Per un farmacista aprire una parafarmacia può rappresentare un’ottima occasione imprenditoriale. Il mercato dei prodotti parafarmaceutici e salutistici che non necessitano di prescrizione medica, nel 2018, ha registrato la vendita di circa 277 milioni di confezioni e un giro di affari di circa 2,5 miliardi di euro (fonte ASSOSALUTE). Questi dati testimoniano l’aumentata richiesta di consulenza e assistenza sanitaria.

Aprire una Parafarmacia: opportunità, consigli e normativa

Con il termine parafarmacia si intende un’attività commerciale dove è possibile acquistare farmaci detti SOP (specialità senza obbligo di ricetta), OTC (over the counter, termine anglosassone tradotto letteralmente – sopra il banco), parafarmaci, dispositivi medici, integratori alimentari, prodotti fitoterapici, farmaci omeopatici, veterinari, galenici, prodotti cosmetici, articoli sanitari, prodotti alimentari biologici e per fini medici speciali, prodotti per l’infanzia e per l’igiene.

Aprire una parafarmacia

Normativa

La nascita delle parafarmacie risale al 2006 quando, con il decreto Bersani, si è reso possibile questo tipo di attività commerciale, purché al loro interno lavorasse un farmacista iscritto all’albo dell’ordine dei farmacisti.

Le parafarmacie possono essere di proprietà di qualsiasi soggetto, ma la responsabilità della “tracciabilità del farmaco deve essere di un laureato in farmacia.
Tuttavia il responsabile della parafarmacia non può essere un farmacista titolare di farmacia.
Nel 2011, con il Decreto Legge 201/2011, il governo Monti ha ampliato la lista dei medicinali vendibili in parafarmacia, aggiungendo alcuni farmaci di fascia C e i farmaci veterinari.

Consigli ed opportunità

Per un farmacista aprire una parafarmacia può rappresentare un’ottima occasione imprenditoriale. Il mercato dei prodotti parafarmaceutici e salutistici che non necessitano di prescrizione medica, nel 2018, ha registrato la vendita di circa 277 milioni di confezioni e un giro di affari di circa 2,5 miliardi di euro (fonte ASSOSALUTE). I prodotti vendibili in parafarmacia presentano inoltre un margine di guadagno che va dal 30 al 60%, concedendo al farmacista un interessante marginalità per ogni singola vendita.

Le richieste di consulenza e assistenza sanitaria sono in continuo aumento, ed è sempre più alto il numero delle persone di terza, quarta e quinta età.
Il farmacista ha la competenza per offrire il suo ruolo di educatore sanitario. Le persone hanno maggiore coscienza della qualità della vita e della prevenzione delle malattie e il miglior referente in questo settore è il farmacista, che con la sua professionalità, disponibilità e competenza, può essere la persona più vicina per un primo consulto.
La parafarmacia, come esercizio di vicinato, ha esattamente questa funzione: il farmacista vicino al cittadino soprattutto perché le parafarmacie possono essere collocate ovunque.

L’obiettivo è, dunque, di rappresentare la figura sanitaria di riferimento nel quotidiano per il cliente che, fidelizzato, farà capo alla parafarmacia di fiducia per qualsivoglia problematica. Per far ciò è necessario che il farmacista svolga la propria professione con passione e competenza, che continui ad aggiornarsi costantemente in ambito sia farmaceutico che medico e che acquisisca conoscenze approfondite sui prodotti venduti, su tecniche di vendita e di relazione con i clienti. A tal fine, la soluzione prevista da un sistema di affiliazione può fornire numerosi vantaggi: la condivisione di strumenti e servizi permette infatti di snellire notevolmente i compiti burocratici e pratici, riducendo la necessità di ulteriore personale e lasciando al farmacista maggior tempo per lo studio e l’aggiornamento. Egli entra infatti a far parte di una squadra in cui ha la possibilità di interfacciarsi costantemente con esperti del settore, generalmente farmacisti, e altri professionisti, come tecnici informatici, responsabili marketing, consulenti finanziari e tante altre figure che possono risultare decisamente utili per tutti gli aspetti legati alla gestione e alla promozione della propria parafarmacia.

L’errore più grossolano e diffuso è stato quello di aprire parafarmacie, sia nell’aspetto esterno che nella disposizione interna, quanto più simili possibile alla farmacia. Si è ricalcato il vecchio modello architettonico della farmacia, non considerando che il termine “parafarmacia”, già poco chiaro nella sua etimologia, deve essere rappresentato da un progetto commerciale svincolato dal carattere della farmacia.

La parafarmacia diventa molto interessante quando smette di essere sia “para” che “farmacia”, per acquisire una sua personalità determinata.
I settori di specializzazione possibili sono tanti quanti i reparti della parafarmacia: focalizzare la propria offerta sul settore di preferenza, a partire dal nome stesso dell’attività, permetterà di esprimere liberamente il suo vero carattere.
E se si sarà lavorato bene, il mercato lo riconoscerà senza dubbio.
Specializzandosi è possibile creare modelli di parafarmacia ad altissima potenzialità commerciale.

La parafarmacia è uno store della salute, non differente da qualunque altra attività di imprenditoria che opera nel commercio, prima lo si comprende, prima si riesce a far crescere la propria impresa. Bisogna sempre ricordarsi che in farmacia le persone sono “costrette” ad andare mentre in parafarmacia scelgono di farlo, da qui la necessità di differenziarsi.

Competitor: chi sono e come affrontarli

La concorrenza per una parafarmacia è rappresentata principalmente da farmacie tradizionali, sanitarie, corner di prodotti parasanitari all’interno di supermercati e altre parafarmacie limitrofe. Tuttavia, vista la grande varietà di prodotti vendibili e il vantaggio di essere un professionista laureato in ambito salute, nulla vieta di ampliare il proprio catalogo e di acquisire conoscenze specifiche, sviluppando reparti che permetteranno alla parafarmacia di accrescere il proprio raggio d’azione, concorrendo anche con store non attivi in ambito puramente farmaceutico. Tra gli esempi più lampanti e affini vi sono sicuramente le erboristerie oppure i vitamin store, i cui prodotti e i relativi principi attivi sono abbondantemente studiati nel corso di studi affrontato da un farmacista.

Prima di avviare l’attività è utile definire un business plan con il proprio commercialista. E’ da considerarsi attiva una parafarmacia che registra un fatturato minimo di 250.000 euro l’anno.

Gli errori più comuni che provocano l’insuccesso della propria attività sono legati a:

  • Localizzazione del punto vendita: può essere utile in tal senso sviluppare uno studio di Location Intelligence per l’ubicazione ottimale del punto vendita.
  • Attitudine del farmacista che, come su detto, deve avere predisposizione alla crescita personale e professionale, oltre ad una propensione all’ascolto e al contatto col pubblico.
  • Formazione e aggiornamento farmacisti operativi nel punto vendita: per fare la differenza è necessario essere preparati, competenti e costantemente aggiornati. Anche il farmacista più esperto può nel tempo veder calare il valore delle proprie conoscenza, spesso inconsapevolmente. Ciò avviene perchè la ricerca continua ad andare avanti, quotidianamente vengono messi in commercio nuovi prodotti e il cliente ormai arriva nel punto vendita con una conoscenza, seppur sommaria, dell’argomento, essendosi informato precedentemente online. Il tempo da dedicate alla propria attività tuttavia lascia poco spazio ad altre iniziative, pertanto aderire ad una rete che preveda corsi di formazione, webinar, follow up di aggiornamento, ecc è sicuramente da prendere in considerazione.
  • Prezzi non concorrenziali: “ogni cosa vale il prezzo che il compratore è disposto a pagare per averla”. Ciò sarà anche vero, ma per quanto ci si possa sforzare a fornire servizi, assistenza e cordialità, è difficile che i clienti siano disposti a strapagare un prodotto, soprattutto in un’era in cui il cliente può facilmente confrontare i prezzi praticati utilizzando il web. I prezzi devono essere in linea con le attività operanti nell’area geografica di interesse e, in tal senso, può rivelarsi vincente l’idea di entrare a far parte di un gruppo d’acquisto, utile sia ad abbattere il costo delle materie prime, sia a ridurre le spese relative a giacenze e magazzino.
  • Mancanza di iniziative promozionali e/o di aggregazione che possano stimolare la curiosità dei clienti e spingerli a varcare la soglia della vostra attività. Anche in questo caso un organizzazione strutturata alle spalle con cui condividere strumenti e attività è da considerarsi, sia in termini economici, sia per il tempo risparmiato a vantaggio dei propri clienti sia per la mole di iniziative realizzabili, un valore aggiunto.

Costi e burocrazia

La spesa minima per aprire una parafarmacia, a seconda della metratura, si aggira complessivamente intorno ai 60.000 €, considerando anche la prima fornitura.
Ovviamente, qualora non si disponesse di un locale di proprietà, è necessario considerare le spese di affitto, che sono tuttavia considerate e valutate nel business plan redatto in principio. Una metratura inferiore ai 55/60 mq è sconsigliata in virtù del poco spazio espositivo a disposizione.

L’attività di parafarmacia in franchising considera a priori tutte queste situazioni, avendo già accordi consolidati con produttori e fornitori, così da ottimizzare e rendere più sicuro l’investimento. Si fa, infatti, riferimento ad un modello di business già sperimentato, entrando a far parte di un gruppo d’acquisto e avendo assistenza logistica e professionale per tutta la durata del contratto di affiliazione.

L’iter burocratico previsto per l’apertura di una parafarmacia segue in parte le indicazioni di una qualsiasi attività commerciale. E’ infatti necessario costituire una società, Srl, Srls o da definire con il proprio commercialista, e consegnare il modulo di comunicazione di apertura all’Ufficio Commercio del comune. In più, per la specifica attività di parafarmacia, al fine di ottenere il codice per la tracciabilità del farmaco e di indicarne il responsabile, è necessario inviare la segnalazione di inizio attività al ministero della salute, all’ordine professionale e alla regione dove si trova la sede della parafarmacia. Infine, per la vendita di prodotti alimentari e bevande, è necessario ottenere il nullaosta igienico sanitario (HACCP).

Noi di Chiedilo al Farmacista possiamo aiutarti a trovare la giusta soluzione alle tue esigenze. Se sei intenzionato/a ad aprire una parafarmacia e cerchi un partner solido che ti sostenga, contattaci al seguente Link!

6 commenti
  1. ENXHI ISLAMAJ
    ENXHI ISLAMAJ dice:

    Buonasera,
    sono una farmacista e sto per aprire la mia parafarmacia a Bolzano.
    Volevo chiedervi gentilmente se è possibile avere dei contatti su possibili fornitori dove poter ordinare la prima fornitura.
    Esistono anche dei grossisti che possono garantire la prima fornitura, dandomi la possibilità di pagare la merce in un secondo momento?
    Grazie
    Rimango in attesa
    Dott.ssa Enxhi Islamaj

    Rispondi
    • Chiedilo al Farmacista
      Chiedilo al Farmacista dice:

      Buongiorno Dottoressa,
      è generalmente molto complesso poter ottenere delle condizioni favorevoli senza avere uno storico societario. Per tale ragione, così come avviene ad esempio per le banche in caso di richiesta di finanziamenti, i fornitori valutano la solidità economica del cliente. In questo contesto, specialmente se riferita ad una prima fornitura, la cifra per cui dovrebbero farle credito sarebbe consistente. I grossisti sono i fornitori principali nel settore del commercio farmaceutico(farmacie e parafarmacie) e sottostanno al sistema sanitario nazionale. Essendo a pertinenza regionale, ogni grossista può operare nella regione in cui ha avuto la concessione. Certamente presso l’ordine dei farmacisti della zona le sapranno dare una lista di grossisti operativi nella regione.

      La nostra insegna, Chiedilo al Farmacista, oltre a offrire tutta una serie di servizi ai nostri partner sostenendoli in ogni fase del progetto, fornisce la propria rete configurando un gruppo d’acquisto con i conseguenti evidenti vantaggi alla singola parafarmacia in termini di marginalità, varietà di prodotti e potere d’acquisto. Oltre a questo, sempre rimanendo nell’ambito delle forniture/prodotti, l’affiliato può beneficiare di tutta una serie di accordi commerciali stipulati con numerosi player del settore farmaceutico.

      Conoscendo molto bene questo settore, sappiamo le difficoltà più frequenti di avviamento, gestione e sviluppo dell’attività, e affianchiamo il farmacista sostenendolo e aiutandolo costantemente, ma soprattutto consentendogli di espletare la propria figura professionale, potendosi dedicare appieno alla propria clientela e alla propria crescita professionale. E’ anche per questo che la nostra insegna riporta sempre la specifica del dottore/dottoressa operativo/a all’interno dell’attività. (Chiedilo al Farmacista del dott./dott.ssa….)

      Le auguriamo buona fortuna per la sua nuova attività.
      Cordiali saluti

      Rispondi
    • Chiedilo al Farmacista
      Chiedilo al Farmacista dice:

      Salve Dino, purtroppo non può ridurre la quota di contribuzione annua Enpaf. In ogni caso bisogna pagare un ente di previdenza sociale, nel caso dei farmacisti, l’Enpaf appunto. Cordiali saluti

      Rispondi
  2. clelia iovino
    clelia iovino dice:

    Salve,
    Per poter vendere prodotti per celiaci in una parafarmacia occorre ottenere la certificazione sab e haccp? Il farmacista (in questo caso titolare e proprietario) non assolve questi adempimenti con il solo titolo di studio?

    Grazie in anticipo per la risposta

    Rispondi
    • Dott. Francesco Mastro
      Dott. Francesco Mastro dice:

      Gentile Clelia,
      il titolo di farmacista è già abilitante per la somministrazione di alimenti e bevande. E’ quindi necessario avere la certificazione Haccp e bisogna fare richiesta al ministero della salute (asl regionale) per ottenere l’accreditamento in piattaforma.
      Cordiali saluti

      Rispondi

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