ospedalieri e di cura.

Ma…non basta aprire il rubinetto e passare le mani sotto il getto dell’acqua per eliminare il problema.

Per rimuovere i germi dalle mani in alcuni casi è sufficiente l’utilizzo di sapone (meglio quello liquido della saponetta) e acqua corrente, preferibilmente calda: il sapone liquido non è esposto all’aria e quindi non permette ai germi di proliferare, come invece può accadere sulla superficie della saponetta

Il lavaggio antisettico invece ha senso soprattutto in alcune circostanze, come in ospedale, prima di manipolare farmaci o preparare il cibo in quanto gli agenti antisetticineutralizzano germi, virus, funghi e batteriI detergenti più utilizzati contenenti agenti antisettici sono quelli a base di clorexidina gluconato, iodofori e triclosan.

In assenza di acqua, invece, si può ricorrere ai cosiddetti hand sanitizers (igienizzanti per le mani). 

Ma questi devono o non devono contenere alcol? 

La maggior parte delle formulazioni esistenti sono a base di alcol etilico (il contenuto va dal 60% al 85%)Questo proprio per l’efficacia dell’alcol nell’uccidere batteri e alcuni tipi di virus: alcune ricerche hanno dimostrato che l’alcol è in grado di uccidere sia i microrganismi patogeni che la flora batterica, ma non comporta nessun rischio per quanto riguarda i microrganismi ‘buoni’ che sono naturalmente presenti sulla pelle.

Per quanto riguarda invece i gel igienizzanti senza alcol, questi si avvalgono di altri agenti come il benzalconio cloruro o il triclosan maè necessario fare una serie di considerazioni. Pur essendo efficaci nel contrastare i batteri, con il passare del tempo e un uso prolungato, i batteri possono sviluppare una resistenza nei confronti di alcuni agenti utilizzati nei gel alcol-free, cosa che invece non accade con l’alcol; inoltre è necessario sapere che alcuni degli ingredienti dei gel alcol-free sono inquinanti per l’ambiente e, se combinati ad altri agenti, possono persino diventare tossici. Infine, a differenza dei gel igienizzanti con alcol, quelli alcol-free sono più esposti ad un’eventuale contaminazione che pregiudica l’efficacia del gel.

Quali sono gli igienizzanti mani contenenti alcol in commercio?

Un esempio è L’AMUCHINA:

Amuchina gel X-germ:La sua particolare formulazione è in grado di ridurre efficacemente in pochi secondi germi e batteri presenti sulla cute. Amuchina Gel x-germ Disinfettante Mani è attivo su virus (Influenzali, hivhbvhcv) funghi e batteri gram+ e gram– (inclusi Candida AlbicansMycobacteriumTubercolosisStaphylococcusAureus, Escherichia Coli)

Composizione per 100 g di prodotto: Alcool etilico denaturato 63 g, acqua depurata ed eccipienti: PEG-75 Lanolin, profumo, CarbomerTriethanolamineImidazolidinyl urea, PEG-12 DimethiconePropyleneglycolBenzylalcoholMethylchloroisothiazolinoneMethylisothiazolinone

In commercio sono presenti diverse aziende che realizzando gel igienizzanti mani.

Importante non è il brand ma è molto importante leggere l’INCI soffermandoci sulla presenza di Alcol Etilico Denaturato.

 

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I prodotti cosmetici sono “qualsiasi sostanza o miscela destinata ad essere applicata sulle superfici esterne del corpo umano”. Ma cosa contengono i diversi cosmetici?

Cosmetici: cosa contengono e come sceglierli

Secondo il Regolamento sui cosmetici, i prodotti cosmetici sono “qualsiasi sostanza o miscela destinata ad essere applicata sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo esclusivamente o prevalentemente di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corporei;”.

È importante distinguere i cosmetici dai farmaci e dai dispositivi medici perché si tratta di prodotti con funzioni diverse che rispondono quindi a necessità e aspettative del consumatore differenti. In particolare, il cosmetico si differenzia dai primi due perché può essere applicato esclusivamente sulle superfici esterne del corpo, sui denti o sulle mucose della bocca e degli organi genitali esterni e non può intervenire direttamente sulle malattie, ma si limita a mantenere in buono stato, proteggere, pulire, profumare e modificare l’aspetto delle zone su cui è applicato.

Ma cosa contengono i diversi cosmetici?

Ciascun cosmetico si distingue per il suo INCI.

L’ INCI è una denominazione internazionale che sta per “International Nomenclature of Cosmetic Ingredients” e serve per indicare in etichetta i diversi ingredienti contenuti in un prodotto cosmetico. Il suo uso è stato introdotto in Europa nel 1997 dalla Decisione 96/335/CE, allo scopo di “identificare le sostanze con la stessa denominazione in tutti gli Stati membri” e di permettere ai consumatori di “riconoscere facilmente le sostanze che è stato loro consigliato di evitare (ad esempio a causa di allergie), indipendentemente dal luogo in cui il prodotto viene acquistato nell’Unione europea”.

L’etichetta può essere considerata come la carta d’identità di un prodotto cosmetico: su di essa possiamo trovare tutte le informazioni utili per la scelta più adatta alle nostre esigenze.

Per una corretta lettura dell’INCI è importante conoscere alcune regole di interpretazione:

  • Ordine degli ingredienti 
    Nelle etichette cosmetiche sono segnalati tutti i componenti del prodotto, preceduti dalla parola “ingredienti” o “ingredients”. L’elenco segue un ordine basato sul peso. Al primo posto viene indicato l’ingrediente presente in quantità maggiore. Seguono via via gli altri componenti con concentrazioni minori. Gli ingredienti in quantità inferiore all’1% possono essere elencati in ordine sparso, dopo quelli che presentano concentrazioni superiori all’1%. L’ultimo componente in lista, perciò, non è necessariamente quello in quantità minore.
  • Nomenclatura degli ingredienti
    I nomi degli ingredienti sono indicati in inglese. Le scritte in latino si riferiscono ai componenti vegetali o presenti nella farmacopea. Le diciture latine possono essere eventualmente seguite dalla parte di pianta usata e dal tipo di derivato, entrambi scritti in inglese. Per esempio, l’olio di mandorle dolci è indicato come “Prunus Amygdalus Dulcis Oil”, il burro di karitè come “Butyrospermum Parkii Butter”, ecc.
  • composti aromatizzati e odoranti e le loro materie prime, sono riportati rispettivamente con i termini generici di “aroma” e “parfum”. Le sostanze aromatizzanti e odoranti che sono state invece definite come potenzialmente allergizzanti e la cui esplicita indicazione è obbligatoria per legge, sono indicate con le loro specifiche denominazioni, di seguito ai termini “parfum” e “aroma”.
  • coloranti artificiali seguono la lista internazionale denominata Colour Index International e sono designati con la sigla CI seguita da un codice numerico identificativo composto da 5 cifre (Es: CI 77288). Possono essere elencati in ordine sparso dopo gli altri componenti cosmetici, ma generalmente sono posizionati verso la fine della lista. Tutti gli ingredienti sotto forma di nanomateriali sono chiaramente indicati in etichetta: alla dicitura “nano”, tra parentesi, segue la denominazione di tali componenti.
  • Gli ingredienti naturali provenienti da agricoltura biologica sono, invece, designati con un asterisco sull’INCI (*).

Non sono inoltre considerate ingredienti le impurità contenute nelle materie prime né le sostanze tecniche secondarie usate nella fabbricazione, ma che non compaiono nella composizione del prodotto finito.

È bene informarsi sulle classificazioni e nomenclature per conoscere meglio ciascun prodotto. Per esempio, quando un prodotto viene considerato “Ecologico”, significa che gli ingredienti che lo compongono sono eco-sostenibili nei confronti dell’ambiente.  Quando è “Biologico”, significa che la gran parte degli ingredienti è di origine vegetale e proveniente da agricoltura biologia. Questo non vuol dire che il prodotto sia 100% naturale, poiché deve essere specificato anche quest’ultima informazione.

Un ruolo importante è svolto dai simboli sulle etichette dei prodotti cosmetici che possono aiutarci tantissimo a capire di più su ciascun prodotto.

  • PAO o periodo dopo l’apertura: simbolo sull’etichetta rappresenta un barattolino aperto e di solito riporta un numero seguito da una M: sta ad indicare quanti mesi possono passare dall’apertura del prodotto (PAO sta per Period After Opening, ovvero periodo dopo l’apertura) senza che questo subisca variazioni di nessun genere (odore, colore, consistenza). Dopo questo intervallo di tempo il prodotto è considerato scaduto.
  • Quantità del prodotto: accanto alla quantità del prodotto si trova sempre il simbolo “e”. Ha lo stesso significato di “circa” e si riferisce proprio alla quantità del prodotto acquistato, per precisare che potrebbero esserci delle piccolissime variazioni nel peso riportate in etichetta.
  • Certificazioni: le certificazioni servono ad orientare il consumatore che vuole scegliere prodotti di un certo tipo per una propria scelta etica e di vita. Diverse sono le certificazioni che possiamo trovare sui simboli in etichetta dei cosmetici, tra queste vi sono la certificazione biologica e la certificazione “cruelty free”. Mentre la prima fa riferimento a cosmetici interamente prodotti con materie da coltivazione biologica, la seconda attesta che i prodotti non sono stati testati sugli animali in nessuna fase della produzione. Attenzione, però, perché un cosmetico può essere biologico ma non necessariamente naturale al 100%: è comunque ammesso un piccolo margine di utilizzo di sostanze di sintesi. I prodotti vegani, invece, utilizzano solo prodotti vegetali, escludendo totalmente quelli di derivazione animale. Ultimamente, tra i simboli sulle etichette si trova anche quello che garantisce l’assenza di glutine per i soggetti celiaci, dato che anche nei cosmetici si utilizzano derivati di grano, frumento, orzo e altri cereali che contengono glutine. Molto interessanti sono anche le certificazioni ambientali relative all’impatto di ciascun prodotto sull’ambiente.
  • Imballaggi e Riciclo: le etichette che riguardano l’imballaggio sono diversi. Se l’imballaggio è riciclabile è presente  un cerchio con le doppie frecce, ma può anche essere presente il triangolo formato tre frecce. A questi simboli sull’etichetta si accompagnano spesso anche delle sigle che stanno ad indicare il materiale dell’imballaggio  (PE: polietilene; AL, che indica l’alluminio; PET: polietilene tereftalato (plastica); ACC, che indica che il contenitore è in acciaio; PP: polipropilene (plastica); PS: polistirene (plastica). Si possono trovare anche CA per la carta, PC per il policarbonato (plastica), PP che è il polipropilene (plastica), PS polistirene, sempre plastica e VE che indica vetro. Questi simboli in etichetta puoi trovarli racchiusi all’interno di un cerchio, di un esagono o sotto il triangolo del riciclo.
  • Avvertenze: quando è necessario che il produttore specifichi qualcosa sull’utilizzo del cosmetico o dia importanti informazioni che riguardano particolari controindicazioni è necessario riportare precisi simboli in etichetta. In particolare deve essere simboleggiato una specie di foglietto illustrativo aperto con una mano che ne segue le indicazioni. Puoi trovare scritto, ad esempio “non applicare sugli occhi”. Se invece le informazioni a riguardo richiedono più spazio c’è bisogno di inserire all’interno della confezione un foglietto illustrativo.

Per maggiori informazioni e chiarimenti, non esitate a contattarci. Saremo pronti a rispondere alle vostre domande in Chat, sulla mail info@chiediloalfarmacista.it o al numero 800.032425.

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Anche una persona molto attenta all’igiene orale può notare antiestetiche e sgraziate macchie gialle sui propri denti. Ti spieghiamo come prevenire e agire.

Perché i denti ingialliscono?

Perchè si ingialliscono i denti Farmacia

L’ingiallimento dei denti riconosce numerose cause d’origine spesso non facilmente individuabili.

Anche una persona molto attenta all’igiene orale può notare antiestetiche e sgraziate macchie gialle sui propri denti,  questo perché i pigmenti contenuti in alcuni alimenti (come liquiriziacaffè, tè, cioccolato e caramello) e bibite colorate possono fissarsi negli strati superficiali dello smalto o, addirittura, spingersi in profondità sino alla dentina. Similmente, anche il tabacco da masticare e il fumo di sigaretta possono favorire un progressivo ingiallimento della superficie del dente.

Oltre alle abitudini alimentari poco adatte, l’ingiallimento dentale può esser conseguenza di depositi di placca e tartaro, ma anche di processi cariogeni e dell’avanzamento dell’età.

Come prevenire e agire?

E’ buona regola ponderare il consumo di questi alimenti.

In particolare è buona norma, dopo aver assunto caffè, liquirizia od altri cibi “nemici” dei denti,  di ricorrere alla pulizia con spazzolino e dentifricio.

Attenzione anche alle sigarette. Infatti i fumatori, così come gli amanti del tabacco da masticare, si trovano a fare i conti con la dentatura tipicamente giallastra;

Per la prevenzione dei denti gialli, si raccomanda sempre:

  • un’accurata igiene dentale quotidiana (utilizzare spazzolino e dentifricio almeno tre volte al giorno).
  • Filo interdentale una volta al giorno.
  • Colluttorio specifico.
  • Pulizia professionale dal dentista di fiducia (ogni 6-12 mesi).
  • Non fumare.
  • Alternare dentifrici formulati con sostanze sbiancanti naturali a quelli per denti sensibili.
  • Attenzione ai dentifrici troppo aggressivi per lo smalto del denti.
  • Non abusare di collutori disinfettanti.
  • Utilizzare con cautela e per brevi periodi le sostanze sbiancanti naturali.

Quali rimedi per sbiancare i denti?

Metodi e Prodotti per lo Sbiancamento dei Denti Gialli

I prodotti disponibili per lo sbiancamento dei denti gialli sono veramente molti e spaziano dai rimedi naturali e fai da te, fino ad arrivare agli sbiancanti chimici e alle tecniche di sbiancamento professionale eseguite dei dentisti.

Tra i rimedi naturali ricordiamo:

  • Bicarbonato di sodio:  è certamente uno dei rimedi naturali maggiormente conosciuti per sbiancare i denti. L’azione sbiancante viene esercitata per abrasione. Addizionato a qualche goccia d’acqua, infatti, il bicarbonato funge da pasta dentifricia sbiancante naturale per denti. Tale azione sbiancante può essere potenziata aggiungendo a questa pasta qualche goccia di succo di limone. Attenzione a non utilizzarlo in maniera smodata. Un suo cattivo utilizzo può danneggiare lo smalto del denti e ulteriori complicazioni.
  • Salvia:  rimedio naturale relativamente efficace per contrastare i denti gialli. E’ in grado di rimuovere le macchie formatesi sulla superficie esterna del dente. Sbianca naturalmente i denti esercitando un’azione chimica e meccanica. Ottimo anche l’effetto antibatterico e contro l’alito cattivo. Non abusare, può causare aumento della sensibilizzazione dentale.
  • L’acido malico è un alfa-idrossiacido caratteristico della frutta, particolarmente abbondante nella mela e nelle fragole. Ha il vantaggio di aumentare la luminosità dei denti, esercitando un buon effetto sbiancante naturale però tale metodo sbiancante dev’essere utilizzato con cautela perché l’acido malico potrebbe danneggiare lo smalto dei denti.
  • Mele, uva passa, sedano e carote  fungono da sbiancanti naturali perché aumentano la produzione di saliva, un agente autopulente fisiologico che aiuta anche a prevenire la formazione della placca e ridurre l’alito cattivo.

Sbiancanti Chimici e Sbiancamento Professionale dei Denti Gialli

Anche in questo caso esistono diverse possibilità per schiarire i denti dalle macchie:

  • Bleaching professionale con perossido di idrogeno al 35-38% o con bicarbonato di sodio (deve essere eseguito dall’odontoiatra).
  • Sbiancamento dei denti con il laser.
  • Applicazione di mascherine personalizzate in silicone morbido contenenti perossido di carbammide (altro agente sbiancante).
  • Penna sbiancante per denti (rimedio “fai da te” per sbiancare i denti gialli).

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Come donare splendore alla pelle dopo l’Estate!

Disidratazione e photoaging

Disidratazione e photoaging sono i principali effetti visibili dopo l’estate. 

“La pelle esposta al sole, al vento, alla sabbia e al sale si disidrata, per cui risulta spenta e fotodanneggiata. 

Fortunatamente non si tratta di processi irreversibili, ma con le giuste soluzioni si possono ripristinare le condizioni ottimali della pelle.

Punto di partenza è lo SCRUB che elimini lo strato superficiale dell’epidermide e migliori il rinnovamento cellulare. Uno scrub è composto da una base cremosa (o liquida/oleosa) e da una componente abrasiva o esfoliante. La formula ideale dello scrub è composta anche da sostanze idratanti e nutrienti, particolarmente adatte (e raccomandate) per le pelli secche e sensibili.

A tal proposito vi consigliamo il Thalasso Scrub con Olio Essenziale di Arancio di Chiedilo al Farmacista a base di Sale Marino ed Oli vegetali ideale per il corpo.

Come utilizzarlo?

1)Prelevare 2 cucchiai di prodotto e miscelarli bene.

2)Massaggiare a lungo con movimenti rotatori e rimuovere i residui con acqua tiepida.

Massaggiato delicatamente dona all’epidermide morbidezza e luminosità grazie alla rilevante presenza del Citrus Aurantium Dulcis Peel Oil.

La stessa procedura è richiesta per il viso con un trattamento altrettanto specifico. Ideale è lo Scrub Viso Esfoliante di Chiedilo al Farmacista Bio Cosmetics. A base di micro-granuli di cellulosa, Acido Mandelico, Acido Fitico è un mirato trattamento dermocosmetico con micro-granuli naturali che esfoliano delicatamente la pelle, rimuovendo le cellule morte e le impurità. Rende la pelle fresca, liscia e straordinariamente luminosa.

La fase immediatamente successiva è quella di idratare di Giorno la pelle con prodotti specifici che contengano molecole capaci di attirare” l’acqua, come Acido Ialuronico, Urea, Acido Lattico, Aloe.

Come trattamento da notte, è bene optare per prodotti più nutrienti contenenti proprietà elasticizzanti e che donino compattezza, come Burro di Karitè e Vitamina E

Può essere utile nutrire la Pelle anche dall’interno?

Assolutamente si, nutrire la pelle dall’interno può essere un valido aiuto per ripararla dopo l’estate!

Può essere utile un ciclo di antiossidanti, come il Resveratrolo estratto dalla vite rossa, sostanza preziosa sia al livello topico che per via orale. Può infatti avere un notevole effetto di ripristino delle condizioni fisiologiche della pelle. Non vanno dimenticati inoltre cicli di vitamina E e vitamina A, che preparano la pelle ad affrontare l’inverno.

 

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PRESERVA IL TUO SORRISO: effettua il test di auto-analisi della placca dentale da Chiedilo al Farmacista

CHE COS’E’ LA PLACCA DENTALE E COME SI FORMA? 

La placca è una patina bianca, con una consistenza appiccicosa e opalescente, che si deposita sulle superfici dei denti. Considerata il principale nemico di essi, la placca si forma soprattutto negli spazi interdentali, sulle superficie dei denti, nelle irregolarità dello smalto o in prossimità della gengiva e del colletto dentale. 

La formazione della placca è legata al metabolismo dei batteri che la compongono e segue tre fasi: 

  • FORMAZIONE – la prima fase è quella in cui si forma , dopo circa 4-12 ore da quando si lavano e si spazzolano i denti, una pellicola amorfa , priva di struttura e di cellule, costituita da mucoproteine salivari che favoriscono l’adesione batterica.
  • ACCUMULO – una volta che i batteri hanno a disposizione gli zuccheri per il loro metabolismo, cominciano a moltiplicarsi formando un biofilm consistente ed elaborato.
  • EVOLUZIONE – questi prodotti del metabolismo batterico aggrediscono lo smalto dei denti portando alla disgregazione, ed esponendo la dentina , sostanza che si trova al di sotto dello smalto , e che ha la capacità di disgregarsi molto facilmente.

CAUSE CHE PORTANO ALLA FORMAZIONE DELLA PLACCA?

  • Scarsa igiene orale
  • Dieta ricca di zuccheri 
  • Non utilizzo del collutorio
  • Non utilizzo del filo interdentale
  • Poche visite dal dentista

CHE COSA SI RISCHIA SE NON SI PRESTANO LE DOVUTE CURE:

  • GENGIVITE: la deposizione della placca batterica a livello gengivale può provocare una forte infiammazione delle gengive, che trascurata può estendersi dalle gengive al legamento parodontale e può provocare la parodontite, con la conseguente eventuale perdita dei denti.
  • CARIE: la progressiva distruzione dello smalto, espone la dentina e la polpa dentaria all’attacco dei batteri che causano carie. Di conseguenza, i denti si cariano e provocano dolore; talvolta possono formarsi anche degli ascessi.
  • MACCHIE: il persistere della placca può provocare la comparsa di macchie sui denti, oppure l’ingiallimento dei denti.
  • TARTARO: se trascurata la placca può trasformarsi in tartaro, una sostanza mineralizzata e dura che risulta difficile da togliere e che può provocare infezioni gengivali e paradontali.
  • ALITOSI: è causata dalla composizione dei batteri che compongono la placca, un processo che libera gas e sostanze chimiche maleodoranti che provocano l’alito cattivo.
  • CANCRO: l’accumulo di placca può aumentare il rischio di ammalarsi di tumore. 

RIMEDI PER ELIMINARE LA PLACCA: 

  • SPAZZOLINO/SPAZZOLINO ELETTRICO: l’azione meccanica dello spazzolino, associata a quella antibatterica del dentifricio aiuta a rimuovere la placca dalla superficie dei denti e della lingua.
  • FILO INTERDENTALE: si utilizza per rimuovere la placca tra gli spazi interdentali. Si consiglia di associare anche l’uso di un collutorio per potenziare l’azione antibatterica. 
  • SCOVOLINO: è uno strumento alternativo al filo interdentale.

CONSIGLI PER EVITARE LA FORMAZIONE: 

  • CORRETTA IGIENE ORALE: lavarsi i denti con spazzolino e dentifricio (possibilmente arricchito con fluoro ed erbe ad azione antibatterica) almeno due volte al giorno e comunque sempre dopo i pasti principali. 
  • UTILIZZO DI FILO INTERDENTALE E COLLUTORIO: associare allo spazzolamento dei denti, l’utilizzo del filo interdentale e collutorio, per rimuovere la placca e prevenire l’accumulo, riducendo la possibilità di ingiallimento dei denti.
  • VISITA DENTISTICA: almeno una volta all’anno. 

Con il sistema MY DENT® effettuato presso le Parafarmacie Chiedilo al Farmacista – senza l’utilizzo di coloranti chimici – potrai eseguire una valutazione dello stato della tua placca e utilizzare i prodotti più indicati per la tua problematica.

Durante la seduta verrà effettuata anche la misurazione del pH della saliva.

Mediamente il pH della saliva si avvicina alla neutralità, oscillando tra 6,5 e 7,4 grazie alla preziosa azione tampone dei bicarbonati in essa contenuti. Variazioni in positivo e negativo sono comunque abbastanza frequenti e fisiologiche nella maggior parte dei casi. Il pH della saliva è infatti influenzato dal grado di igiene orale, dal tipo di alimentazione ma anche da fattori morbosi. Indipendentemente dalla causa, una saliva acida è un importante fattore di rischio per la carie, l’erosione dello smalto dentale e l’ipersensibilità dentinale. Il valore critico del pH salivare, al di sotto del quale si va incontro a demineralizzazione dello smalto, è di 5.5. D’altronde, anche un pH salivare troppo alcalino è nemico dei denti, poiché favorisce la deposizione dei sali minerali presenti nella saliva e nel cibo, per cui la placca batterica si mineralizza più rapidamente formando il tartaro. Fondamentale è la possibilità di effettuare questo ulteriore controllo per garantire la massima protezione del tuo sorriso.

Consulta il Calendario e prenota il tuo test contattando il Punto Vendita Chiedilo al Farmacista più vicino a te.

 

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Deodoranti e Antitraspiranti

deodoranti bio

I deodoranti sono formulati con sostanze che limitano l’azione dei batteri che provocano il cattivo odore.

Gli antitraspiranti – la presenza di sali di alluminio crea un “TAPPO” sulla pelle, limitando la fuoriuscita di sudore dalle ghiandole sudoripare.

Gli ingredienti da evitare sono i conservanti (leggi l’etichetta): propylparaben e butylpartaben e l’antibatterico triclosan.

Le persone allergiche è opportuno che evitino anche le fragranze allergeniche

  • linalool, citronellol, limonene e geraniol.

I deodoranti si applicano sulla pelle pulita e non vanno adoperati sulla pelle recentemente depilata.

Un’ alternativa è L’ALLUME DI ROCCA, una pietra naturale. A temperatura ambiente si presenta solido, incolore e inodore. Viene impiegato per le sue proprietà deodoranti, astringenti e ANTIBATTERICHE.

IL NOSTRO CONSIGLIO? La sera, detergere la pelle così da levar via i residui di qualunque prodotto deodorante.

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