Il disturbo d’ansia generalizzata (GAD) è un disturbo psichiatrico inserito, nel DSM-5, all’interno del capitolo dei disturbi d’ansia ed è caratterizzato dalla presenza di sintomi ansiosi (sia psichici che fisici) che non sono legati ad una causa specifica ma sono appunto “generalizzati”.

Lo stato d’ansia è cronico anche se è alternato da momenti di aumento dell’intensità, detti attacchi d’ansia 

Eventi casuali e difficoltà della vita quotidiana possono diventare fonte di estrema preoccupazione per il paziente, che tende a vivere in uno stato di allerta cronica, tanto da arrivare ad interferire con la sfera relazionale e lavorativa.

Nel commentare le sue difficoltà, il paziente è di solito assai preciso e appropriato nel riconoscere la discrepanza tra dimensione reale delle difficoltà da affrontare e quota d’ansia che queste evocano e sente di temere per qualcosa ma senza essere capace di esprimere specificatamente di che paura si tratti. 

Quali sono i sintomi dell’ansia?

I sintomi caratteristici sono quelli degli stati d’allarme, contraddistinti da una condizione psichica di generale attesa apprensiva, e da numerosi segni e sintomi fisici di attivazione vegetativa (hyperarousal).

Si può presentare emicrania, palpitazioni, vertigini e insonnia, difficoltà a concentrarsi, tensione muscolare, irrequietezza, disturbi del sonno.

Oltre a questi sintomi, prettamente “fisici” se ne accompagnano di cognitivi quali ad esempio: sensazione di testa vuota, derealizzazione e depersonalizzazione. 

In presenza di disturbi (sintomi), è importante rivolgersi al medico di medicina generale e valutare l’opportunità di una visita specialistica. 

Il DAG interessa in misura maggiore le donne rispetto agli uomini nella fascia di età tra i 35 e i 59 anni di età.

Nella popolazione Italiana la prevalenza del DAG è l’1,9%, se stimata nell’intero corso della vita (fonte: progetto ESEMeD, Prevalenza dei Disturbi Mentali in Italia, 2003). 

Sebbene non sia del tutto nota la causa del DAG, la ricerca scientifica suggerisce che entrino in gioco molteplici fattori, che comprendono: 

  • super-attività di alcune aree del cervello, coinvolte nelle emozioni e nel comportamento 
  • sbilanciamento ormonale della serotonina e della noradrenalina, due ormoni prodotti dal cervello, la cui funzione è di controllare e regolare lo stato d’animo della persona 
  • geni ereditati dai genitori, si stima che la probabilità di avere un DAG sia di 5 volte superiore nel caso si abbia un parente stretto con questo disturbo 
  • storia personale con esperienze stressanti o traumatiche, per esempio essere stati vittima di violenza domestica o di abuso infantile o di bullismo 
  • malattia cronica, accompagnata da dolore fisico come, per esempio, l’artrite 
  • abuso di droga o di alcol 

Il disturbo – tendenzialmente cronico e di lunga durata – può facilmente essere accompagnato da depressione e portare ad un abuso di alcol, caffeina, stimolanti ed altre sostanze. 

Per la diagnosi sono inoltre necessari almeno tre dei seguenti sintomi: 

  • Irrequietezza o sentirsi “con i nervi a fior di pelle”
  • Irritabilità 
  • Difficoltà di concentrazione o vuoti di memoria 
  • Tensione muscolare 
  • Sonno irrequieto, insoddisfacente o difficoltà ad addormentarsi.
     

Come curare i disturbi d’ansia?

Sia la psicoterapia cognitiva che la terapia per la gestione dell’ansia sono risultate efficaci per la cura del disturbo d’ansia generalizzato.

La terapia per la gestione dell’ansia è una terapia strutturata che prevede psico-educazione, training di rilassamento ed esposizione, ma non include la ristrutturazione cognitiva; la terapia cognitivo comportamentale aggiunge invece questo elemento in più.

Terapia farmacologica 

La terapia psicofarmacologica è in genere prescritta da un medico psichiatra e prevede l’utilizzo di diverse tipologie di farmaci, come per esempio gli ansiolitici o antidepressivi chiamati Inibitori del Re-uptake Selettivo della Serotonina (IRSS). 

Altri farmaci utilizzati per gestire farmacologicamente l’ansia sono le benzodiazepine, sono tra gli psicofarmaci più largamente utilizzati (e abusati) e possono generare una vera e propria dipendenza da benzodiazepine. 

Per questi motivi la terapia farmacologica deve essere costantemente monitorata da un medico che ne calibri le dosi e ne definisca i dosaggi.  

Tra i trattamenti farmacologici più diffusi per il disturbo d’ansia generalizzato si trovano sicuramente quelli a base di ansiolitici.

Le benzodiazepine costituiscono, infatti, i farmaci di più largo impiego; tuttavia, il buspirone è sicuramente un composto più recente e di pari efficacia.

Tra gli antidepressivi con buona azione ansiolitica vengono utilizzati anche la Sertralina e la Paroxetina. 

Altri accorgimenti utili per ridurre il livello di ansia sono: 

  • frequentare un gruppo di auto-aiuto 
  • svolgere una attività sportiva regolare 
  • smettere di fumare 
  • ridurre la quantità abituale di alcol o di caffeina 

Le cure sono efficaci per favorire il controllo dell’ansia.

In alcuni casi può essere necessario effettuarle per lungo tempo e durante tale periodo potrebbero anche verificarsi episodi di peggioramento del disturbo. 

 

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